PSORIASI - GUARISCI IN SEI SEDUTE
Chi soffre di psoriasi probabilmente si è sentito proporre la cosiddetta PUVA- terapia, eseguita generalmente in ambiente ospedaliero. Si basa sull’associazione di psoraleni (sostanze fotosensibilizzanti assunte per bocca) ed esposizione a specifiche bande di raggi ultravioletti: gli UVA, capaci di svolgere un’azione antinfiammatoria.
«Si tratta, però, di una metodica complessa, sempre meno prescritta perché non priva di effetti collaterali, dal momento che gli psoraleni sono dei farmaci tossici per il fegato», spiega Rosella Ocello, dermatologa ed esperta in medicina estetica a Montecantini Terme (Pistoia) e Prato.
«Per questa ragione, molti dermatologi oggi preferiscono prescrivere la sola cura con gli UVA, che però espone tutto il corpo all’irraggiamento, comprese le aree di pelle sana. Sottoposte a più cicli di fototerapia, queste possono andare incontro a due inconvenienti: invecchiamento cutaneo (il cosiddetto photoaging) e maggior rischio di tumori, come l’epitelioma baso-cellulare».
Completamente diverso è l’approccio della microfototerapia a luce fredda che, come indica la parola stessa, prevede un irraggiamento in formato “ultraridotto”, mirato solo ed esclusivamente alle zone affette da psoriasi: gomiti, mani, ginocchia, palmo dei piedi, cuoio capelluto, raramente anche il volto. Così si risparmia alla pelle sana inutili radiazioni.
Come avviene la seduta? «Innanziutto va detto che il trattamento è strettamente personalizzato, perché basato su un Phototest preliminare per individuare sia il fototipo sia la sensibilità e reattività cutanea e calcolare quindi la minima dose efficace», spiega Ocello.
«Con uno speciale manipolo, indirizzato solo sulle aree da trattare, viene quindi inviato un fascio di UVB a banda stretta, che gli ultimi studi hanno dimostrato essere ancora più efficaci degli UVA.
Riducono, infatti, tutto il processo infiammatorio, agendo sui linfociti T (responsabili della “partenza” dell’infiammazione) e sulle citochine pro-infiammatorie, il cui rilascio viene inibito proprio da questa banda di ultravioletti».
Il manipolo ha per bersaglio una superficie massima di 5 cm di diametro e si può trattare, in una sola seduta, fino al 30% della superficie corporea, irraggiando ogni zona per 5-6 secondi.
Un ciclo prevede da 4 a 6 sedute settimanali, ma i risultati si vedono sin dalla prima, con una riduzione delle placche argentate e della base eritematosa, e un progressivo rallentamento del turnover cellulare.