ATC: N06AX16 | Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI |
Presenza Glutine: ![]() |
Classe 1: A | Forma farmaceutica: CAPSULE RIGIDE RP |
Presenza Lattosio: ![]() |
• Trattamento degli episodi di depressione maggiore • Prevenzione delle recidive degli episodi di depressione maggiore • Trattamento del disturbo d’ansia generalizzato • Trattamento del disturbo d’ansia sociale • Trattamento del disturbo di panico, con o senza agorafobia
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Inibitori della Monoaminossidasi (I-MAO) MAO-I irreversibili non selettivi Non si usi venlafaxina in associazione con I-MAO irreversibili non selettivi. Devono trascorrere almeno 14 giorni dalla sospensione del trattamento con un I-MAO irreversibile non-selettivo prima di iniziare un trattamento con venlafaxina. Devono trascorrere almeno 7 giorni dalla sospensione di venlafaxina prima di iniziare un trattamento a base di inibitori MAO irreversibili non selettivi (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). I-MAO reversibile, selettivo (moclobemide) A causa del rischio di sindrome da serotonina si sconsiglia l’associazione di venlafaxina con un I-MAO reversibile e selettivo. Dopo il trattamento con un I-MAO reversibile, si può attendere un periodo di astinenza inferiore a 14 giorni prima di iniziare il trattamento con venlafaxina. Si consiglia di far trascorrere almeno 7 giorni dalla sospensione di venlafaxina prima di iniziare un trattamento con un I-MAO reversibile (vedere paragrafo 4.4). I-MAO reversibile, non-selettivo (linezolid) L'antibiotico linezolid è un I-MAO debolmente reversibile e non-selettivo e non deve essere somministrato a pazienti trattati con venlafaxina (vedere paragrafo 4.4). Sono state segnalate gravi reazioni avverse in pazienti che dopo aver recentemente sospeso un I-MAO sono passati a venlafaxina oppure hanno recentemente sospeso una terapia con venlafaxina prima di passare ad un I-MAO. Queste reazioni includevano tremore, mioclonia, diaforesi, nausea, vomito, vampate, capogiri e ipertermia con manifestazioni rassomiglianti la sindrome neurolettica maligna, crisi convulsive e morte. Sindrome da serotonina Come con altri agenti serotoninergici, con la venlafaxina si può verificare la sindrome da serotonina, una condizione potenzialmente fatale, soprattutto con l’uso concomitante di altri farmaci che possono modulare il sistema di neurotrasmissione serotoninergica (come i triptani, gli SSRI, gli SNRI, il litio, la sibutramina, l’Erba di san Giovanni [Hypericum perforatum], il fentanil e i suoi analoghi, il tramadolo, il destrometorfano, il tapentadolo, la petidina, il metadone e la pentazocina), con medicinali che interferiscono con il metabolismo della serotonina (come gli I-MAO per es. blu di metilene), con precursori della serotonina (come i supplementi di triptofano) o con antipsicotici o altri antagonisti della dopamina (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Se il trattamento concomitante con un SSRI/SNRI o un agonista dei recettori serotonerigici (triptano) è clinicamente garantito, si consiglia un attento monitoraggio del paziente, soprattutto all'inizio del trattamento ed in fase di incrementi posologici. L’uso concomitante di venlafaxina con precursori della serotonina (quali i supplementi a base di triptofano) è sconsigliato (vedere paragrafo 4.4). Sostanze attive sul Sistema Nervoso Centrale (SNC) Non è stato valutato sistemicamente il rischio connesso all’uso di venlafaxina in associazione con altre sostanze attive sul SNC. La co-somministrazione di venlafaxina con altre sostanze attive sul SNC deve pertanto avvenire con prudenza. Etanolo È stato dimostrato che la venlafaxina non aumenta la compromissione delle capacità mentali e motorie causate dall'etanolo. Si deve comunque raccomandare ai pazienti di evitare l'assunzione di alcool, come nel caso di tutte le altre sostanze attive sul SNC. Medicinali che prolungano l’intervallo QT Il rischio di un prolungamento dell’intervallo QTc e/o di aritmie ventricolari (per es. TdP) è aumentato con l’uso concomitante di altri medicinali che prolungano l’intervallo QTc. La co-somministrazione di tali medicinali deve essere evitata (vedere paragrafo 4.4). Classi rilevanti includono: • antiaritmici di classe Ia e III (per es. chinidina, amiodarone, sotalolo, dofetilide); • alcuni antipsicotici (ad es. tioridazina); • alcuni macrolidi (ad es. eritromicina); • alcuni antistaminici; • alcuni antibiotici chinolonici (ad es. moxifloxacina). Il suddetto elenco non è esaustivo ed altri medicinali noti per prolungare in modo significativo l’intervallo QT devono essere evitati. Effetti della venlafaxina su altri medicinali metabolizzati dagli isoenzimi del citocromo P450 Studi in vivo indicano che la venlafaxina è un inibitore relativamente debole del CYP2D6. La venlafaxina non inibisce il CYP3A4 (alprazolam e carbamazepina), il CYP1A2 (caffeina), e il CYP2C9 (tolbutamide) o il CYP2C19 (diazepam) in vivo. Effetto di altri medicinali sulla venlafaxina Ketoconazolo (inibitore del CYP3A4) Uno studio farmacocinetico con ketoconazolo condotto su grandi metabolizzatori (EM) e scarsi metabolizzatori (PM) del CYP2D6 ha dimostrato un aumento dell’AUC di venlafaxina (70% e 21% rispettivamente nei soggetti PM e EM del CYP2D6) e di O-demetilvenlafaxina (33% e 23% rispettivamente nei soggetti PM e EM del CYP2D6) in seguito alla somministrazione di ketoconazolo. L’uso concomitante degli inibitori del CYP3A4 (ad es atazanavir, claritromicina, indinavir, itraconazolo, voriconazolo, posaconazolo, ketoconazolo, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, telitromicina) e venlafaxina può aumentare i livelli di venlafaxina e O-demetilvenlafaxina. Si consiglia pertanto cautela nei pazienti che devono essere trattati con un inibitore del CYP3A4 e venlafaxina contemporaneamente. Effetto della venlafaxina su altri medicinali Litio L’uso concomitante di venlafaxina e litio può comportare la comparsa della sindrome da serotonina (vedere Sindrome da serotonina). Diazepam La venlafaxina non influenza la farmacocinetica e la farmacodinamica del diazepam e del suo metabolita attivo, demetildiazepam. Il diazepam non sembra influenzare la farmacocinetica né di venlafaxina né di Odemetilvenlafaxina. Non è nota l'esistenza di un'interazione farmacocinetica e/o farmacodinamica con altre benzodiazepine. Imipramina La venlafaxina non modifica la farmacocinetica dell'imipramina e della 2-OH-imipramina. Dopo somministrazione di venlafaxina in dosi variabili da 75 mg a 150 mg/die si è verificato un aumento dosedipendente dell’AUC della 2-OH-desipramina di 2,5-4,5 volte. L’imipramina non modifica la farmacocinetica della venlafaxina e dell’O-demetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non è noto. La cosomministrazione di venlafaxina e imipramina richiede cautela. Aloperidolo Uno studio farmacocinetico con aloperidolo ha mostrato una riduzione del 42% della clearance orale totale, un aumento del 70% dell'AUC, un aumento dell'88% della Cmax ma nessuna alterazione dell’emivita di aloperidolo. Si tenga presente questo in pazienti trattati contemporaneamente con aloperidolo e venlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non è noto. Risperidone La venlafaxina ha aumentato l’AUC di risperidone del 50% ma non ha alterato significativamente il profilo farmacocinetico della porzione totale attiva (risperidone più 9-idrossirisperidone). Il significato clinico di questa interazione non è noto. Metoprololo La somministrazione concomitante di venlafaxina e metoprololo in volontari sani nell’ambito di uno studio di interazione farmacocinetica relativo ad entrambi i prodotti medicinali ha determinato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di metoprololo di circa 30-40% senza tuttavia alterare le concentrazioni plasmatiche del suo metabolita attivo, α-idrossimetoprololo. La rilevanza clinica di questo risultato nei pazienti ipertesi non è nota. Il metoprololo non ha modificato il profilo farmacocinetico della venlafaxina o del suo metabolita attivo, O-demetilvenlafaxina. La co-somministrazione di venlafaxina e metoprololo richiede cautela. Indinavir Uno studio di farmacocinetica con l'indinavir ha mostrato una diminuzione del 28% della AUC e del 36% della Cmax dell'indinavir. L’indinavir non modifica la farmacocinetica della venlafaxina e dell’Odemetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non è noto. Contraccettivi orali Durante l’esperienza post-marketing, sono state riportate gravidanze non attese in soggetti che assumevano contraccettivi orali durante il trattamento con la venlafaxina. Non c’è chiara evidenza che tali gravidanze siano state il risultato dell’interazione farmacologica con la venlafaxina. Non sono stati effettuati studi di interazione di venlafaxina con contraccettivi ormonali.Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Venlafaxina EG Laboratori Eurogenerici 37,5 mg capsule rigide a rilascio prolungato: Ogni capsula contiene 42,45 mg di venlafaxina cloridrato equivalente a 37,5 mg di venlafaxina. Venlafaxina EG Laboratori Eurogenerici 75 mg capsule rigide a rilascio prolungato: Ogni capsula contiene 84.9 mg di venlafaxina cloridrato equivalente a 75 mg di venlafaxina. Venlafaxina EG Laboratori Eurogenerici 150 mg capsule rigide a rilascio prolungato: Ogni capsula contiene 169,8 mg di venlafaxina cloridrato equivalente a 150 mg di venlafaxina. Eccipienti con effetto noto: Contiene 0,2 mg di rosso allura AC (E129) e 0,4 mg di giallo tramonto FCF (E110). Venlafaxina EG Laboratori Eurogenerici 225 mg capsule rigide a rilascio prolungato: Ogni capsula contiene 254,7 mg di venlafaxina cloridrato equivalente a 225 mg di venlafaxina. Eccipienti con effetto noto: Contiene 0,02 mg di carmoisina. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.