METOTRESSATO TEVA FL 5G 50ML -Avvertenze e precauzioni
Metotressato Teva deve essere usato solo da medici con esperienza in chemioterapia antimetabolica. È necessario un attento monitoraggio dei pazienti in terapia con metotressato. Il metotressato può causare grave tossicità. Modificazioni patologiche (vedere paragrafo 4.8) possono verificarsi anche senza che prima siano stati notati segni di tossicità gastrointestinale o ematologica. È perciò indispensabile che la funzionalità epatica sia controllata prima di iniziare il trattamento e monitorata regolarmente durante tutta la terapia. Particolare attenzione va posta in presenza di preesistenti danni epatici o funzionalità epatica alterata. Se necessario, prima del trattamento deve essere effettuato il drenaggio dei versamenti pleurici o dell’ascite. Questo perché il metotressato fuoriesce lentamente dalle "riserve da terzi spazi" (ad es. versamenti pleurici, ascite). Questo causa un’emivita terminale prolungata e tossicità inattesa. Sintomi di tossicità gastrointestinale, che si manifesta inizialmente con diarrea e stomatite ulcerosa, richiedono l’interruzione della terapia altrimenti possono esitare in enteriti emorragiche e morte per perforazione intestinale. Il metotressato è pertanto controindicato in presenza di ulcerazioni del cavo orale e di ulcera gastrointestinale in fase attiva (vedere paragrafo 4.3). La disidratazione può potenziare la tossicità di metotressato. Si raccomanda l’alcalinizzazione delle urine e di favorire un’elevata diuresi, soprattutto nel trattamento con alti dosaggi. Come altri medicinali citotossici, il metotressato può indurre una "sindrome da lisi tumorale" in pazienti che presentano tumori a crescita rapida. Appropriate misure di supporto e farmacologiche possono prevenire o alleviare questa condizione. Sono state segnalate gravi reazioni cutanee, talvolta fatali, quali sindrome di Stevens–Johnson, necrolisi epidermica tossica (sindrome di Lyell) ed eritema multiforme a distanza di giorni dalla somministrazione di dosi singole o multiple di metotressato. Con la terapia a base di metotressato possono verificarsi infezioni opportunistiche potenzialmente fatali, compresa polmonite da Pneumocystis carinii. Se un paziente manifesta sintomi polmonari, deve essere presa in considerazione la possibilità di una polmonite da Pneumocystis carinii. Segni e sintomi polmonari, ad es. tosse secca non produttiva, febbre, tosse, dolore al petto, dispnea, ipossiemia e un infiltrato nella radiografia toracica o una polmonite non specifica possono indicare una lesione potenzialmente pericolosa e richiedere l’interruzione del trattamento e l’esecuzione di accertamenti accurati. Lesioni polmonari possono verificarsi a qualsiasi dosaggio. Una patologia polmonare indotta dal metotressato può manifestarsi in qualsiasi momento della terapia ed è stata riportata a dosi di 7,5 mg/settimana. Non è sempre completamente reversibile. Va esclusa un’infezione (compresa polmonite). Il metotressato deve essere usato soltanto da medici che hanno familiarità con le varie caratteristiche del farmaco e la sua modalità d’azione. Prima dell’inizio della terapia con il metotressato si raccomanda di eseguire una radiografia al torace, una valutazione della funzionalità renale ed epatica ed esami del sangue. I pazienti sottoposti a terapia devono essere soggetti ad appropriati controlli così che segni e sintomi di possibili effetti tossici o reazioni avverse possano essere rilevati e valutati tempestivamente. A causa della frequente insorgenza di depressione emopoietica, che può essere precoce e manifestarsi anche con dosaggi apparentemente sicuri, controlli ematologici pre–trattamento e periodici sono indispensabili nell’uso di Metotressato Teva in chemioterapia. Ogni notevole diminuzione nel conteggio delle cellule ematiche indica la necessità di un’immediata cessazione della terapia e di appropriate misure. Il metotressato può causare danno renale che può portare a insufficienza renale acuta. Si raccomanda di porre estrema attenzione alla funzionalità renale, comprese alcalinizzazione delle urine, misurazione dei livelli sierici di metotressato e valutazione della funzionalità renale. La terapia con metotressato nei pazienti con insufficienza renale deve essere intrapresa con estrema cautela in quanto l’insufficienza renale riduce l’eliminazione del metotressato. Le condizioni renali del paziente dovrebbero essere determinate prima e durante la terapia con Metotressato Teva. La dose del farmaco dovrebbe essere ridotta o la somministrazione sospesa fino a che le funzioni renali siano migliorate o ripristinate. In caso di somministrazione di elevate dosi di metotressato occorre mantenere alto il livello di idratazione e indurre diuresi alcalina. Si tratta di una misura per prevenire la precipitazione del metotressato o dei suoi metaboliti a livello dei tubuli renali. L’alcalinizzazione delle urine a pH 6,5 – 7 per somministrazione orale o endovenosa di sodio bicarbonato (5 x 625 mg tavolette ogni 3 ore) od acetazolamide (500 mg per via orale 4 volte al giorno) viene raccomandata come misura preventiva. È essenziale includere regolarmente le seguenti analisi di laboratorio nell’ambito del monitoraggio dei pazienti in trattamento con metotressato: analisi ematologiche complete, esame delle urine, test di funzionalità renale ed epatica e, in caso di somministrazione di dosi elevate, determinazione dei livelli plasmatici di metotressato. Può essere utile ed importante eseguire una biopsia del fegato o studi sull’aspirato del midollo osseo qualora siano usati alti dosaggi o in caso di terapia a lungo termine. Metotressato deve essere usato con estrema cautela nei pazienti con insufficienza renale, infezioni, ulcera peptica, coliti ulcerose, stomatite ulcerosa, diarrea, debilitazione e in soggetti molto giovani o anziani. Se si verifica durante la terapia una grave leucopenia, questa aumenta il rischio di insorgenza di infezioni batteriche. In questi casi si consiglia di sospendere la somministrazione del farmaco e di intraprendere un’appropriata terapia antibiotica. In caso di una grave depressione del midollo osseo possono essere necessarie trasfusioni di sangue o di piastrine. La risposta immunologica a un vaccino somministrato in concomitanza potrebbe essere diminuita, in quanto il metotressato ha una certa attività immunosoppressiva. Vaccini vivi Una grave reazione potrebbe risultare dall’uso concomitante di un vaccino vivo e pertanto la somministrazione contemporanea di vaccini vivi con metotressato è controindicata (vedere paragrafo 4.3). Sono stati segnalati casi di infezione vaccinica disseminata dopo immunizzazione con virus del vaiolo in pazienti in terapia con metotressato. In tutti i casi in cui Metotressato Teva è impiegato in chemioterapia, il medico deve valutare la necessità o l’utilità del farmaco in confronto ai rischi degli effetti tossici e delle reazioni secondarie. Spesso queste reazioni sono reversibili se scoperte tempestivamente. Quando si osservano effetti tossici o reazioni secondarie, il dosaggio dev’essere ridotto o la somministrazione sospesa ed appropriate misure correttive devono essere intraprese secondo il parere clinico del medico. La ripresa della terapia con Metotressato Teva deve essere attuata con cautela, considerando adeguatamente il nuovo bisogno di farmaco e vigilando, per quanto possibile, sulla ricomparsa dei fenomeni di tossicità. Il metotressato, somministrato contemporaneamente alla radioterapia, può aumentare il rischio di necrosi dei tessuti molli e di osteonecrosi. Di frequente si riscontrano aumenti degli enzimi epatici a insorgenza acuta, generalmente transitori e asintomatici, i quali non sembrano essere predittivi di una successiva malattia epatica. Il persistere di anomalie epatiche e/o la diminuzione dell’albumina sierica può indicare una grave tossicità epatica. La biopsia epatica dopo un uso prolungato mostra spesso alterazioni istologiche e sono stare riportate fibrosi e cirrosi. Il trattamento non deve essere intrapreso oppure deve essere interrotto se durante la terapia si riscontrano o si sviluppano anomalie nei test di funzionalità epatica (vedere paragrafi 4.2 e 4.3). Linfomi maligni possono insorgere in pazienti trattati con basse dosi di metotressato, nel qual caso la terapia deve essere interrotta. Se il linfoma non mostra segni di regressione spontanea, occorre istituire un’altra terapia citotossica. Stati di carenza di folati possono aumentare la tossicità del metotressato. Eccipienti Metotressato Teva 25 mg/ml soluzione iniettabile: Flacone da 2 ml: Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per 2 ml, cioè è praticamente ’senza sodio’. Flacone da 20 ml: questo medicinale contiene circa 4 mmol (92 mg) di sodio per 20 ml. Da tenere in considerazione in persone con ridotta funzionalità renale o che seguono una dieta a basso contenuto di sodio. Metotressato Teva 100 mg/ml soluzione iniettabile: Flacone da 10 ml: Questo medicinale contiene circa 4,4 mmol (101,2 mg) di sodio per 10 ml. Da tenere in considerazione in persone con ridotta funzionalità renale o che seguono una dieta a basso contenuto di sodio. Flacone da 50 ml: Questo medicinale contiene circa 22 mmol (506 mg) di sodio per 50 ml. Da tenere in considerazione in persone con ridotta funzionalità renale o che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.