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Pillola del giorno dopo: scopri quanto ne sai

Per evitare il rischio di una gravidanza indesiderata si può ricorrere alla contraccezione d’emergenza. Altamente efficace, non può essere una soluzione abituale

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Il 70% delle donne italiane non ha le idee chiare sulla pillola del giorno dopo, “piano B” a disposizione, dopo un rapporto non protetto, per scongiurare il rischio di una gravidanza indesiderata e quindi di una sua eventuale interruzione. È quanto emerge da una recente ricerca dell’Osservatorio nazionale sulla salute della Donna (Onda), effettuata su un campione di 757 volontarie tra i 15 e i 45 anni.

Per far chiarezza ne abbiamo parlato con Rossella Nappi, docente di ostetricia e ginecologia all’Università di Pavia, Policlinico San Matteo.


Come agisce la contraccezione d’emergenza?

Si interviene con la pillola del giorno dopo o con quella dei 5 giorni successivi, ancora sconosciuta al 20% delle donne. La prima contiene levonorgestrel (un progestinico), la seconda ulipristal (un modulatore selettivo del progesterone) e agiscono con un meccanismo simile: bloccano il picco dell’ormone Lh, ritardando l’ovulazione e rendendo impossibile la fecondazione.

Nessuna delle due ha quindi un effetto abortivo: se il concepimento è già avvenuto, la gravidanza va avanti e la contraccezione di emergenza fallisce. Non solo, i due farmaci non sono dannosi per l’embrione e numerosi studi scientifici hanno dimostrato che riducono addirittura l’incidenza di aborti spontanei nel primo trimestre.

Quali sono i maggiori dubbi sull’impiego delle due diverse pillole?

Il 50% delle donne ignora che vanno assunte il prima possibile, mentre meno di 1 su 10 sa che quella a base di ulipristal garantisce una maggior percentuale di successo perché blocca per un arco di tempo maggiore il picco dell’Lh.

Stando all’Oms, assunta nelle prime 24 ore, ha un’efficacia sino al 98%, percentuale che invece va dal 52 al 94% se si ricorre con la stessa tempestività a quella del giorno dopo.


Come vanno assunte?

Mai come contraccezione abituale, ma solo come scelta di “riserva”: si è rotto il preservativo, si è avuto un rapporto non protetto, ci si è dimenticate di prendere una pillola anticoncezionale nella prima settimana di assunzione (o due o più pillole in quelle successive) o, se si utilizza la minipillola, c’è stata una dimenticanza di 24 ore.


Devono essere prescritte dal medico?

La prescrizione è obbligatoria solo per le minori di 18 anni e va fatta dal medico di famiglia o da un ginecologo. Libera vendita, invece, per le maggiorenni che, dal 2015, possono acquistarle senza ricetta in farmacia o parafarmacia.

La pillola del giorno dopo costa 13 €, quella dei 5 giorni successivi 26.90 €.


Se il dottore si oppone

Ginecologi e medici di famiglia non possono rifiutarsi di stilare la ricetta per un contraccettivo d’emergenza alle minori di 18 anni, appellandosi all’obiezione di coscienza. Questa scelta è prevista per legge solo nei confronti dell’aborto. Se non lo prescrivono, si macchiano di mancato soccorso. Anche i farmacisti non possono rifiutarsi di dispensare il farmaco e, se non lo danno, si può sporgere denuncia presso i carabinieri.

Per chi desidera saperne di più, Onda ha realizzato la brochure La nuova miniguida sulla contraccezione – Focus sulla contraccezione orale di emergenza, che sarà distribuita negli ospedali del network Bollini Rosa e scaricabile dal sito ondaosservatorio.it.


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Articolo pubblicato sul n. 21 di Starbene in edicola dal 08/05/2018

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