La tosse notturna può inficiare la qualità del riposo e, di conseguenza, rischia di avere un impatto negativo sulla quotidianità di chi ne soffre. Le cause di questo disturbo possono essere diverse.
«In presenza di particolari condizioni, come un’abbondante produzione di catarro o infiammazioni, la posizione supina esacerba il problema», spiega il dottor Franco Lombardo, coordinatore del settore Pneumologia della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie. «Quella che deve preoccupare è la tosse cronica, quella che persiste oltre le otto settimane. Non si tratta di una tosse acuta protratta, per esempio come strascico di una brutta influenza, ma di un fenomeno completamente diverso e molto impattante sulla qualità di vita».
Perché tossiamo di notte
Mentre la forma acuta tende a risolversi spontaneamente e il più delle volte non necessita di alcun intervento medico, per definizione la tosse cronica persiste oltre le otto settimane e nell’80% dei casi nasconde tre principali cause: asma bronchiale, reflusso gastroesofageo e sindrome della tosse delle vie respiratorie superiori (oggi nota anche con l’acronimo UACS, dall’inglese Upper Airway Cough Syndrome), un tempo più comunemente definita Post-Nasal Drip Syndrome (sindrome da gocciolamento retronasale), dove il paziente riferisce un continuo scolo di muco dal rinofaringe.
«Spesso sottovalutata e poco nota è anche la presbifagia, cioè la difficoltà a deglutire che si riscontra di frequente nella terza età sia come conseguenza del normale processo di invecchiamento della deglutizione, sia a causa di patologie per esempio ischemiche di alcuni distretti neurologici deputati al controllo dei muscoli della deglutizione, per cui si parla di disfagia. Anche in questo caso, può comparire la tosse», riferisce il dottor Lombardo.
Tosse, a volte la causa è sconosciuta
La tosse cronica può essere anche idiopatica, nel senso che non è spiegata da alterazioni organiche e dunque la sua origine rimane sconosciuta. Questa condizione sembra interessare circa il 20-30% dei casi di tosse cronica, è refrattaria (nessuna terapia riesce a placarla) e viene spesso definita erroneamente di “tipo nervoso”.
«Di solito, invece, si tratta della CHS, acronimo della definizione inglese Cough Hypersensitivity Syndrome, una predisposizione individuale a reagire in modo esagerato a stimoli irritanti, infettivi, chimici e fisici. Raramente, però, questo problema si limita solamente alla notte, perché la tosse secca e stizzosa, associata a prurito in gola, è presente tutto il giorno e viene favorita da un utilizzo spesso inappropriato della voce, come parlare forte, raschiare la gola o non mantenere una corretta umidificazione delle vie aeree», dice il dottor Lombardo.
Tossire di notte, quando preoccuparsi
Dietro una tosse notturna che non passa possono celarsi patologie anche gravi (tumori polmonari, fibrosi polmonari, malattie infettive croniche delle vie aeree) oppure l’uso di particolari farmaci, come gli ACE-inibitori (antipertensivi).
«In alcuni casi, la causa può anche essere cardiaca: in posizione supina, i pazienti con scompenso cardiaco possono accusare sia tosse sia ortopnea, una difficoltà respiratoria che induce a mettersi seduti o in piedi per tornare a respirare in modo regolare. La causa sta nel fatto che nello scompenso cardiaco il cuore non riesce ad affrontare il ritorno di sangue venoso al polmone», spiega il dottor Lombardo.
«Una diagnosi precisa può arrivare solo grazie a una scrupolosa anamnesi del medico di famiglia, che eventualmente potrà prescrivere gli esami di primo livello, come una radiografia del torace ad esempio, oppure una terapia, cosiddetta ex iuvantibus, come gli inibitori di pompa nel caso in cui sospetti il reflusso gastroesofageo. Qualora poi non riesca a risolvere il problema, può richiedere una consulenza specialistica, pneumologica, otorinolaringoiatrica o gastroenterologica per esempio, ed esami di secondo livello, per una migliore definizione diagnostica della tosse notturna e, più in generale, cronica».
Tosse notturna, quali sono i rimedi
Non esiste un’unica soluzione per la tosse notturna: tutto dipende dalla causa. Per esempio, l’asma bronchiale va trattata con la terapia specifica (corticosteroidi inalatori associati o meno ad altre tipologie di farmaci), mentre il reflusso gastroesofageo può essere trattato con farmaci specifici e ridotto con una dieta corretta e sollevando il tronco di almeno 30 gradi rispetto al corpo, utilizzando durante il sonno una rete ortopedica con doghe regolabili o ponendo dei rialzi sotto i piedi di una normale rete di circa 20-30 centimetri.
«Banalmente, infine, la tosse notturna può essere favorita anche dalla respirazione a bocca aperta, nei casi in cui il respiro nasale sia ostacolato da patologie di pertinenza otorinolaringoiatrica, soprattutto quando si dorme in ambienti non correttamente umidificati. In questo caso, vale la pena umidificare adeguatamente la stanza e, soprattutto, bere adeguatamente», conclude l’esperto.