Abbiamo intervistato una volontaria che ha provato il vaccino inglese di Oxford. Si chiama Rachel vive a Oxford ed è fra le prime persone ad aver accolto l’appello per partecipare alla sperimentazione. Ecco la sua testimonianza.
Rachel, come sei venuta a sapere della sperimentazione?
Tramite la Bbc e il bando di ricerca di volontari del Jenners Insititute dell’Università di Oxford. Era fine marzo.
Perché hai deciso di candidarti?
Eravamo tutti preoccupati per l’andamento del Coronavirus e volevamo fare qualcosa di utile, volevamo aiutare la comunità in qualunque modo. Pensavo che il vaccino fosse strategico per far riprendere una vita normale.
In che modo sei stata reclutata?
Mi hanno prima fatto fare due esami del sangue e controlli al Churchill Hospital di Oxford. Poi ho assistito a un lungo video di spiegazioni e dato il consenso. Ci hanno detto che potevamo ritirarci dalla sperimentazione in ogni momento e per qualsiasi dubbio.
Che cosa ti hanno iniettato?
Teoricamente il nuovo vaccino contro il Coronavirus, ma di fatto non è ancora possibile saperlo: i volontari erano divisi in due gruppi (eravamo in 500). Un gruppo ha ricevuto il vaccino nuovo, l’altro il vaccino anti-meningococcico come farmaco di controllo, ma senza sapere quale gli toccava. Io lo saprò fra qualche mese, neanche i medici devono conoscere, durante la sperimentazione, che cosa iniettano.
Dopo l’iniezione cosa hai dovuto fare?
Ho tenuto un diario per 28 giorni segnalando se c’erano variazioni di pressione e temperatura, o problemi. Mi sono sottoposta a un check up e altri test del sangue un mese dopo l’iniezione.
Hai avuto problemi?
No. Solo un po’ di arrossamento sul braccio dove mi hanno fatto l’iniezione, ma poi è passato: dà più fastidio la puntura di una zanzara. Nessuna allergia, febbre o altri guai. Il vaccino me lo ha praticato un medico italiano, di Napoli, che mi ha suggerito dove comprare la migliore pizza a Oxford!
E adesso?
Ho letto dai risultati pubblicati che il vaccino è sicuro e ora sto aspettando di sapere quale vaccino mi hanno praticato, se ha funzionato oppure ho ricevuto quello di controllo. Voglio proteggere gli altri e aiutare la mia professione, duramente colpita dal virus, a ripartire: canto come soprano, devo difendere i miei polmoni.
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Articolo pubblicato sul n. 21 di Starbene in edicola ad agosto 2020