ACIDO ALENDRON ALT 4CPR 70MG -Avvertenze e precauzioni
Reazioni avverse del tratto gastrointestinale superiore L’ACIDO ALENDRONICO ALTER può causare irritazione locale della mucosa del tratto gastrointestinale superiore. A causa del rischio di aggravamento della patologia di base, usare cautela nel somministrare ACIDO ALENDRONICO ALTER a pazienti con patologie attive a livello del tratto gastrointestinale superiore, ad esempio disfagia, malattia esofagea, gastrite, duodenite, ulcere, oppure con recente anamnesi (negli ultimi 12 mesi) di grave patologia gastrointestinale, come ulcera peptica o con sanguinamento gastrointestinale attivo, oppure reduci da un intervento chirurgico del tratto gastrointestinale superiore, esclusa la piloroplastica (vedere paragrafo 4.3). In pazienti con esofago di Barrett già noto, i medici prescrittori devono valutare i benefici ed i rischi potenziali dell’ACIDO ALENDRONICO ALTER su base individuale. Nei pazienti in trattamento con ACIDO ALENDRONICO ALTER sono state riportate reazioni esofagee (talvolta gravi e necessitanti il ricovero), come esofagite, ulcere ed erosioni esofagee, in rari casi seguite da stenosi esofagee. Pertanto, i medici devono prestare particolare attenzione alla comparsa di segni o sintomi indicativi di possibile reazione esofagea e i pazienti devono essere istruiti a interrompere l’assunzione di ACIDO ALENDRONICO ALTER e rivolgersi a un medico se insorgono sintomi di irritazione esofagea, quali disfagia, deglutizione dolorosa o dolore retrosternale, insorgenza o peggioramento di pirosi. Il rischio di eventi indesiderati gravi a livello esofageo sembra maggiore nei pazienti che non assumono l’ACIDO ALENDRONICO ALTER in modo corretto e/o che continuano ad assumerlo anche dopo l’esordio di sintomatologia indicativa di irritazione esofagea. È molto importante fornire al paziente istruzioni complete sulle modalità di assunzione, e che egli le comprenda appieno (vedere paragrafo 4.2). I pazienti devono essere informati che il mancato rispetto delle presenti istruzioni può accrescere il rischio dell’esordio di problemi esofagei. Sebbene dalle numerose sperimentazioni cliniche non sia emerso un innalzamento del rischio, sono stati riferiti rari casi (post–marketing) di ulcere gastriche e duodenali, talvolta gravi e con complicanze. Osteonecrosi mandibolare Nei pazienti affetti da cancro e trattati con regimi che comprendevano principalmente bifosfonati per via endovenosa è stata riferita osteonecrosi mandibolare, generalmente associata a estrazione dentale e/o infezione locale (compresa osteomielite). Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. Sono stati segnalati casi di osteonecrosi mandibolare anche in pazienti con osteoporosi in trattamento con bifosfonati orali. Considerare i fattori di rischio seguenti al momento di valutare il rischio dello sviluppo di osteonecrosi mandibolare per il soggetto: • potenza del bifosfonato (massima per l’acido zoledronico), via di somministrazione (vedere sopra) e dose cumulativa• cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, tabagismo • anamnesi di malattie dentarie, scarsa igiene orale, malattia periodontale, procedure odontoiatriche invasive e protesi sub–ottimali. Prima di somministrare bifosfonati orali a pazienti con scarso stato dentario deve essere preso in considerazione un esame odontoiatrico con appropriate misure preventive. Durante il trattamento, se possibile questi pazienti devono evitare procedure odontoiatriche di tipo invasivo. Nei pazienti che sviluppano osteonecrosi mandibolare durante la terapia con bifosfonati, la chirurgia odontoiatrica può aggravare i disturbi. Non vi sono dati disponibili per i pazienti che richiedono procedure odontoiatriche, in merito alla possibile riduzione del rischio di osteonecrosi mandibolare con la cessazione della terapia con bifosfonati. Il programma di gestione di ciascun paziente deve basarsi sul giudizio clinico del medico curante e sulla valutazione caso per caso del rapporto rischio/beneficio. Durante il trattamento con bifosfonati tutti i pazienti devono essere incoraggiati a mantenere buoni livelli di igiene orale, a sottoporsi a regolari controlli dal dentista e a segnalare qualsiasi sintomo orale, come mobilità dentale, dolore o gonfiore. Osteonecrosi del canale uditivo È stata riferita osteonecrosi del canale uditivo esterno in concomitanza con l’uso di bisfosfonati, prevalentemente in associazione a terapie di lungo termine. Tra i possibili fattori di rischio dell’osteonecrosi del canale uditivo esterno sono inclusi l’uso di steroidi e la chemioterapia e/o fattori di rischio locali quali infezioni o trauma. L’eventualità di osteonecrosi del canale uditivo esterno deve essere valutata in pazienti trattati con bisfosfonati che presentano sintomi a carico dell’orecchio, tra cui infezioni croniche dell’orecchio. Dolore muscoloscheletrico Nei pazienti in trattamento con bifosfonati è stato segnalato dolore osseo, articolare e/o muscolare. Nell’esperienza post–marketing, raramente questi sintomi sono stati di entità grave e/o hanno causato disabilità (vedere paragrafo 4.8). I tempi di esordio dei sintomi hanno variato da un giorno a vari mesi dall’inizio del trattamento. Gran parte dei pazienti ha trovato sollievo dai sintomi una volta cessata la terapia. In un sottogruppo di pazienti, con una nuova somministrazione dello stesso farmaco o di un altro bifosfonato si avevano recidive dei sintomi. Fratture atipiche del femore Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini a evidenze radiografiche di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. È stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bisfosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale. Durante il trattamento con bisfosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore Nell’esperienza post–marketing, ci sono stati rari casi di reazioni cutanee severe inclusa la sindrome di Stevens Johnson e necrolisi epidermica tossica. Dose dimenticata I pazienti devono essere informati che se dimenticano una dose di ACIDO ALENDRONICO ALTER, dovranno prendere una compressa il mattino successivo al giorno in cui se ne sono accorti. Inoltre, non devono prendere due compresse lo stesso giorno ma tornare alla consueta assunzione di una compressa alla settimana, nel giorno prestabilito. Compromissione renale L’uso di ACIDO ALENDRONICO ALTER non è consigliato nei pazienti con compromissione della funzione renale e VFG inferiore a 35 ml/min.(vedere paragrafo 4.2). Metabolismo osseo e minerale Per l’osteoporosi devono essere prese in considerazione cause diverse da carenza di estrogeni ed età. Prima di iniziare il trattamento con ACIDO ALENDRONICO ALTER bisogna correggere l’ipocalcemia (vedere paragrafo 4.3). Si devono trattare efficacemente anche i disturbi che interferiscono con il metabolismo dei minerali (come la carenza di vitamina D e l’ipoparatiroidismo). Nei pazienti affetti da tali condizioni cliniche, durante il trattamento con ACIDO ALENDRONICO ALTER monitorare i livelli sierici di calcio e la comparsa di sintomi ipocalcemici. Considerati gli effetti positivi dell’ACIDO ALENDRONICO ALTER nell’incremento della mineralizzazione dell’osso, sono possibili riduzioni dei livelli sierici di calcio e di fosfato, in particolare nei pazienti che assumono glucocorticoidi, nei quali l’assorbimento del calcio potrebbe essere ridotto. Normalmente si tratta di diminuzioni contenute e asintomatiche. Tuttavia, vi sono state rare segnalazioni di ipocalcemia sintomatica, che occasionalmente sono state di grave entità e sono spesso insorte in pazienti con condizioni predisponenti (es. ipoparatiroidismo, deficit di vitamina D e malassorbimento di calcio). Nei pazienti trattati con glucorticoidi è particolarmente importante assicurare un adeguato apporto di calcio e di vitamina D.