Quando, qualche anno fa, sono stati riscoperti i terrarium in molti hanno pensato a una moda passeggera. Invece erano tornati per restare e oggi sono più trendy che mai, veri oggetti di design.
«Questi piccoli paesaggi vegetali rispondono a un bisogno profondo. La specie umana è nata e si è evoluta in mezzo alla natura. Ha sviluppato un legame particolare per tutto ciò che è vivo. È questa biofilia che rende rigenerante il verde nelle nostre case e i terrarium permettono di avere un giardino a chi non possiede nemmeno un davanzale», spiega Stefano Tubaldo, i cui lavori sono conosciuti a livello internazionale.
«Inoltre, ci si diverte un sacco a creare o arricchire un piccolo mondo vegetale, perciò l’evoluzione è continua. Per esempio, una delle ultime tendenze è la costruzione di paesaggi sempre più completi. Oltre a sassi e legni, nelle composizioni sono arrivati anche steccati, panchine e personaggi. Io ho provato a inserire anche dei bonsai, andando a riscoprire una mia vecchia passione».
Diverse soluzioni possibili
Il terrarium classico è stato affiancato da mossarium e paludarium. «Quello tradizionale, chiuso con un coperchio di vetro, è una piccola serra che ospita piante tropicali amanti di caldo e umidità», continua l’esperto. «Molto presto è stata creata la variante del terrarium aperto, il più facile di tutti, che invece utilizza cactus e piante succulente insieme a rocce, spesso semipreziose, per elaborare bellissime scenografie desertiche. Poi è arrivato il mossarium, che riunisce quelle composizioni dove il muschio (moss in inglese) è protagonista, insieme a qualche piccola felce. Infine, è arrivato il paludarium, un minuscolo stagno popolato da piante acquatiche e anfibie».
Per quanto riguarda quest’ultimo, però, è consigliato a chi ha il pollice verde perché con l’acqua aumenta la possibilità di marciume ed è necessaria un’illuminazione artificiale. Ora, se vuoi sperimentare i paesaggi terrestri non ti resta che seguire i consigli del nostro esperto.
Come si curano
I terrarium si innaffiano solo a terreno asciutto, ma prima che sia necessario possono volerci mesi. Quando è il momento usa acqua demineralizzata, da distribuire con uno spruzzino per evitare ristagni.
La danza del Marimo
Se sei affascinata dai paesaggi subacquei puoi muovere i primi passi con il Marimo, un’alga rotonda che cresce nelle acque di alcuni laghi freddi. Considerata in Giappone simbolo di amore e fortuna in tutte le fasi di cambiamento, ogni giorno si libra verso l’alto per poi scendere. A farla danzare è la luce: con la fotosintesi, infatti, produce delle bollicine che rimangono intrappolate nel suo manto, permettendole di galleggiare. Poi, mano a mano che il gas si libera nell’aria, si abbassa. Quindi, ha bisogno di una posizione luminosa, evitando però l’esposizione diretta al sole o la vicinanza a fonti di calore. Si coltiva nell’acqua demineralizzata, che va cambiata almeno ogni 15 giorni.
Se ti piacciono le atmosfere zen
L’effetto è quello di un acquerello giapponese e bastano pochi elementi per ottenerlo. Comincia con il substrato, inserendo una base di ghiaia in modo da drenare l’acqua in eccesso. Quindi, continua con uno strato sottile di carboni attivi triturati, che previene muffe e cattivi odori. Poi, distribuisci qualche centimetro di terriccio a base di torba e ricopri con del muschio, che assorbe l’acqua di troppo e crea l’effetto dell’erba. In questo caso le piante sono due: una felce Nephrolepis e un piccolo Ficus retusa.
Scegli specie piccole, che crescono lentamente, come per esempio Peperomia, Fittonia ed edera nana. Estraile dal vasetto, togli la terra in eccesso, quindi con un cucchiaio scava una buca e piantale. Poi bagna, chiudi con un coperchio e sistema il terrarium alla luce, senza esporlo direttamente a quella del sole.
Il mossarium “abitato”
Con il muschio è facile dare vita a un’atmosfera magica: modellabile, quindi ideale per creare un paesaggio, ricopre bene qualsiasi superficie. Se necessario puoi fissarlo con ago e filo, oppure usare appositi adesivi. Ne esistono diverse specie, e in questa composizione è stato scelto il Leucobryum.
Cure e substrato sono gli stessi riportati sopra ma, in questo caso, il terriccio è stato impiegato per formare una piccola montagna, poi ricoperta. Se vuoi ottenere la scalinata basta sovrapporre dei sassi piatti, mentre per il personaggio puoi modellarlo da sola o usare un pupazzo qualsiasi. Ricorda però di lavare bene ogni oggetto inserito, in modo da evitare di portare all’interno muffe, batteri o sali indesiderati.
Un angolo di deserto dove vuoi tu
Questa creazione è un terrario aperto, quindi la coltivazione è più simile a quella tradizionale. Serve comunque uno strato di ghiaia e carboni attivi, ma il terriccio sarà quello specifico per piante grasse. Esistono anche terre colorate per creare stratificazioni di diverse sfumature.
Si utilizzano soltanto cactus e succulente: per la composizione che vedi nella foto sono stati impiegati un Cephalocereus senilis (il cactus peloso che noti sullo sfondo), una Mammillaria e una Haworthia (in primo piano). Decora con legni, terracotta e sassi, evitando invece pietre calcaree e oggetti metallici. Infine, ricorda che deve essere innaffiato più spesso rispetto agli altri tipi di terrarium: ogni settimana durante l’estate, una volta al mese in inverno.
(Foto Terraviva Design)