Un farmaco per l’emangioma infantile

L’emangioma infantile rappresenta il tumore benigno più frequente del periodo neonatale



I primi mesi di vita di un neonato sono vissuti con grande apprensione anche dal più serafico dei genitori, e gli emangiomi sono forme tumorali piuttosto frequenti che possono giustamente agitare la tranquillità familiare.

Si stima che solo in Italia colpiscano il 4,5% dei neonati: di solito, dopo un attento monitoraggio subito dopo la loro comparsa, tendono a risolversi spontaneamente con esito favorevole. Il 12% di tutti gli emangiomi, tuttavia, richiede il ricorso ad una visita specialistica.


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L’emangioma infantile è la forma tumorale benigna più comune dei primi mesi di vita neonatale: le sue cause sono ancora sconosciute anche se si ipotizza possano concorrere alla sua insorgenza il sesso femminile del nascituro, l’età materna avanzata, la placenta previa e la prematurità.

La lesione si può presentare in forma isolata o multipla, superficiale, profonda o combinata.

Gli emangiomi superficiali di solito si caratterizzano per la forma rotondeggiante, piatta e circoscritta e per il colore rosso vivo, mentre le lesioni profonde hanno un colorito tendente al bluastro: proliferano rapidamente in un arco temporale compreso fra i tre e i sei mesi, anche se talvolta la fase di crescita può durare anche 24 mesi, dopodiché si assiste ad una fase di stabilizzazione con regressione completa nel 60% dei bambini a quattro anni e nel 76% dei bambini a sette anni.

I genitori sono generalmente molto spaventati a causa della veloce crescita delle lesioni: diventano ansiosi soprattutto quando gli emangiomi risultano localizzati a livello di volto e collo a causa del danno estetico che producono e per il fatto che possono determinare un’esclusione sociale del bambino: tali lesioni, anche a causa del danno estetico che provocano, possono persino necessitare, per la risoluzione, di un intervento chirurgico.

Come spiega il dottor Giuseppe Ruggiero, pediatra di base, «per la terapia dell’emangioma, oggi gli specialisti sono costretti a utilizzare il propranololo in preparazioni galeniche, non standardizzate, che non garantiscono quella certezza di dosaggio che, nei primi mesi di vita, deve essere il più preciso possibile. Il nuovo farmaco autorizzato per uso pediatrico risponde all’esigenza sempre più sentita di avere farmaci dedicati a questa fragile categoria di pazienti».

«Il farmaco in questione è somministrabile già a partire dalle otto settimane di vita – aggiunge la dottoressa Maya El Hachem, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia Pediatrica dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma e Presidente della Società Italiana per lo Studio delle Anomalie Vascolari (SISAV) – Questo, per il prescrittore, significa snellire la visita, in quanto non esiste più la necessità di far firmare il consenso informato ai genitori per l’utilizzo di un galenico; il farmaco formulato su scala industriale facilita la somministrazione da un punto di vista del dosaggio, poiché è provvisto di un apposito dispenser».

«Il farmaco preparato su scala industriale, per essere immesso in commercio, deve inoltre rispondere a tutti i requisiti di farmacovigilanza, molto severi soprattutto quando si tratta, come in questo caso, di una molecola nota da tempo, ma autorizzata per una terapia innovativa – prosegue l’esperta – Il prodotto infine, è rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale poiché viene utilizzato per la cura di casi limitati ed è volto a scongiurare un rischio per la vita, un danno funzionale e\o estetico permanente per il bambino».

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