Vorrei una bacchetta magica per far sparire tutto questo grasso! Quante volte l’hai pensato salendo sulla bilancia o tirando su la zip di quei jeans che non vogliono saperne di chiudersi? Eppure quelle cellule adipose, che a te sembrano solo “odiati cuscinetti” e maniglie dell’amore, in realtà non sono tutte uguali. Tra loro, se ne celano alcune “speciali”, che, opportunamente stimolate, potrebbero paradossalmente essere la chiave di volta per la lotta all’obesità e ai chili di troppo.
Sono le cellule di grasso beige: la scoperta è americana, ma si deve a un centro di eccellenza tutto italiano (il Natural Biomedicine di Aboca) l’individuazione dei fitocomposti che le attivano. Abbiamo intervistato la coordinatrice di questa ricerca rivoluzionaria, per scoprire quali sostanze vegetali spingono il corpo a produrre questi grassi che “sciolgono i grassi” e un nutrizionista per capire come introdurle nella nostra alimentazione quotidiana.
Cinquanta sfumature di... adipociti
«Contrariamente a quello che si pensa, il grasso del nostro corpo non è tutto uguale», dice Valentina Mercati, coordinatrice della ricerca di Natural Biomedicine, società di cui è anche presidente. «Abbiamo un grasso bianco, il più odiato e più difficile da mandar via: serve al corpo per accumulare scorte di energia ma, se è in eccesso, si trasforma in rotolini e chili di troppo. E abbiamo anche grassi più “colorati” e, paradossalmente, “dimagranti”. Le cellule che compongono il grasso bruno, per esempio, mantengono costante la nostra temperatura bruciando i depositi di grasso per produrre calore (la cosiddetta termogenesi)». Ma è sulle cellule che compongono il grasso beige, la scoperta più recente, che si stanno concentrando le ricerche scientifiche internazionali.
Il potere di semi d’uva, tè verde e cardo mariano
Gli adipociti beige, individuati per la prima volta dai ricercatori dell’Harvard Medical School di Boston, sono dei veri e propri forni bruciagrassi: capire come fare ad attivarli equivale a capire come dimagrire. «Finora», continua Mercati, «sapevamo che si generano dalla scissione delle cellule di grasso bianco, i cui depositi si sciolgono “colorandosi” (diventano beige: per questo, il meccanismo si chiama White Adipose Tissue browning, ossia “brunitura” del tessuto adiposo bianco) e che questo succede quando facciamo attività fisica, per dare energia ai muscoli.
Dopo anni di ricerche e grazie a software e macchinari unici in Europa, nei nostri laboratori abbiamo capito che c’è un modo meno faticoso per attivarli: introducendo nell’organismo determinati composti vegetali. Le sostanze presenti in semi d’uva, mate, tè verde, carciofo e cardo mariano sono risultate le più attive. E paiono potenziate quando agiscono in sinergia: per questo abbiamo appena creato un innovativo complesso molecolare naturale (detto Adiprofen) ricco in procianidine, acidi clorogenici, flavonolignani e flavanoli estratti da queste piante».
I cibi sì e i cibi no
«Le ricerche più all’avanguardia nella lotta contro l’obesità», ci spiega il nutrizionista Pier Luigi Rossi, «sono concentrate sui nutrienti utili a far sviluppare questi adipociti beige. Abbiamo, infatti, capito che i chili di troppo sono generati dall’eccessivo stoccaggio di grassi all’interno degli adipociti bianchi: spingere il corpo a produrre adipociti beige, quindi, contribuisce a “svuotare” gli adipociti bianchi del grasso accumulato. Con vantaggi immediati sulla riduzione del peso corporeo e sulle malattie legate all’infiammazione».
Come fare a tavola? «Abbiamo scoperto che ci sono cibi che ostacolano la formazione degli adipociti beige e che è bene limitare: sono quelli ricchi di acido arachinodico e Omega 6 (alimenti di origine animale, oli di semi, snack e cibi preconfezionati). Al contrario, cibi ricchi di acido retinoico, come gli ortaggi di colore giallo-arancio (carote, zucche, peperoni), meglio se cotti e serviti con un filo d’olio a crudo, sembrano incentivarne la formazione».
L’ormone che genera massa magra
Sudare e muoversi, si sa, fa bene, ma da oggi hai un altro ottimo motivo per alzarti dal divano. Il nutrizionista Pierluigi Rossi spiega che un’attività motoria aerobica, o una di resistenza come sollevare piccoli pesi, stimola la produzione di irisina, un ormone “messaggero” che, dopo essere stato prodotto dai muscoli durante l’allenamento, entra in circolo spingendo gli adipociti bianchi a trasformarsi in adipociti beige all’interno del tessuto adiposo. L’irisina aiuta quindi a convertire il grasso in massa magra, facendoci “bruciare” anche dopo la fine dell’allenamento. Inoltre, l’irisina aumenta l’efficienza degli ormoni tiroidei, con il risultato di indurre un maggior consumo energetico, e migliora la sensibilità insulinica delle cellule, inducendo una riduzione della massa grassa.
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Articolo pubblicato sul n. 45 di Starbene, in edicola dal 22 ottobre 2019