Duroni ai piedi: cosa sono, cause e rimedi

Non sono gravi, ma possono causare disagio. Questi inspessimenti della pelle vanno rimossi con accorgimenti idonei per evitare infezioni cutanee o un peggioramento del problema



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“Ho un sassolino nella scarpa, ahi”, ripeteva una vecchia canzone, ma possono dare altrettanto fastidio i duroni, un inestetismo che interessa molte persone e che si manifesta soprattutto a livello dell’avampiede, sulla parte posteriore del tallone e sui bordi esterni delle dita.

«La pelle è un tessuto vivo e in costante evoluzione, perché le cellule che la compongono si rinnovano continuamente attraverso un processo chiamato cheratinizzazione», spiega la dottoressa Federica Caselli, podologa presso il Poliambulatorio Area di Crevalcore, Bologna. «Quando viene eccessivamente stimolata, la pelle si inspessisce per proteggersi e per diventare più resistente nei confronti di attriti, pressioni e insulti esterni».

Accade, ad esempio, quando indossiamo calzature troppo strette, se il piede non ha un appoggio corretto oppure quando pratichiamo attività sportive intense come la corsa o il trekking. «Ovviamente ci sono anche condizioni patologiche che possono favorire la formazione dei duroni, come una sudorazione eccessiva oppure troppo scarsa dei piedi o magari una psoriasi che coinvolge la zona plantare», aggiunge l’esperta.


Cosa sono i duroni

A quel punto, i cheratinociti – cioè le cellule che costituiscono la parte più superficiale della pelle – iniziano a produrre più cheratina per fortificare la zona, ma in quel modo compaiono delle placche ruvide, rigide, indurite e di colore giallastro. Anche l’età può rappresentare un fattore di rischio, perché nel tempo il grasso della pelle tende a ridursi, rendendola meno flessibile e quindi più soggetta agli inspessimenti.

«Rispetto ai calli, con cui vengono spesso confusi, i duroni sono generalmente distribuiti su una superficie più ampia, non sono dolenti, sono privi di un nucleo conico centrale e hanno una forma molto variabile, non necessariamente rotonda e ben definita», descrive la dottoressa Caselli. «Ci sono casi, però, in cui può comparire dolore. Per esempio, a livello dei talloni, i duroni possono rompersi e creare delle ragadi, piccoli tagli lineari che talvolta possono anche sanguinare».


Come si prevengono i duroni

Siccome attrito, sfregamenti e pressione sono le principali cause dei duroni, la prevenzione passa innanzitutto attraverso l’adozione di buone abitudini quotidiane che non alterino la biomeccanica del piede: indossare scarpe morbide e comode, evitare i tacchi troppo alti e le suole troppo rigide, non stazionare in posizione eretta per periodi prolungati e richiedere la consulenza di un podologo in presenza di particolari condizioni (piede piatto, piede cavo, alluce valgo, dita a martello, etc.) per ricevere un consiglio personalizzato sull’acquisto di solette, ortesi in silicone o calzature specifiche, volte a prevenire la formazione dei duroni.

«Può essere utile anche regalarsi un pediluvio ogni sera, a cui far seguire un accurato massaggio con creme emollienti per mantenere la pelle morbida, elastica e idratata», consiglia la podologa.

Come si trattano i duroni a casa

Una volta formati, i duroni vanno trattati “a secco”. Ciò significa che bisogna rimuovere la pelle indurita da asciutta, con le apposite lime vendute in farmacia, dotate di superfici ruvide e abrasive. «Al contrario, evitiamo di ammorbidire la cute con un pediluvio per poi “strappare” via la pelle di troppo oppure tagliarla con forbici o tagliaunghie: da bagnata, la cute rischia di essere eliminata in eccesso», avverte la dottoressa Caselli.

«Tra l’altro, queste manovre rischiano non soltanto di creare sanguinamenti o lesioni dolorose, ma anche di peggiorare il problema: a quel punto, infatti, i cheratinociti lavoreranno ancora più alacremente per riparare il danno e la pelle finirà per inspessirsi ulteriormente».

Piuttosto, oltre alla limatura, sono utili degli impacchi serali con olio di oliva: si intinge una garza, si copre la zona indurita e poi si avvolge il piede con la pellicola da cucina, in modo da non sporcare le lenzuola durante il riposo notturno. «In alternativa, è utile massaggiare ogni giorno i piedi con una crema a base di urea, meglio se con una concentrazione al 20 o 30 per cento, subito dopo l’esfoliazione con la lima», suggerisce l’esperta. «Vanno evitati, invece, i prodotti callifughi, di solito a base di acido salicilico, che possono infettare la pelle circostante e creare un danno».

Duroni, quando serve il podologo

Qualora i duroni siano molto spessi, i trattamenti casalinghi non sono sufficienti, per cui occorre la rimozione da parte di un podologo, che valuterà anche eventuali accorgimenti da adottare in seguito per evitare recidive.

«Un occhio esperto è necessario soprattutto per i pazienti con diabete o problematiche vascolari, dove una semplice limatura casalinga o una manovra incauta può aprire la strada alle infezioni», avverte la dottoressa Caselli. «Pur non trattandosi di una patologia grave, se non viene opportunamente trattato, un durone può evolvere in un ematoma, cioè un accumulo di sangue che a quel punto diventerà dolente e fastidioso».


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