L’infarto è più letale nelle donne

Le malattie cardiovascolari rappresentano un grosso pericolo anche per il gentil sesso



Chissà perché quando si pensa all’infarto e più in generale ai disturbi cardiovascolari, si pensa ad una problematica prettamente maschile o comunque a disturbi lontani dall’universo femminile, soprattutto nel periodo fertile, quando la donna è ormonalmente protetta.

I dati epidemiologici d’altro canto evidenziano una realtà dei fatti ben diversa: le malattie cardiache rappresentano la terza causa di morte nelle donne giovani, con età tra i 35 e i 44 anni e la seconda tra quelle nella fascia 45-54 anni.


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Sono in molti a pensare che le donne siano meno soggette degli uomini a sviluppare disturbi cardiovascolari: niente di più falso, anche perché negli ultimi decenni si è registrata una vera e propria omogeneizzazione dello stile di vita di maschi e femmine.

Ma se i maschi hanno diminuito il consumo di alcol e fumo e aumentato i livelli di attività fisica, le donne (forse nel tentativo di conciliare famiglia e carriera) sembrano un po’ meno attente alla loro salute.

Mentre nel maschio l’infarto si presenta con segni e sintomi ben riconoscibili, come dolore al braccio sinistro, senso di costrizione al torace e collasso, nelle donne invece la sintomatologia di solito è ben diversa e piuttosto sfumata, tanto che non solo loro stesse sottovalutano il pericolo che stanno per correre, ma anche una volta arrivate al pronto soccorso i loro sintomi non sempre vengono immediatamente riconosciuti.

Uno dei principali sintomi dell’attacco cardiaco in una donna è il vomito, un sintomo quindi del tutto aspecifico a cui si accompagnano di frequente nausea, a volte diarrea, fastidio alla gola, senso di pressione a livello dello sterno e brividi di freddo, insomma un corteo sintomatologico confuso, non di rado, con quello di una sindrome influenzale qualunque, e che si rivela in tutta la sua drammaticità solo nel momento in cui si esegue un elettrocardiogramma che svela la presenza di una sindrome coronarica acuta.

Secondo i dati a disposizione, per ogni donna a cui viene diagnosticato un tumore al seno (il più frequente nel sesso femminile) ci sono almeno dieci donne che rischiano di presentare gravi patologie cardiovascolari: secondo i dati ISTAT pubblicati nel dicembre 2014, per le donne sono stati calcolati 36.304 decessi per malattie cerebrovascolari e 37.140 per malattie ischemiche del cuore.

Le donne giovani a maggior rischio cardiovascolare sono quelle con familiarità per questo tipo di problemi, obese, ipertese con livelli di colesterolo superiori alla norma o che hanno sofferto di gestosi durante la gravidanza.

Come spiega il dottor Fabio Massimo Ferri, responsabile del reparto di Cardiologia della Casa di cura Villa Valeria di Roma, «nel periodo della premenopausa e in presenza di specifici fattori di rischio, le donne dovrebbero sottoporsi a uno screening di base che preveda analisi del sangue, elettrocardiogramma basale o da sforzo, una sorta di pit stop cardiaco che consenta di fare il punto sullo stato di salute del cuore».

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