di Valeria Ghitti
Articolo pubblicato sul n.30 di Starbene in edicola dal 12/07/2016
di Valeria Ghitti
Sono quattro milioni le italiane che soffrono di una modesta forma di incontinenza urinaria: una su quattro prima della menopausa e due su cinque dopo. A volte basta un colpo di tosse, una risata o sollevare una valigia a causare la perdita involontaria di piccole gocce di pipì.
«All’origine di questa “incontinenza da sforzo” ci sono variazioni ormonali (come il calo di estrogeni conseguente alla menopausa), l’aumento di peso, la gravidanza o i postumi del parto, specie se la fase espulsiva del travaglio si è prolungata. Talvolta anche i traumi al bacino o gli interventi chirurgici sull’addome o nell’area genitale hanno il torto di ridurre la tonicità del pavimento pelvico, quell’insieme di muscoletti che danno sostegno alla vescica», spiega Andrea Militello, responsabile del servizio di urodinamica e riabilitazione perineale della Casa di cura villa Immacolata di Viterbo.
«Infine, le piccole perdite urinarie possono essere legate anche a cistiti ricorrenti: la mucosa della vescica, infiammata, si irrita e va incontro a vere e proprie microcontrazioni. Piccoli spasmi delle pareti vescicali, non sempre controllabili». Anche se transitorie e di lieve entità, le perdite sono sempre imbarazzanti. Puoi, però, ridurle con degli accorgimenti quotidiani, a partire dalla dieta. Ecco come.
BEVE ACQUA OLIGOMINERALE E THE VERDE
Una corretta idratazione impedisce alle urine di diventare troppo concentrate, evitando che si crei un ambiente infiammatorio che irrita le mucose intime» spiega Militello. «Inoltre, un buon apporto di liquidi, abbinato alle fibre vegetali della frutta e della verdura, riduce il rischio di stipsi che, aumentando la pressione intraddominale, sollecita la vescica e ne favorisce l’infezione da parte dei batteri fecali».
Per depurare le vie urinarie, scegli un’acqua oligominerale da sorseggiare durante il giorno, fino a un’ora prima di coricarti. Secondo un recente studio americano, inoltre, le donne che consumano quattro o più tazze di tè verde al giorno hanno una minore incidenza di incontinenza urinaria. Ottimo anche il tè matcha, il più raffinato (e costoso) dei tè giapponesi, che ha una quantità di antiossidanti addirittura superiore alle altre varietà verdi.
Merito delle catechine e, in particolare dell’epigallocatechina gallato (EGCg), una sostanza attiva che rappresenta un vero e proprio elisir di salute per chi soffre di cistiti e incontinenza urinaria. Favorisce la diuresi, aiuta a spegnere l’infiammazione e difende dalle infezioni di virus, funghi e batteri lungo tutto il tratto genito-urinario.
FAI LA SCORTA DI MIRTILLO ROSSO AMERICANO
Un toccasana, in questi casi, è rappresentato dal mirtillo rosso americano (cranberry) che puoi consumare fresco, congelato o sotto forma di succo concentrato. Racchiude un pool di principi attivi che formano una specie di film protettivo sulle pareti della vescica, impedendo l’adesione dei batteri.
Se non ami il suo sapore acidulo, lo trovi anche sotto forma di integratore alimentare, abbinato al d-mannosio, uno zucchero che protegge anche dalle micosi da Candida. L’importante è consumare il mirtillo rosso americano per almeno due mesi.
«Utile anche un integratore a base di semi di pompelmo, sotto forma di polvere da sciogliere in un bicchiere d’acqua. Agisce come antibiotico naturale, riducendo l’irritazione della vescica e, di riflesso, le sue contrazioni involontarie», prosegue il dottor Andrea Militello.
«Puoi prendere una bustina tutte le sere prima di andare a letto, le prime due settimane del mese: aiuta a bonificare l’ambiente urinario, a mantenere il pH alcalino e a prevenire le recidive».
LIMITA ALCOLICI, SPEZIE, SALE E GRASSI
L’elenco dei cibi sospetti? «Succo di pomodoro, frutta secca, formaggi stagionati, caffè, aceto, cioccolato, peperoncino, spezie e cibi piccanti. Anche la cipolla cruda può irritare pareti vescicali stimolandone le contrazioni. Quindi, va evitata», consiglia l’urologo.
No anche all’eccesso di alcolici, che minano l’area del cervello deputata al controllo della minzione. Limitando il sale, puoi ridurre del 10% l’incontinenza: il sodio, infatti, richiama liquidi a livello renale, aumentando il volume delle urine. Così, chi è debole di vescica, va incontro a perdite imbarazzanti.
Taglia anche i grassi saturi contenuti in burro, margarine, formaggi e salumi: se sei in sovrappeso e dimagrisci, ridurrai nettamente i sintomi dell’incontinenza perché diminuirà la pressione sulle pelvi.
STAI ALLA LARGA DALLE SIGARETTE
Cibi a parte, anche seguire un corretto stile di vita aiuta a tenere a freno una vescica iperattiva. A cominciare dall’abolizione del fumo, perché la nicotina e i prodotti derivati dalla combustione delle sigarette hanno un’azione irritante anche sulle parti intime.
Segui, inoltre, un’accurata igiene usando detergenti intimi ad azione lenitiva, e usa lingerie in tessuti naturali (cotone, seta, lino e viscosa) che limitano la sudorazione e, di riflesso, la proliferazione batterica.
Infine, ritaglia 10 minuti al giorno per fare gli esercizi di Kegel utili a rinforzare il pavimento pelvico. Il più semplice? Contrai i muscoli come per trattenere la pipì, conta fino a 10 e rilascia. Puoi trovare altri esercizi su: www.dedicatoame.it.
QUANDO ANDARE DAL MEDICO
SE LE PERDITE SONO FREQUENTI E ABBONDANTI non perdere tempo e prendi l’appuntamento con l’urologo. «In questo caso, è bene effettuare un’ecografia e una radiografia della vescica, insieme a un esame urodinamico che analizzi il flusso urinario.
Serve a capire se c’è un eventuale problema anatomico che esige una correzione chirurgica, se il pavimento pelvico è così compromesso da richiedere una vera e propria riabilitazione fisioterapica o se c’è un’iperattività della vescica», spiega l’urologo Andrea Militello.
«Quest’ultima, che causa la cosiddetta incontinenza “da urgenza” (un improvviso e improcrastinabile bisogno di fare pipì) può dipendere da disturbi neurologici». In base alla diagnosi, verrà prescritta una terapia adeguata tenendo presente che i farmaci più usati, per controllare la vescica, sono i cosiddetti anticolinergici.
Articolo pubblicato sul n.30 di Starbene in edicola dal 12/07/2016
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