di Simona Acquistapace
Le gambe sono sempre state il suo punto di forza e Claudia non ci stava, a nasconderle sotto i pantaloni per colpa di una brutta “rosa” di capillari gonfi e sfrangiati. «Si è evidenziata sopra al ginocchio, dopo i 50 anni, ed era piuttosto estesa, circa 10 per 10 cm; la dottoressa mi ha spiegato che si è formata a causa di una mia predisposizione ereditaria, ma anche di cattive abitudini come la sedentarietà e il vizio di tenere le gambe accavallate anche per ore mentre lavoro alla scrivania», racconta. La soluzione? Due sedute di laser neodimio yag. E, in futuro, un’attenta prevenzione.
L'ESPERIENZA DELLA LETTRICE
«Al primo incontro, la specialista ha applicato un gel freddo sulla pelle e sul manipolo dell’apparecchio e ha cominciato a seguire il reticolo dei capillari con emissioni laser di frazioni di secondo. Non ho sentito dolore, solo microscosse, che il medico alleviava tenendo in trazione la pelle e concedendomi frequenti pause. Al termine del trattamento, durato circa mezz’ora, la pelle era gonfia e arrossata e con macchioline rosse date dal sangue coagulato. La specialista mi ha dato una crema lenitiva da applicare a casa e mi ha raccomandato di non fare sport per almeno 4 giorni, per evitare di far salire la pressione sanguigna. Nelle settimane successive la pelle si è a poco a poco normalizzata e quando sono tornata dal medico, dopo un mese e mezzo, sono bastate poche emissioni laser per completare il trattamento dell’intera zona. A un mese dal secondo appuntamento gonfiore, rossore e coaguli sono pressoché scomparsi. E con loro anche i capillari evidenti».
LA SPIEGAZIONE DEL MEDICO
«Il laser neodimio yag è la soluzione giusta in un caso come quello di Claudia, che aveva capillari piuttosto grossi e profondi e blu, il colore target della lunghezza d’onda di questo tipo di laser», spiega la dottoressa Lia Lavagno, specialista in chirurgia ricostruttiva ed estetica a Milano. «L’energia dell’apparecchio colpisce il colore, creando un’infiammazione temporanea che chiude il vaso. Occorre poi aspettare 4-6 settimane perché la pelle sia pronta a un nuovo trattamento, necessario quando la zona è così estesa da non poter essere trattata in una volta sola per non causare danni termici al tessuto con il surriscaldamento».
IN ALTERNATIVA O IN ASSOCIAZIONE
Per il trattamento dei capillari sfrangiati (teleangectasie) esistono vari trattamenti, più o meno indicati in base alla dimensione e al colore dei vasi.
1) DYE LASER PULSATO
È il trattamento perfetto in caso di teleangectasie piccole, poco profonde, di colore rosso. Si utilizza anche per il viso. Una seduta costa circa 200-300 euro.
2) SCLEROTERAPIA
Si crea un’infiammazione del capillare tramite l'iniezione nel vaso di una sostanza chimica. A volte si effettua in combinazione con il laser: si trattano con la scleroterapia i vasi più ingrossati, e poi, a distanza di 4-6 settimane, si completa il trattamento dei capillari circostanti più piccoli con il laser. Una seduta costa circa 150 euro, un trattamento ne prevede 2-3.
3) ELETTROCAUTERIZZAZIONE
Con un elettro-bisturi a corrente alternata si provoca la microfolgorazione del capillare. Costa circa 100 euro a seduta.
4) RADIOFREQUENZA FOCALIZZATA
Grazie a un surriscaldamento che fa evaporare la parte acquosa del sangue, le pareti del vaso aderiscono e si chiudono. La corrente si trasmette attraverso il contatto con la pelle, senza bucare. Costa circa 300 euro.
I PRO E I CONTRO DEI VARI TRATTAMENTI
● COME SCEGLIERE? Abbiamo chiesto al professor Antonino Di Pietro, dermatologo plastico, presidente dell’Isplad (International-Italian Society of Plastic-Aesthetic and Oncologic Dermatology), un parere sulle varie tecniche.
● «IL LASER NEODIMIO YAG e il Dye laser pulsato sono i trattamenti più efficaci per eliminare i capillari, l’uno quelli più grossi e profondi, l’altro quelli più superficiali. Certo, i risultati non sempre sono definitivi, perché la pressione del sangue può riaprire il vaso, o evidenziare i capillari vicini. Spesso chi è predisposto deve ripetere il trattamento una volta all’anno.
● LA SCLEROTERAPIA presenta il rischio di una complicanza se il liquido iniettato si diffonde nei tessuti: può crearsi una piccola cicatrice dovuta a un’ustione chimica. Oggi si può evitare questo rischio grazie alla nuova scleroterapia con soluzione ipersalina, che per osmosi richiama l’acqua, concentra il sangue e lo coagula,senza rischi per i tessuti.
● L'ELETTROCAUTERIZZAZIONE è una metodica superata, rischiosa perché può lasciare microcicatrici.
● LA RADIOFREQUENZA FOCALIZZATA è più sicura: non “buca” la pelle e il vaso, ma funziona solo su capillari piccoli e superficiali.
● UN’AVVERTENZA generale: dopo il trattamento non esporre le gambe a fonti di calore, come il riscaldamento dell’auto, per 15 giorni. L’effetto vasodilatatore può compromettere i risultati».
Articolo pubblicato sul n° 14 di Starbene in edicola dal 24 marzo 2015