ESTRADERM MX 8CER 25MCG/DIE -Avvertenze e precauzioni
La TOS è stata associata ad un aumentato rischio di alcuni tipi di cancro e di patologie cardiovascolari. I rischi ed i benefici della TOS devono sempre essere attentamente soppesati tenendo anche in considerazione l’insorgenza di rischi con il procedere della terapia. In particolare, quando viene preso in considerazione l’uso della TOS in donne che non presentino i sintomi della menopausa, o nel caso di un uso a lungo termine, devono essere prese in considerazione terapie alternative. Osteoporosi Prima di iniziare una TOS per la prevenzione dell’osteoporosi deve essere dedicata particolare considerazione ai benefici verso i rischi individuali. Se i rischi superano i benefici devono essere prese in considerazione terapie alternative. Si raccomanda una rivalutazione periodica del proseguimento del trattamento. Sensibilità da contatto Come in tutti i casi di somministrazione topica di un farmaco possono verificarsi sensibilizzazioni da contatto. Sebbene ciò sia estremamente raro con Estraderm MX, le donne che sviluppano sensibilità da contatto ad uno dei componenti del cerotto dovrebbero essere allertate che si possono sviluppare reazioni di ipersensibilità gravi con la continua esposizione all’agente causale. Reazioni anafilattiche\anafilattoidi gravi e angioedema Dopo la commercializzazione sono stati segnalati casi di reazioni anafilattiche/anafilattoidi che si sono sviluppate in tempi diversi nel corso del trattamento con Estraderm e che hanno richiesto un intervento medico di emergenza. E’ stato notato il coinvolgimento della pelle (orticaria, prurito, gonfiore di labbra–lingua–volto) e del tratto respiratorio (compromissione respiratoria) oppure del tratto gastrointestinale (dolore addominale, vomito). Durante l’esperienza postmarketing nell’utilizzo di Estraderm è comparso angioedema che ha coinvolto occhio/palpebra, volto, laringe, faringe, lingua ed estremità (mani, gambe, caviglie e dita) con o senza orticaria e che hanno richiesto l’intervento medico. Se l’angioedema coinvolge la lingua, la glottide o la laringe, può sopravvenire ostruzione delle vie aeree. I pazienti che sviluppano angioedema dopo trattamento con Estraderm non devono più ricevere Estraderm. Gli estrogeni, in particolare in donne con angioedema ereditario, possono indurre o esacerbare sintomi di angioedema. Iperplasia endometriale e carcinoma endometriale • In donne con utero intatto, il rischio d’iperplasia e di carcinoma endometriale aumenta in seguito alla somministrazione di estrogeni da soli per lunghi periodi. L’aumento del rischio per carcinoma endometriale riportato per le utilizzatrici di estrogeno è variabile tra 2 e 12 volte rispetto alle non utilizzatrici e dipende dalla durata del trattamento e dalla dose di estrogeno (vedere paragrafo 4.8). Dopo aver interrotto il trattamento, il rischio può rimanere elevato per almeno 10 anni. • L’aggiunta ciclica di un progestinico al ciclo di estrogeni per almeno 12 giorni\mese rispetto ad un ciclo di 28 giorni o l’uso combinato continuo di una terapia estroprogestinica in donne non isterectomizzate previene l’eccessivo rischio associato con la TOS a base di solo estrogeno. • Per cerotti con dosaggio superiore a 50 mcg/die la sicurezza endometriale con l’aggiunta di progestinici non è stata dimostrata. • Sanguinamenti da rottura e spotting possono verificarsi durante i primi mesi di trattamento. Tutti i casi di sanguinamenti vaginali o spotting non diagnosticati e persistenti devono essere investigati, anche mediante biopsia endometriale se indicata per interpretare l’anomalia ed il trattamento deve essere rivalutato. • Una stimolazione estrogenica non bilanciata può portare alla trasformazione premaligna o maligna di foci residui di endometriosi. L’aggiunta di progestinici alla TOS con soli estrogeni è pertanto raccomandata nelle donne sottoposte ad isterectomia per endometriosi, specialmente in caso di endometriosi residua. Tumore al seno Risulta un’evidenza generale di un aumentato rischio di tumore mammario in donne che hanno ricevuto TOS, con estrogeni o combinazioni estroprogestiniche (vedere paragrafo 4.8). Tale aumento dipende dalla durata dell’assunzione di TOS e sembra ritornare alla situazione di base nel corso di più anni (almeno 5) dall’interruzione del trattamento. In una metanalisi di 51 studi epidemiologici condotti tra gli anni 70 ed i primi anni 90, l’incidenza totale di tumore alla mammella in non utilizzatrici di TOS tra 50 e 70 anni è circa 45 su 1000 donne. Il numero totale di casi in eccesso di tumore al seno diagnosticati su 1000 donne che iniziavano ad utilizzare la TOS tra i 50 e i 70 anni e la utilizzavano per 5, 10 o 15 anni è stimato rispettivamente in 2, 6 e 12. Il numero di casi addizionali di tumore al seno è a grandi linee simile in donne che iniziano la TOS tra i 45 ed i 65 anni, indipendentemente dalla loro età al momento dell’inizio del trattamento. Lo studio randomizzato controllato verso placebo – Women’s Health Initiative study (WHI) e studi epidemiologici sono concordi nel riscontrare un aumento del rischio di tumore al seno in donne che assumono TOS estroprogestinica che diventa evidente dopo circa 3 anni (vedere paragrafo 4.8). Lo studio WHI non ha riscontrato aumento del rischio di tumore al seno in donne isterectomizzate utilizzatrici di TOS con solo estrogeno. Studi osservazionali hanno ampiamente riportato un piccolo aumento nel rischio di avere una diagnosi di tumore al seno che è sostanzialmente più basso di quello riscontrato in utilizzatrici di combinazioni estroprogestiniche (vedere paragrafo 4.8). L’aumento del rischio viene riscontrato principalmente nelle donne di costituzione corporea magra o normale. Sebbene le donne obese siano a maggior rischio di sviluppare un tumore del seno, la TOS non aumenta ulteriormente questo rischio. Le donne devono essere avvisate che devono riportare al proprio medico o personale sanitario modificazioni delle mammelle. Indagini cliniche, inclusa la mammografia, devono essere eseguite in linea con i protocolli clinici correntemente accettati e le necessità cliniche del singolo caso. La TOS, soprattutto estroprogestinica, aumenta la densità delle immagini mammografiche che può rendere difficoltosa la rilevazione radiologica del tumore al seno. Carcinoma ovarico Il carcinoma ovarico è molto più raro del tumore al seno. Una TOS di lunga durata (almeno 5–10 anni) con estrogeni da soli è stata associata ad un leggero aumento del rischio di carcinoma ovarico (vedere paragrafo 4.8). Alcuni studi compreso lo studio WHI suggeriscono che l’uso a lungo termine di TOS combinata può conferire un rischio simile o leggermente inferiore (vedere paragrafo 4.8). Tromboembolismo venoso La TOS è associata con un rischio superiore di 1,3–3 volte nello sviluppare tromboembolismo venoso (TEV), cioè trombosi venosa profonda od embolia polmonare. Alcuni studi randomizzati controllati (WHI con estrogeni singoli, WHI con TOS combinate e HERS) ed epidemiologici hanno evidenziato, in donne sottoposte a TOS, un aumento del rischio di 2–3 volte rispetto alle donne non utilizzatrici di TOS. In quest’ultime si stima che il numero di casi di TEV che si verificheranno in un periodo di 5 anni sia di circa 3 per 1000 donne di età compresa tra 50 e 59 anni, e di 8 per 1000 donne di età compresa tra 60 e 69 anni. Si stima che in donne sane che facciano uso di TOS per 5 anni il numero di casi addizionali di tromboembolismo venoso su un periodo di 5 anni sia di 2–6 casi per 1000 donne di età 50–59 anni e 5–15 casi per 1000 donne di età 60–69 anni. Il verificarsi di tali eventi è più probabile nel primo anno di TOS che negli anni successivi. Studi con TOS combinata hanno evidenziato un’aumentata incidenza in particolare di embolia polmonare. Fattori di rischio di tromboembolismo venoso generalmente riconosciuti includono: una storia familiare o personale di malattia tromboembolica, l’obesità (BMI >30) ed il lupus eritematoso sistemico. Il rischio di TEV aumenta anche con l’età. Non c’è consenso sul possibile ruolo delle vene varicose nel tromboembolismo venoso. Pazienti con una storia di tromboembolismo venoso, o stati trombofilici accertati, hanno un maggior rischio di tromboembolismo venoso. La TOS può aumentare questo rischio. Una storia personale o una storia familiare fortemente positiva di tromboembolismo o di aborto spontaneo ricorrente dovrebbe essere indagata al fine di escludere una predisposizione alla trombosi. Finchè non sia stata effettuata una valutazione completa dei fattori trombofilici, o iniziato un trattamento anticoagulante, l’uso di TOS in tali pazienti deve essere considerato come controindicato (vedere paragrafo 4.3). Le donne già in trattamento con anticoagulanti richiedono un accertamento accurato del rapporto beneficio–rischio della TOS. Il rischio di tromboembolismo venoso può essere temporaneamente aumentato in caso di prolungata immobilizzazione, traumi o chirurgia maggiore. Come in tutti i pazienti operati, si deve porre una scrupolosa attenzione alle misure profilattiche per prevenire gli episodi di tromboembolismo venoso postoperatorio. Quando si prevede un’immobilizzazione prolungata a seguito di interventi di chirurgia elettiva, particolarmente di chirurgia addominale e di chirurgia ortopedica degli arti inferiori, si dovrebbe considerare la sospensione temporanea della TOS se possibile 4–6 settimane prima dell’intervento. La TOS non dovrebbe riprendere se non dopo la completa mobilizzazione della donna. Se si sviluppa una tromboembolia venosa dopo l’inizio della terapia il trattamento dovrebbe essere sospeso. Le pazienti dovrebbero essere avvertite di mettersi in contatto col proprio medico immediatamente in caso di sintomi potenzialmente dovuti a tromboembolismo venoso (es. arto inferiore gonfio e dolente, improvviso dolore toracico, dispnea). Patologia cardiovascolare La terapia ormonale sostitutiva (TOS) non deve essere usata per prevenire malattie cardiovascolari. Gli studi randomizzati controllati non evidenziano alcun beneficio cardiovascolare con l’uso di estrogeni coniugati combinati con medrossiprogesterone acetato (MPA). Studi clinici di grandi dimensioni mostrano un possibile aumento del rischio di morbilità cardiovascolare nel primo anno di terapia e nessun beneficio successivamente. Per altri tipi di TOS non ci sono ancora studi randomizzati controllati riguardanti l’eventuale beneficio su morbilità e mortalità cardiovascolare. E’ pertanto da accertare se questi dati si possano estendere anche a TOS con altri prodotti. Malattia coronarica (CAD) Dagli studi controllati randomizzati non c’è evidenza di protezione nei confronti dell’infarto miocardico in donne con o senza CAD che hanno ricevuto una TOS combinata estroprogestinica o una TOS di solo estrogeno. Il rischio relativo di CAD durante l’uso di TOS combinata estroprogestinica è leggermente superiore. Poichè il rischio assoluto basale di CAD è fortemente dipendente dall’età, il numero di casi extra di CAD dovuti all’uso di estrogeno+progestinico è molto basso in donne sane prossime alla menopausa, ma può aumentare con l’avanzare dell’età. Dati controllati randomizzati non hanno riscontrato aumento di rischio di CAD in donne isterectomizzate utilizzatrici di TOS con solo estrogeno. Ictus Studi clinici randomizzati controllati di grandi dimensioni (WHI–trial) hanno mostrato, come risultato secondario, un aumentato rischio di ictus in donne sane durante trattamento con estrogeni coniugati da soli o combinati con MPA. Per le donne che non usano TOS si stima che il numero di casi di ictus che si verificheranno in un periodo di 5 anni sia di circa 3 per 1000 donne di età compresa tra 50 e 59 anni e di 11 per 1000 donne di età compresa tra 60 e 69 anni. Si stima che per donne che usano estrogeni coniugati da soli o combinati con MPA per 5 anni ed oltre, il numero di casi addizionali sia di 1–5 (migliore stima = 3) per 1000 donne di 50–59 anni, e di 1–9 (migliore stima = 4) per 1000 donne di 60–69 anni. Non sappiamo se tale aumento di rischio si estenda anche a TOS con altri prodotti. Demenza In uno studio ancillare randomizzato, controllato vs placebo del WHI, il Women’s Health Initiative Memory Study (WHIMS), le donne con età pari o superiore a 65 anni (età media 71) trattate con CEE orali e MPA per un follow–up medio di 4 anni hanno evidenziato un aumento del rischio di sviluppare probabile demenza di 2 volte. L’eccesso di rischio assoluto di probabile demenza era di 23 casi supplementari per 10.000 persone–anno (45 verso 22) nelle donne trattate con CEE/MPA e il rischio relativo era 2,05. In uno studio ancillare randomizzato, controllato con solo estrogeno vs placebo del WHI, il Women’s Health Initiative Memory Study (WHIMS), l’eccesso di rischio assoluto di probabile demenza dopo un follow–up medio di 5,2 anni era di 12 casi supplementari per 10.000 persone–anno (37 verso 25) in donne trattate con CEE e il rischio relativo era 1,49, dato che non raggiungeva significatività statistica (p = 0,18) rispetto al placebo. Poiché solo donne con età da 65 a 79 anni erano incluse in entrambi questi sottostudi non è noto se questi risultati si applicano anche a donne in menopausa di più giovane età. Per i prodotti transdermici a base di estrogeni da soli o combinati con progestinici, ampi studi clinici randomizzati non hanno attualmente valutato il rischio associato di TOS e probabile demenza. Non esistono pertanto dati a supporto delle conclusioni che la frequenza di probabile demenza sia diversa con Estraderm MX. Altre condizioni Gli estrogeni possono causare ritenzione idrica, e pertanto pazienti con disfunzione renale o cardiaca devono essere accuratamente valutati. Pazienti con insufficienza renale terminale devono essere strettamente osservate poichè i livelli circolanti di principio attivo si prevedono aumentati. Donne con preesistente ipertrigliceridemia devono essere seguite strettamente durante terapia estrogenica o TOS poichè in questa condizione sono stati riportati casi di importanti aumenti dei trigliceridi plasmatici e conseguente pancreatite a seguito di terapia estrogenica. Gli estrogeni aumentano i livelli di TBG, la globulina legante l’ormone tiroideo, con conseguente aumento dei livelli di ormone tiroideo totale circolante misurato da PBI, T4 (metodo su colonna o RIA) o T3 (metodo RIA). La captazione di T3 è ridotta, a riflettere l’aumento di TBG. Le frazioni libere di T3 e T4 non sono modificate. Al fine di assicurare che i livelli dell’ormone tiroideo rimangano entro un range accettabile, in pazienti che necessitano di terapia sostitutiva dell’ormone tiroideo e che assumono anche estrogeni, l’attività tiroidea deve essere monitorata regolarmente. Altre proteine leganti, come la corticoglobulina (CBG) e la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG), possono essere aumentate e determinare un aumento rispettivamente dei livelli circolanti di corticosteroidi e steroidi sessuali. Le frazioni ormonali libere o biologicamente attive sono immodificate. Altre proteine plasmatiche possono essere aumentate (substrato angiotensinogeno/renina, alfa I antitripsina, ceruloplasmina). Sebbene le osservazioni condotte fino ad ora suggeriscano che gli estrogeni, inclusi quelli somministrati per via transdermica, non influenzino il metabolismo dei carboidrati, le donne diabetiche debbono essere attentamente monitorate all’inizio della terapia fino a quando non saranno acquisiti ulteriori dati. Esame medico e controlli successivi Prima di iniziare o riprendere una TOS, devono essere eseguite da parte del medico un’anamnesi familiare e personale complete. Devono inoltre essere eseguite una visita generale e ginecologica (incluso l’esame di pelvi e seno), guidate dalla storia clinica e dalle controindicazioni ed avvertenze per l’uso. Durante il trattamento sono raccomandati controlli clinici periodici di natura e frequenza adeguate al singolo caso. Le donne dovrebbero essere consigliate di riferire al proprio medico ogni cambiamento nel loro seno (vedere âE.£Carcinoma ovaricoâE._ di seguito). Indagini cliniche, inclusa la mammografia, devono essere eseguite in linea con i protocolli clinici correntemente accettati e le necessità cliniche del singolo caso. Un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici deve essere eseguita periodicamente. In tutti i casi di persistente o irregolare sanguinamento vaginale non diagnosticato, dovrebbero essere adottate adeguate misure diagnostiche, comprendenti accertamenti sull’endometrio, quando indicato, per escludere un’anomalia; la TOS deve essere rivalutata. E’ opportuno prendere in considerazione la dose minima e la minor durata della terapia. Condizioni che richiedono un particolare controllo Nel caso una delle seguenti condizioni sia presente, o sia stata presente in passato, e/o sia stata aggravata dalla gravidanza o da un precedente trattamento ormonale, la paziente deve essere seguita strettamente. Si tenga in considerazione che queste condizioni possono ripresentarsi od aggravarsi durante il trattamento con Estraderm MX: • leiomioma (fibroidi uterini) o endometriosi; • anamnesi o fattori di rischio per malattie tromboemboliche (vedere di seguito); • fattori di rischio per tumori estrogeno–dipendenti (es. eredità di primo grado per carcinoma mammario); • ipertensione; • epatopatie (es. adenoma epatico); • diabete mellito con o senza coinvolgimento vascolare; • colelitiasi; • emicrania o cefalea grave; • lupus eritematoso sistemico; • anamnesi d’iperplasia endometriale (vedere di seguito); • epilessia; • asma bronchiale; • otosclerosi. Nel caso in corso di TOS sia diagnosticato o sospettato un peggioramento delle condizioni sopra menzionate, il beneficio ed il rischio della TOS devono essere rivalutati caso per caso. Indicazioni per un’immediata sospensione del trattamento Il trattamento deve essere immediatamente sospeso nel caso venga evidenziata l’esistenza di una controindicazione (come descritto nel paragrafo 4.3) e nei seguenti casi: • ittero o deterioramento della funzione epatica; • aumento significativo della pressione arteriosa; • insorgenza di cefalea di tipo emicranico; • gravidanza.