CLEOCIN CREMA VAG 40G 2%+7APPL -Effetti indesiderati
CLEOCIN è generalmente ben tollerato. Gli effetti collaterali più frequentemente riportati sono stati cervico-vaginiti e vulvo-vaginiti sostenute da Candida Albicans e Trichomonas vaginalis, irritazione vulvare. La sicurezza d’impiego della crema vaginale a base di clindamicina è stata valutata sia in pazienti non in stato di gravidanza sia in pazienti durante il secondo e terzo trimestre di gestazione. I seguenti effetti indesiderati sono stati riscontrati in meno del 10% delle pazienti;in particolare, le frequenze sono riportate come segue: Comune: ≥ 1/100 e < 1/10; Non comune: ≥1/1.000 e < 1/100 oppure Non nota: la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili.
Classificazione per organo, sistema/apparato | Frequenza | Effetti indesiderati |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Non comune | Vertigini |
Patologie endocrine | Non nota | Ipertiroidismo |
Patologie gastrointestinali | Comune | Crampi addominali |
| Non comune | Dolore addominale generalizzato, alitosi, diarrea, nausea, vomito, stipsi, dispepsia, flatulenza |
| Non nota | Dolore addominale localizzato dilatazione addominale, disturbi gastrointestinali |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Non nota | Gonfiore da infiammazione, dolore generalizzato |
Infezioni ed infestazioni | Comune | Candidiasi vaginale, vulvovaginite |
| Non comune | Vaginite/infezione vaginale, infezioni del tratto urinario, candidiasi diffusa, infezioni fungine |
| Non nota | Vaginite da Trichomonas, infezioni batteriche, infezioni del tratto respiratorio superiore, candidiasi (cute) |
Disturbi del sistema immunitario | Non comune | Reazioni allergiche |
Esami diagnostici | Non nota | Test microbiologici alterati |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Non nota | Dolore dorsale |
Patologie del sistema nervoso | Non comune | Cefalea, giramenti di testa |
| Non nota | Alterazione del gusto |
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali | Non nota | Travaglio innaturale |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Comune | Patologie vulvovaginali |
| Non comune | Dolore vaginale, secrezioni vaginali |
| Non nota | Disturbi mestruali, metrorragia, endometriosi, dolore pelvico |
Patologie renali e urinarie | Non comune | Disuria, glicosuria, proteinuria |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Non comune | Epistassi |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Comune | Prurito (sito diverso da quello di applicazione) |
| Non comune | Rash, eritema, orticaria |
| Non nota | Rash maculopapulare |
Dopo applicazione per via vaginale l’assorbimento sistemico della clindamicina è minimo (massimo 7-8% dopo applicazione ripetuta). Comunque, attualmente non è possibile escludere la possibilità di comparsa di reazioni comunemente osservate con la somministrazione orale o parenterale di clindamicina, quali:
Patologie del sistema emolinfopoietico: si sono verificati casi di neutropenia (leucopenia) ed eosinofilia transitorie, agranulocitosi e trombocitopenia, in cui non è stata dimostrata una sicura correlazione eziologica con la clindamicina.
Disturbi del sistema immunitario: reazioni anafilattoidi.
Patologie del sistema nervoso: disgeusia.
Patologie gastrointestinali: dolore addominale, esofagite, ulcera esofagea, nausea, vomito e diarrea.
Patologie epato-biliari: durante il trattamento con clindamicina sono state osservate alterazioni dei parametri della funzionalità epatica ed ittero.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: durante il trattamento sono stati osservati esantemi maculopapulosi ed orticaria. Gli effetti collaterali riportati più frequentemente sono gli esantemi morbilliformi generalizzati di grado lieve o moderato. Rari casi di eritema multiforme sono stati correlati alla clindamicina. Qualora si verificasse una di queste reazioni la terapia con clindamicina deve essere sospesa. Se le reazioni sono gravi, trattarle come di consueto (adrenalina, corticosteroidi, antistaminici). Sono stati riportati casi di prurito, vaginite e rari casi di dermatite esfoliativa e vescicolo-bollosa. Nella fase successiva alla commercializzazione sono stati riportati rari casi di necrolisi epidermica tossica e casi tipo sindrome di Stevens-Johnson. A seguito di somministrazione di clindamicina, sia per via topica che sistemica, sono stati segnalati casi di: diarrea, diarrea emorragica, colite (inclusa grave colite pseudomembranosa). Il medico pertanto deve valutare il possibile sviluppo di diarrea e coliti antibiotico-dipendenti. Queste ultime possono insorgere durante la somministrazione od anche dopo 2 o 3 settimane dalla fine della terapia. Dagli studi è emerso che una delle cause primarie delle coliti antibiotico-dipendenti è rappresentata da una tossina prodotta dai clostridia. Questi tipi di colite sono di solito caratterizzati da grave e persistente diarrea e da intensi crampi addominali, con possibile presenza di sangue e muco nelle feci. Nel caso di grave diarrea si consiglia di effettuare un esame rettosigmoidoscopico. La presenza di colite può essere ulteriormente confermata dall’esame colturale delle feci per il
C. difficile in un terreno selettivo e dal saggio per la tossina del
C. difficile. Farmaci antiperistaltici, gli oppiacei e il difenossilato con atropina, possono prolungare o peggiorare il quadro morboso. Pertanto in caso di diarrea, l’applicazione del farmaco deve essere immediatamente interrotta e deve essere istituita dal medico terapia idonea. La vancomicina si è dimostrata efficace nel trattamento della colite pseudomembranosa indotta dagli antibiotici e causata dal
Clostridium difficile. Solitamente, negli adulti, la dose giornaliera varia da 500 mg a 2 g di vancomicina, per via orale, suddivisa in 3-4 somministrazioni per 7-10 giorni. Sono stati descritti alcuni rari casi di ricaduta dopo il trattamento con vancomicina. Casi di colite di modesta entità possono regredire alla semplice sospensione della terapia. Nei casi, da moderati a gravi, si consiglia di somministrare liquidi, elettroliti e proteine, a seconda della necessità. La colestiramina si lega alla tossina
in vitro: però questa resina si lega anche alla vancomicina. Pertanto nel caso di somministrazione contemporanea di colestiramina e vancomicina è consigliabile somministrare ciascun farmaco ad orari diversi. Nei casi di colite vanno comunque considerate tutte le altre possibili cause.