Luglio è così: un mese rovente e frenetico, sia per quante di noi resistono ancora in città, sia per le più fortunate che stanno già preparando la valigia delle vacanze.
Tra le mille cose da fare, il rischio è sempre quello di trascurarsi un po’, fino a quando “là sotto” scatta l’allarme: perdite, irritazioni e infezioni finiscono così per marchiare a fuoco l’estate. Per questo noi di Starbene abbiamo deciso di dedicare, proprio nel mese di luglio, una serie di articoli all’argomento: ci permetteranno di dialogare con i ginecologi per conoscere le più recenti scoperte scientifiche e le ultime novità terapeutiche che ci possono aiutare a riconquistare l’agognato benessere. Il “mese della salute intima” si apre con questo articolo.
L’importanza del microbioma
«L’estate è un momento di grande disequilibrio per la nostra salute intima», spiega Rossella Nappi, ginecologa del Policlinico San Matteo di Pavia e professore ordinario presso l’ateneo della stessa città.
«Il caldo, la scarsa idratazione, il cambio di dieta e abitudini in vacanza, l’aumento dell’attività sessuale, i tuffi nel mare e in piscina con costumi sintetici, sono fattori che possono indebolire le nostre difese naturali, aumentando il rischio di infezioni batteriche e fungine».
Quale sia l”invasore” lo si può facilmente dedurre dai sintomi: bruciori accompagnati da perdite dense e giallastre indicano una vaginosi batterica, mentre il prurito, associato a secrezioni biancastre dal tipico aspetto “a ricotta”, rivela solitamente una vaginite provocata dal fungo Candida albicans.
La prima arma di difesa è senza dubbio una corretta igiene intima con detergenti capaci di rispettare il pH della vagina, che in età fertile dovrebbe aggirarsi intorno a valori di 4-4,5 per risultare davvero protettivo. A creare questo ambiente acido è il microbioma, un piccolo esercito di batteri “buoni”, soprattutto lattobacilli che presidiano la vagina producendo acido lattico. In estate i loro ranghi sono meno serrati del solito, e per questo bisogna chiamare i “rinforzi”.
«Lo studio del microbioma sta davvero rivoluzionando l’approccio alle infezioni vaginali: la parola d’ordine ora è potenziare le difese naturali», sottolinea Nappi. «Le ultime ricerche dimostrano che ogni donna ha un microbioma specifico, formato da un mix di batteri che possono fornire più o meno protezione: il nostro obiettivo deve essere quello di ripristinare la corretta biodiversità».
I principali alleati
Per questo ci vengono in aiuto i probiotici, che ricostituiscono la flora batterica intestinale riequilibrando di riflesso anche quella vaginale: «Questi prodotti vanno sicuramente messi in valigia prima di partire per le vacanze, ma possono essere usati anche nei mesi precedenti per fare profilassi, soprattutto se siamo soggette a infezioni ricorrenti», precisa l’esperta.
Fondamentale, però, è rivolgersi al ginecologo per scegliere i probiotici giusti in modo da personalizzare la terapia in base al nostro microbioma: per conoscerlo, in fondo, basta fare un tampone vaginale.
«Dobbiamo poi tener conto che i microrganismi della vagina risentono molto dell’assetto ormonale, che cambia a seconda delle fasi della vita: per questo avremo situazioni differenti nelle giovani che assumono la pillola contraccettiva, nelle donne in gravidanza e in quelle prossime alla menopausa», ricorda la ginecologa.
Focus sulle quarantenni
Recenti studi hanno puntato i riflettori soprattutto sulle quarantenni: pur non essendo ancora in menopausa, molte di loro iniziano ad avere un calo degli estrogeni che provoca atrofia vaginale.
Ovvero, una perdita di turgore e idratazione dei tessuti con un corollario di sintomi irritativi che spesso vengono attribuiti erroneamente a infezioni ricorrenti.
«Lo studio Angel condotto su oltre 700 italiane indica che l’atrofia vaginale interessa il 20% delle quarantenni, mentre quello europeo Eves, che abbiamo condotto tra Italia e Spagna su oltre 2.400 soggetti, dimostra che il problema esplode dopo la menopausa, colpendo addirittura nove donne su dieci», precisa Nappi.
«Per questo nelle ultime linee guida, cui ho contribuito insieme ad alcuni dei massimi esperti mondiali, abbiamo messo nero su bianco che per garantire una buona salute vaginale e vulvare a queste pazienti è necessario dare non solo gli estrogeni, ma anche gli ormoni maschili, cioè gli androgeni: lo si può fare utilizzando un precursore ormonale, chiamato DHEA, che nella vagina si attiva e si trasforma, producendo sia estrogeni sia androgeni capaci di migliorare sintomi come secchezza, bruciore sessuale, infezioni e irritazioni. Il DHEA si somministra sotto forma di ovulo vaginale, che poi si scioglie come una pomata: si parte con una terapia d’urto di tre mesi e poi si passa al mantenimento».
Le terapie naturali
Per liberarci in fretta da pruriti e bruciori, non solo a quarant’anni ma a qualsiasi età, ci viene in aiuto anche la medicina naturale: tanti i nuovi rimedi che, opportunamente combinati con farmaci e probiotici, possono potenziarne l’effetto mettendo il “turbo” alla guarigione, come spiega Stefania Piloni, ginecologa dell’H San Raffaele Resnati a Milano e docente di medicina naturale all’Università del capoluogo lombardo.
«Per la candidosi, per esempio, abbiamo a disposizione da pochi mesi delle nuove formulazioni in ovuli e crema della pianta neozelandese Pseudowintera colorata, che va utilizzata per sei sere consecutive. Molto efficace ai primi sintomi, può essere applicata anche quando l’infezione è più avanzata: in combinazione con l’antimicotico assunto per via orale, riesce addirittura a potenziarne gli effetti».
Le donne che soffrono invece di infezioni batteriche ricorrenti, possono puntare sugli ovuli vaginali a base di propoli, «che è un antisettico naturale capace di potenziare le difese: è utile soprattutto in quelle donne che, per effetto della pillola, hanno un ciclo mestruale più leggero che non riesce a “ripulire” e drenare del tutto la vagina», afferma Piloni.
«Nella fase acuta della vaginosi batterica si usano gli ovuli per sei giorni, col vantaggio che non provocano assolutamente bruciore, a differenza di alcuni farmaci: una volta che la situazione è tornata sotto controllo, si può passare ai probiotici per ripristinare il giusto pH protettivo». Importanti novità riguardano anche le donne che soffrono di irritazioni non causate da infezioni, bensì dall’uso di assorbenti interni ed esterni.
«Il consiglio è di applicarci sopra un sottile strato di olio di elicriso, che grazie al suo potere lenitivo dà ottimi risultati: oggi è disponibile anche in piccole confezioni monodose simili a quelle dei colliri, più igieniche e facili da portare con sé», ricorda la ginecologa.
Per chi invece soffre di vaginiti dovute ai jeans stretti o allo sfregamento sulla sella della bicicletta, all’uso di costumi da bagno sintetici o alla sabbia che spesso ci finisce dentro, «la calendula resta un grande classico cui si può ricorrere senza limiti, sia sotto forma di ovuli vaginali sia in crema», conclude l’esperta.
Gli integratori per la cistite
Con il caldo, la scarsa idratazione e l’aumento dell’attività sessuale, cresce il rischio di infezione batterica nelle basse vie urinarie. Un problema che può estendersi alla vagina, provocando un bruciore generalizzato e difficile da interpretare. Nelle più giovani è impensabile l’idea di assumere l’antibiotico dopo ogni rapporto, per gli effetti collaterali e, soprattutto, a causa del rischio di sviluppare super batteri resistenti.
«In questi casi sono molto utili gli integratori a base di uno zucchero estratto da larice e betulla, il D-mannosio. Questo, forma nelle vie urinarie una sorta di pellicola protettiva per impedire l’attacco dei batteri facilitandone l’eliminazione», spiega Stefania Piloni, ginecologa dell’H San Raffaele Resnati.
«L’integratore è utile soprattutto nella cistite post-coitale delle più giovani: basta una bustina entro 12 ore dal rapporto sessuale».
Previeni a tavola
Infezioni e irritazioni intime si combattono anche a tavola: l’alimentazione, infatti, influisce sulla lubrificazione dei tessuti della vagina, sul pH intimo e sui microrganismi che vivono nel nostro corpo, genitali inclusi. Ecco i consigli della ginecologa Rossella Nappi.
1. Contro la candida evita i cibi preferiti dal fungo che ne favoriscono la proliferazione: zuccheri semplici (zucchero bianco, miele, pasta e cereali raffinati, bevande zuccherate, merendine, frutti zuccherini), lieviti presenti nei prodotti da forno (come pane e pizza) e in alcuni alimenti fermentati (come formaggi, crauti e vino). Yogurt e miso fanno eccezione e possono addirittura essere d’aiuto.
2. Contro le infezioni batteriche integra la dieta con la vitamina C e aumenta l’assunzione di arance, limoni e pomodori: sono dotati di potere acidificante naturale, per abbassare il pH intimo.
3. Contro la secchezza vaginale la prima regola è una corretta idratazione, soprattutto d’estate, per mantenere i tessuti della vagina più turgidi e lubrificati.
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Articolo pubblicato sul n. 30 di Starbene in edicola dall'8 luglio 2019