Chi ha fatto il Covid si chiede se davvero deve fare il vaccino e chi è alla prima dose vuole sapere con precisione quando e quanto sarà immune, in attesa della seconda. E la conta degli anticorpi serve davvero? Quanti interrogativi sul tema immunità e "protezione definitiva dal virus”. Per questo abbiamo posto alcune domande cardine al più famoso dei virologi italiani, il dottor Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi a Milano e presidente Anpas, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze.
Professor Pregliasco, quanto dura l’immunità dopo il vaccino?
Sicuramente 6 mesi, ma diversi studi dicono che possiamo sperare anche 9-12 mesi.
E la protezione scatta subito?
Sì, dopo 15 giorni dalla prima dose si è già protetti all'80%, il che vuol dire che nella malaugurata ipotesi che, nonostante la prima dose di vaccino, il Covid faccia breccia, si eviteranno comunque tutte le complicanze gravi e i sintomi saranno blandi. La seconda dose serve per arrivare al massimo di copertura e per allungare la protezione nel tempo.
E chi ha avuto il Covid ed è guarito?
Non ha una protezione per la vita e deve fare almeno una dose di vaccino, anche se dopo la malattia ha un’immunità più forte e più ampia di quella che fornisce il farmaco. Sappiamo che per 6 mesi si può stare tranquilli, ma dopo ci sono casi di ricadute. Ecco perché chi si è ammalato nell’arco degli ultimi 6 mesi si potrà sottoporre a una dose di vaccino, e chi ha avuto il Covid già alla prima ondata dovrà fare due dosi come chi non lo ha preso mai.
Ma dopo l’estate, fra guariti e vaccinati, avremo finalmente la famosa immunità di gregge?
Purtroppo no. La fatidica percentuale (60% di tutta la popolazione) che, secondo i modelli matematici epidemiologici, ci farà dire che da lì in poi l’infezione si spegnerà da sola è ancora da raggiungere. Per anni, poi, dovremo continuare a fare il vaccino, come per l’influenza tradizionale, però ottenendo una convivenza “civile” anche con il Covid.
Quanti sono gli immuni in totale in Italia ad oggi?
I guariti accertati sono 5 milioni, ma in realtà sono almeno il doppio, tenendo conto che, soprattutto all'inizio, sono sfuggiti gli asintomatici e coloro che sono stati male attribuendo ad altra malattia i sintomi. Con i vaccinati, ad oggi, abbiamo meno del 50% della popolazione che è protetta.
Gli under 30 hanno una immunità più “forte” degli altri?
Sì, ma non sufficiente per non fare il vaccino. Bisogna sempre pensare anche agli altri, più deboli. Il vaccino protegge noi ma anche quelli che ci circondano, a partire dai più deboli. Ricordiamocelo sempre.
All'aperto l’immunità funziona meglio?
Sì, all'aperto il virus aggredisce con più fatica. Ci sono persino studi nuovissimi che suggeriscono che il sole possa distruggere il virus irradiandolo anche per pochi minuti. Quello che abbiamo imparato è che il Covid non ama il caldo e, come tutte le influenze, predilige il freddo umido. Ma non abbassiamo la guardia su distanze e assembramenti: anche se saremo sempre più protetti dai vaccini, mascherina e distanziamento saranno buone abitudini ancora per un po’.
E della corsa a fare i test per la conta degli anticorpi che ne dice?
Ad oggi non esistono test (molto complessi) che possano dare informazioni certe sulla protezione dal virus, anche perché gli anticorpi non sono l’unico elemento da tenere in conto per “misurare” l’immunità (come alcuni complicati assetti cellulari).
Le varianti indiane e le altre metteranno in pericolo l’immunità acquisita?
No, i vaccini sembrano funzionare anche per queste mutazioni, che sono solo più contagiose.
L'immunità dopo il vaccino potrebbe durare più a lungo
Il professor Pregliasco lo ha accennato come tesi nell'intervista: forse, dopo la vaccinazione o la guarigione, possiamo sperare in una protezione dal virus lunga più dei fatidici 6 mesi ormai accertati.
Ora, la prestigiosissima rivista Nature rilancia con uno studio firmato dai ricercatori della Washington University School of Medicine di S. Louis: le difese immunitarie attivate dopo aver avuto il Covid o fatto la vaccinazione durerebbero molto più a lungo, forse per tutta la vita. Lo studio ribalta la teoria della presenza temporanea degli anticorpi, che non scenderebbero a zero, ma si stabilizzerebbero nel tempo: merito di alcune cellule anti-infezione che si svilupperebbero nel midollo osseo.
Occorrono però prudenza e ulteriori conferme: per quanto titolata, la ricerca è stata condotta su 77 persone.
La verità sui farmaci-svolta
Fra i tanti libri usciti sul tema Covid, questa guida si assume il compito di fare chiarezza sul tema più controverso da sempre in medicina: le vaccinazioni. E lo fa con la chiarezza e serietà di Roberta Villa, giornalista scientifica con una laurea in medicina e chirurgia nel cassetto. Ed. Chiare lettere, 12 euro.
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Articolo pubblicato sul n° 7 di Starbene in edicola e digitale dal 15 giugno 2021