Avverti una sensazione di fastidio agli occhi in una giornata di sole al mare o in montagna? Oppure gli abbaglianti delle automobili di sera ti costringono a strizzare le palpebre? Potresti soffrire di fotofobia, ovvero un’eccessiva sensibilità degli occhi alla luce. Meglio non cercare soluzioni fai-da-te, ma rivolgiti a uno specialista per individuare la causa e valutare l’entità del disturbo.
Che cos’è la fotofobia
«Di fatto la fotofobia è un sintomo», precisa Christian Ratti, oculista di Humanitas Medical Care. «Si tratta di un'ipersensibilità alla luce, che si scatena quando l’occhio è infiammato. Esiste anche una forma idiopatica, che si genera senza una causa manifesta, ma solo in un numero ristretto di persone particolarmente sensibili alla fonte luminosa».
L’'avversione alla luce è accompagnata spesso da altri sintomi. Tra i più frequenti il mal di testa, che può generare un calo della vista e una maggiore sensibilità alla luce; una condizione di ansia che causa l’aumento della secchezza dell’occhio e quindi una maggiore sensibilità. E ancora: vista offuscata, bruciore, arrossamento oculare e abbondante lacrimazione con difficoltà ad aprire gli occhi o bisogno di chiuderli con maggiore frequenza.
Le cause della fotofobia
La fotofobia può essere associata sia a malattie dell’occhio, sia a cattive abitudini. È dunque importante una valutazione specialistica per capire che cosa c’è alla base di uno stato infiammatorio dell’occhio in grado di scatenare la fotofobia.
«In primavera è frequente la comparsa di fotofobia in chi soffre di congiuntivite allergica», spiega lo specialista di Humanitas Medical care. «A cascata si manifesta anche in patologie infiammatorie dell’occhio, per esempio congiuntivite batterica e virale. Ferite oculari, come abrasione della cornea causata da lenti a contatto e corpi estranei quali granelli di polvere o ciglia, possono sviluppare, a loro volta, una forma di fotofobia fortunatamente transitoria».
Anche malattie gravi degli occhi, cheratocono, glaucoma, uveiti, retinite pigmentosa possono causare fotofobia.
Sotto accusa anche gli schermi luminosi. Impegnare troppo a lungo lo sguardo sui monitor, così come fare lampade abbronzanti senza un’adeguata protezione, genera fastidio per l’effetto dei raggi UV sull’epitelio corneale, il tessuto che riveste gli occhi.
«La luce del sole è sempre dannosa per gli occhi. In particolare, irrita la congiuntiva e la cornea, e ancor peggio fanno i raggi ultravioletti che possono indurre cataratta e problemi alla retina, quindi sono da evitare senza protezione», dice l'esperto.
Cosa fare in presenza di fotofobia
Per evitare l’insorgenza di fotofobia o per attutire i sintomi è importante seguire alcune semplici regole suggerite dallo specialista. Eccole.
- Indossare un paio di occhiali da sole con lenti in grado di filtrare i raggi ultravioletti.
- Non trattenersi davanti lo schermo del pc per un periodo superiore a 40 minuti. Se il lavoro richiede un impegno maggiore, è bene fare brevi pause per far riposare gli occhi.
- Consultare uno specialista per indagare sull’origine della fotofobia (se è una situazione infiammatoria o allergica, o ancora se c’è una forma infettiva corneale o una cataratta).
- Non auto-medicarsi per non commettere il rischio di assumere farmaci non adeguati. Nel dubbio, è meglio utilizzare lacrimae artificiali, a base di acido ialuronico, che ha un effetto lubrificante.
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