Il mal di rumore? Esiste!

L’inquinamento acustico delle grandi città di tutto il mondo può avere ripercussioni sulla salute



Le grandi città di tutto il mondo, ma specialmente quelle degli Stati Uniti e dell’Italia, sono davvero troppo rumorose. Secondo il rapporto internazionale "Coping with noise", promosso da Amplifon, circa un terzo della popolazione è esposta ad un eccesso di rumore che può danneggiare non poco lo stato di salute.

Si stima infatti che l’eccessiva rumorosità urbana possa aumentare del 30% la probabilità di sviluppare disturbi uditivi, nonché raddoppiare il rischio di sviluppare disturbi dell’umore, insonnia, difficoltà di concentrazione e mal di testa.


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L’Italia è davvero un Paese rumoroso, secondo solo agli Stati Uniti: molto più silenziosi risultano invece essere paesi come la Francia, l’Inghilterra, il Portogallo, i Paesi Bassi e la Germania.

La città italiana più rumorosa in assoluto è Napoli, seguita a ruota da Roma, Milano e Torino: Napoli peraltro è risultata essere la terza città per intensità di rumore, preceduta solo da Los Angeles e New York, la più rumorosa in assoluto.

Le principali fonti di rumore sono costituite dal traffico stradale, dal chiacchiericcio fra le persone, dalla musica di sottofondo e dal trasporto pubblico.

Troppo rumore stressa e danneggia la salute: secondo alcuni studi, una riduzione di 5 decibel nel rumore normalmente avvertito sarebbe già sufficiente a diminuire dell’1,4% la prevalenza di ipertensione nella popolazione, e dell’1,8% quella di coronaropatie e infarti.

Solo in Italia, un calo fondamentalmente piccolo nel rumore percepito (5 decibel appunto) porterebbe a stimare 200.000 ipertesi e 2.000 infarti in meno all’anno.

Pochi cittadini immaginano gli effetti davvero sfavorevoli del rumore sulla salute: solo una persona su due immagina che il rumore possa essere causa di stress, compromettere il sonno e rendere irritabili, mentre meno di una persona su dieci immagina che il rumore possa incidere negativamente sulla salute cardiovascolare.

La metà della popolazione poi, ignora che un’esposizione frequente e prolungata ai rumori può danneggiare l’udito.

L’importante, dunque, è non subire ed essere vittime del rumore: chi abita su strade molto rumorose dovrebbe dotare la propria abitazione di doppi vetri, abituarsi ad abbassare il volume della musica, evitare gli auricolari per ascoltare la musica e dotarsi di cuffie professionali per attutire i rumori se il proprio lavoro espone a stress acustico.

Anche le istituzioni dovrebbero intervenire, per esempio tramite la riduzione dei decibel consentiti nei locali pubblici.

«L’esposizione al rumore può determinare danni anatomici e funzionali all’apparato uditivo, danni che possono dipendere dall’intensità, dalla durata, dall’esposizione e dalla suscettibilità che ogni persona ha nei confronti del rumore» spiega Giancarlo Cianfrone, Professore Ordinario di Audiologia e Direttore del Dipartimento Organi di Senso, Università degli Studi di Roma La Sapienza.

«La sofferenza uditiva, oltre a poter determinare nel corso della vita una perdita dell’udito, può preludere anche alla comparsa degli acufeni, considerati come percezioni fantasma di suoni, e dell’iperacusia, un’intolleranza ai suoni esterni, anche lievi e moderati – prosegue l’esperto – I soggetti più suscettibili e vulnerabili al rumore sono da una parte i giovani e gli adolescenti che spesso ascoltano la musica a tutto volume, e dall’altra gli anziani, per i quali ai danni provocati dai rumori spesso si sommano gli effetti prodotti dal possibile utilizzo di farmaci ototossici e da un maggior rischio metabolico e cardiovascolare».

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