NEBIVOLOLO ARI 28CPR 5MG -Avvertenze e precauzioni
Vedere anche paragrafo 4.8. Le seguenti avvertenze e precauzioni riguardano gli antagonisti beta–adrenergici in generale Anestesia La continuazione del beta–bloccante riduce il rischio di aritmie durante l’induzione e l’intubazione. Se in previsione di un intervento chirurgico si interrompe il beta–blocco, la terapia con antagonisti beta–adrenergici deve essere interrotta almeno 24 ore prima. Particolare attenzione va impiegata nell’uso di alcuni anestetici che possono causare depressione miocardica. Il paziente può essere protetto contro le reazioni vagali con somministrazione endovenosa di atropina. Sistema cardiovascolare In generale gli antagonisti beta–adrenergici non devono usati in pazienti con insufficienza cardiaca cronica non trattata, fino a quando le loro condizioni non si siano stabilizzate. In pazienti con cardiopatia ischemica il trattamento con un antagonista beta–adrenergico deve essere interrotto gradualmente, per esempio nel corso di 1–2 settimane. Se necessario, allo stesso tempo deve essere instaurata una terapia sostitutiva per prevenire un’esacerbazione dell’angina pectoris. Gli antagonisti beta–adrenergici possono indurre bradicardia: se la frequenza del polso scende sotto i 50–55 bpm a riposo e/o il paziente manifesta sintomi riconducibili a bradicardia, il dosaggio deve essere ridotto. Gli antagonisti beta–adrenergici devono essere usati con cautela in: – pazienti con disturbi circolatori periferici (sindrome o malattia di Raynaud, claudicatio intermittens), poiché può verificarsi un peggioramento di questi disturbi; – pazienti con blocco cardiaco di I grado, a causa dell’effetto negativo dei beta–bloccanti sul tempo di conduzione; – pazienti con angina di Prinzmetal, a causa della mancanza di opposizione alla vasocostrizione coronarica mediata dai recettori alfa: gli antagonisti beta–adrenergici possono aumentare il numero e la durata degli attacchi di angina. La combinazione di nebivololo con calcioantagonisti del tipo verapamil e diltiazem, con farmaci antiaritmici di Classe I e con medicinali antipertensivi ad azione centrale non è in genere raccomandata; per ulteriori dettagli vedere paragrafo 4.5. Metabolismo e sistema endocrino Nei pazienti diabetici, nebivololo non interferisce con i livelli di glucosio. Tuttavia va usato con precauzione nei pazienti diabetici, in quanto può mascherare alcuni sintomi di ipoglicemia (tachicardia, palpitazioni). Gli agenti bloccanti beta–adrenergici possono mascherare sintomi di tachicardia nell’ipertiroidismo. Un’improvvisa sospensione del trattamento può accentuare i sintomi. Apparato respiratorio Nei pazienti con disturbi ostruttivi polmonari cronici gli antagonisti beta–adrenergici devono essere usati con cautela, poiché la costrizione delle vie respiratorie può aggravarsi. Altri In pazienti con storia di psoriasi gli antagonisti beta–adrenergici devono essere somministrati solo dopo attenta valutazione. Gli antagonisti beta–adrenergici possono aumentare la sensibilità verso gli allergeni e la gravità delle reazioni anafilattiche. L’inizio del trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica con nebivololo necessita di regolare supervisione. Per la posologia e il modo di somministrazione consultare il paragrafo 4.2. L’interruzione del trattamento non deve essere improvvisa, a meno che non sia chiaramente indicato (vedere anche paragrafo 4.2). Questo prodotto medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp–lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere Nebivololo Angenerico.