Una cicatrice sulla pelle e un sacchetto rappresentano un momento molto difficile di accettazione per chi ha una stomia urinaria. Uomini e donne che, dopo aver subito un intervento di rimozione della vescica, vedono irrimediabilmente cambiare la loro vita.
Sono 70mila circa in Italia i portatori di stomia urinaria. Una condizione che genera dubbi e preoccupazioni in chi la subisce, ma anche nei familiari e nei caregiver. Eppure oggi vivere una serena quotidianità con una stomia urinaria è possibile. Lo spiega la Wound Ostomy and Continence Nurses Society (Società delle infermiere e infermieri per ferite, stomie, continenze) con una serie di best practices e lo sottolineano medici e infermieri dei reparti di urologia dei principali centri italiani.
Stomia urinaria, la scelta del sacchetto
Per una corretta gestione della stomia urinaria, il paziente viene istruito dal personale specializzato prima delle dimissioni. A cominciare dalla scelta del sacchetto che spetta allo stoma-terapista o all’infermiere specializzato nella gestione delle stomie.
«Tenendo conto delle compliance del paziente si opta per il monopezzo oppure per un due pezzi», spiega Fortunato Ianni, infermiere esperto in pratiche urologiche al San Raffaele di Milano. «Nel primo caso si tratta di un sacchetto a fondo aperto con una superficie che aderisce direttamente alla pelle. Nel secondo invece la sacca e la placca si fissano tra di loro con un sistema di aggancio meccanico o adesivo».
Di norma per i pazienti più anziani si sceglie il monopezzo, che va sostituito ogni 24 ore, mentre per chi è più giovane si preferisce la soluzione a due pezzi che si rinnova ogni 48, 72 ore. «Non è una regola certa in quanto molto dipende dalla capacità di adattamento del paziente. Di sicuro in entrambi i casi è fondamentale la corretta gestione del presidio per evitare spiacevoli complicanze».
Cute: come trattarla per non infiammarla?
Per non infiammare la cute, le best practices insegnate nel post-intervento dagli infermieri del reparto Urologia sono fondamentali.
«Il primo accorgimento a cui prestare attenzione riguarda la cute peristomale che deve essere della stessa tonalità dell’addome, non infiammata o dolente a causa del passaggio delle urine; va quindi trattata con prodotti idonei e tecniche corrette», prosegue Ianni.
Perché ciò diventi una costante nella vita di un paziente con stomia urinaria, la Wound Ostomy and Continence Nurses Society fa alcune raccomandazioni per la gestione dei sacchetti e dei sistemi di raccolta. «La cute peristomale necessita di una particolare attenzione in quanto suscettibile al cambiamento della placca e alle irritazioni causate dall’acidità delle urine».
Il cambio del sacchetto: i suggerimenti dell’esperto
Il momento giusto per sostituire il sacchetto è quando la stomia non produce grandi quantità di liquidi. Per alcuni è meglio la mattina prima di ingerire liquidi, per altri dopo un bagno o una doccia, per altri ancora a fine giornata, due ore dopo i pasti.
«Importante è che l’applicazione del sacchetto venga fatta in autonomia seguendo alcune semplici regole», sottolinea lo specialista della tecnica. «Per iniziare occorre munirsi di un paio di forbici a punta ricurva per modellare il diametro della placca in base alla stomia, un sapone neutro, un asciugamano delicato per tamponare e asciugare la zona peristomale e un sacchetto per i rifiuti. Quindi, una volta applicata la stomia, è bene tenere sopra una mano per scaldare la colla sottostante e farla aderire bene».
Il momento della rimozione è altresì importante quanto delicato: lo stoma-terapista consiglia di rimuovere con la mano il sacchetto e la placca nella direzione del pelo. «Con una mano si fa un movimento dal basso verso l’alto, mentre con l’altra si tende la cute addominale per evitare traumi dolorosi. È fondamentale non agire con troppo impeto per evitare di danneggiare la cute peristomale. Quindi, per rendere la rimozione più agevole e meno dolorosa, consiglio di compiere questa operazione sotto la doccia. Dopo qualche minuto, anche la pelle arrossata torna alla sua normale colorazione».
L’importanza dell’igiene personale
Per compiere in modo corretto la sostituzione del sacchetto in una stomia urinaria non è necessario utilizzare prodotti disinfettanti, ma è sufficiente un sapone neutro e abbondante acqua.
«È importante sapere che prodotti troppo aggressivi o carichi di profumazione, alcool, così come le salviette umidificate o creme delicate per bambini, possono essere aggressivi per la pelle o diminuire l’adesività della placca», fa notare l’infermiere. «Quindi meglio affidarsi a salviette umide appositamente studiate per la cura della stomia o ad acqua e sapone neutro».
In caso di bruciore o dolore nella zona peristomale è importante sostituire subito la placca e consultare il medico.
Fare sport con una stomia urinaria è possibile
La necessità di cambiare ogni 24 o 48 ore il sacchetto non deve essere però un alibi per il paziente con stomia urinaria per interrompere le attività sportive e per non avere una vita sociale, anzi! Medici e specialisti raccomandano una costante attività fisica.
«Con la stomia urinaria è possibile fare qualunque sport, andare in piscina, sciare e giocare a calcio. Non ci sono controindicazioneo», rimarca Ianni. «L’unico accorgimento è di indossare il costume intero in piscina e uno a vita alta in spiaggia per tenere coperta la placca con il sacchetto».
Stomia urinaria, i cibi da evitare
Se i pazienti con stomia urinaria possono svolgere qualunque attività, per stare bene e non avere spiacevoli inconvenienti, è meglio evitare l’assunzione di cibi piccanti, aromi forti come cipolle, aglio, broccoli, asparagi.
«Non ci sono controindicazioni, ma è opportuno non eccedere nel consumo di questi alimenti che possono dare un odore intenso e sgradevole alle urine», conclude lo specialista.
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