Tornano le foto istantanee

L’altra sera ero a cena a casa di amici e a un certo punto uno di loro tira fuori una macchina fotografica tipo Polaroid, ve la ricordate? Una di quelle macchine che scattano la foto e nell’arco di pochi minuti la fanno uscire già stampata. Sembrava di essere tornati negli anni 80, quando sembrava un miracolo poter fare una istantanea, ovvero scattare una foto e vederla immediatamente stampata, senza dover andare in laboratorio dal fotografo a farla sviluppare. Beh, a quanto pare, nell’era delle macchine digitali e degli smartphone che fanno foto con risoluzione altissima, tornano di moda le fotocamere vintage, con pellicola autosviluppante. I numeri sono impressionanti: solo Fujifilm l’anno scorso ha venduto 5milioni di Instax Mini 8. Ed è ancora più sorprendente se si pensa che a decretare questo successo sono soprattutto i più giovani, i Millennials, e non la generazione più nostalgica dei 50enni. C’è chi si è messo a studiare questo fenomeno, apparentemente in controtendenza: sembra che rappresenti anche la necessità di tornare a una vita più vera, meno virtuale. Con la foto stampata non si possono più fare scatti senza fine, come con il cellulare. Bisogna imparare a essere precisi, a scegliere, selezionare e rinunciare al superfluo. E prendere coscienza del fatto che le possibilità non sono infinite, come potrebbe sembrare con una macchina digitale. E per i selfie? Da un punto di vista strettamente psicologico, la concretezza di un ritratto di sé diventa un antidoto alla dispersione del virtuale. Invece di frammentare la propria identità in mille canali, l’istantanea con i suoi aspetti sensoriali, visto che si può toccare e odorare, dà l’opportunità di ritrovarsi e di scegliere un’immagine convincente di se stessi, a cui affezionarsi inevitabilmente.