Integratori probiotici: i 4 migliori
Abbiamo analizzato 10 prodotti in vendita in farmacia. Ecco i 4 che hanno superato a pieni voti il nostro test: privi di lattosio, forniscono i ceppi batterici più efficaci nel riequilibrare la flora intestinale
Gonfiore addominale, meteorismo, dissenteria o, al contrario, stitichezza. Sono solo alcuni dei sintomi di una disbiosi intestinale, un’alterazione della flora batterica che vive nel nostro intestino. Per contrastare il problema è indicata l’assunzione di integratori di probiotici, da soli o in associazione a cure specifiche. Noti anche come fermenti lattici, sono microrganismi vivi che raggiungono, riequilibrano e rinfoltiscono le schiere dei batteri naturalmente presenti nell’intestino. In commercio, nelle farmacie e parafarmacie, ne esistono moltissimi: ne abbiamo esaminati 10 e premiati 4.
Che cosa è stato valutato
Durante il test è stata innanzitutto analizzata la tipologia di batteri presenti: «Sono da preferire quelli che, da soli o in mix, hanno un’efficacia comprovata. Come per esempio il lactobacillus paracasei o il lactobacillus rhamnosus. O, ancora, la miscela costituita da streptococcus termophilus, bifidobcterium breve e animalis lactis, lactobacillus acidophilus, plantarum, paracasei ed helveticus», spiega il dottor Edoardo Savarino, gastroenterologo e ricercatore dell’Università degli studi di Padova. Inoltre, sono state considerate la formulazione e la quantità di probiotici: «Per svolgere la loro funzione, devono arrivare vivi e attivi a livello intestinale, quindi occorre che siano incapsulati per risultare gastroresistenti oppure in numero molto elevato (almeno 1 miliardo di cellule vive per ceppo, al giorno), in modo da assicurare che una quantità adeguata giunga all’obiettivo», continua l’esperto. Infine, sono stati premiati i prodotti che possono essere assunti durante una terapia antibiotica perché resistenti a questi farmaci, e privi di lattosio, che potrebbe favorire i sintomi da intolleranza.
L’ingrediente in più
«La presenza di prebiotici, particolari tipi di zuccheri (come l’inulina o i frutto-oligosaccaridi) offre un vantaggio extra», spiega la dottoressa Mariasandra Aicardi. «Queste fibre solubili arrivano integre nell’intestino e diventano nutrimento per i batteri buoni, favorendo sia la proliferazione dei ceppi introdotti con l’integratore, sia di quelli già presenti nella flora», conclude l’esperta.
ECCO I 4 INTEGRATORI PROBIOTICI MIGLIORI:
Il nostro lab: Dott.ssa Mariasandra Aicardi, titolare della farmacia Aicardi di Bologna; Dott. Edoardo Savarino, gastroenterologo e ricercatore dell’Università degli studi di Padova
Articolo pubblicato sul n° 24 di Starbene in edicola dal 29 maggio 2018