«Queste differenze di sesso, osservabili anche nei primati e in molti mammiferi potrebbero essere associate a modificazioni cerebrali avvenute nel corso dell’evoluzione degli ominidi, i quali praticavano una divisione delle mansioni fin dal paleolitico superiore (Cro-Magnon, 45.000-10.000 A.C.), favorendo il comportamento per cui le madri rimanessero concentrate prevalentemente sui più piccoli (pena la loro immediata cessata sopravvivenza) e i maschi potessero insegnare le tecniche della caccia o della difesa agli altri figli in grado di camminare» spiega la professoressa Alice Mado Proverbio, coordinatrice dello studio.
«Essendo cambiato l’ambiente in cui ci troviamo a vivere oggi, è naturalmente auspicabile una totale parità delle mansioni – prosegue l’esperta – ma i dati spiegano la tipica predilezione femminile per i bambini piccoli e le bambole, e lo stato di totale dedizione delle neo-mamme per gli stessi, molto simile all’innamoramento».