Insieme al raffreddore, il mal di schiena rappresenta la ragione più comune di visita al medico di base: circa quindici milioni di italiani ne soffrono in maniera più o meno grave e, statisticamente, questa patologia rappresenta una delle principali cause di assenza dal lavoro e di indagini diagnostiche. Dietro quel dolore così comune può nascondersi una malattia infiammatoria cronica che colpisce la colonna vertebrale, la spondiloartrite assiale, che a livello globale coinvolge una persona su 150.
«È soprattutto la popolazione giovane quella più penalizzata, perché i sintomi si manifestano generalmente tra i 20 e i 40 anni», riferisce il dottor Pietro Leccese, dirigente medico presso l’Unità Operativa Complessa di Reumatologia all’AOR San Carlo di Potenza. «Uomini e donne vengono colpiti in egual misura, eppure il gentil sesso riceve più spesso una diagnosi tardiva: la causa è di un retaggio del passato che considerava la spondiloartrite assiale una patologia tipicamente maschile, per cui molti medici di famiglia tendono a scartare l’ipotesi nelle loro pazienti».
Cos’è la spondiloartrite assiale
Questa malattia infiammatoria cronica colpisce le strutture assiali dello scheletro, cioè la colonna vertebrale e le articolazioni sacro iliache (tra l’osso sacro e il bacino).
«Se non opportunamente trattata, la spondiloartrite assiale può evolvere e determinare un danno permanente alle strutture ossee», avverte il dottor Leccese. «In sostanza, il processo infiammatorio crea nuovo osso che forma dei ponti, detti sindesmofiti, fra le vertebre, fondendole tra loro: questo fa perdere la normale mobilità alla colonna e ne altera l’anatomia, determinando posture anomale. A seconda della zona colpita, diventa difficile se non impossibile ruotare la testa nelle varie direzioni e sollevarla per guardare il cielo, raccogliere un oggetto da terra, restare seduti e così via».
Quali sono i sintomi della spondiloartrite assiale
Il tipico sintomo di esordio della spondiloartrite assiale è il mal di schiena infiammatorio, che si differenzia dalla classica lombalgia (quella meccanica) perché è un dolore sordo, che non migliora con il riposo ma al contrario può manifestarsi durante la notte e permanere al risveglio, talvolta causandolo, associandosi a rigidità mattutina che perdura per più di trenta minuti e che poi si attenua con il movimento.
«Il dolore può irradiarsi anche alla zona dei glutei, con quella che chiamiamo “glutalgia alternante”, e talvolta può sfociare nella cosiddetta “sciatica mozza”, una forma ridotta di sciatica dove il fastidio non raggiunge il piede, ma si estende dal tratto lombo-sacrale, interessa la faccia posteriore della coscia e si ferma al ginocchio», descrive il dottor Leccese.
«Frequente è anche l’uveite, un’infiammazione dell’occhio che si manifesta con dolore oculare, aumentata sensibilità alla luce e visione annebbiata. Oltre all’interessamento della colonna, poi, può esserci un’artrite periferica, che determina infiammazione e dolore in altre articolazioni, come polsi, caviglie, gomiti e ginocchia». La spondiloartrite assiale può associarsi inoltre ad altre malattie: è il caso della psoriasi e delle malattie infiammatorie croniche intestinali, come la malattia di Crohn o la rettocolite ulcerosa.
Quali sono le cause della spondiloartrite assiale
A oggi non sono ancora del tutto note le cause della spondiloartrite assiale, ma sappiamo che il peso della genetica è importante.
«Senza dubbio c’è una predisposizione individuale che favorisce lo sviluppo di questa malattia, influenzata anche dalla familiarità: avere parenti di primo grado che ne sono affetti aumenta il rischio», sottolinea il dottor Leccese. «Viene spesso chiamata in causa anche la disbiosi intestinale che, su un terreno genetico favorevole, potrebbe contribuire all’insorgenza del problema, ma si tratta complessivamente di fattori di rischio, non di condizioni causali».
Come si diagnostica la spondiloartrite assiale
Trattandosi di un sintomo molto comune nella popolazione generale, il mal di schiena viene spesso sottovalutato dai pazienti. Tra l’altro, il dolore e la rigidità iniziano lentamente e compaiono con un’intensità sempre maggiore nel corso del tempo, alternando giorni e settimane di fastidio molto forte ad altri di dolore più sopportabile, per cui si tende ad “aspettare che passi”.
«Invece è fondamentale rivolgersi subito al reumatologo, che può arrivare a una diagnosi certa grazie alla risonanza magnetica, capace di individuare l’infiammazione delle articolazioni sacro iliache in maniera precoce, prima che si instauri un danno evidente all’esame obiettivo e alle radiografie tradizionali», assicura l’esperto.
Come si cura la spondiloartrite assiale
Nell’ultimo ventennio abbiamo assistito a un radicale cambiamento della terapia contro la spondiloartrite assiale. Oltre ai tradizionali farmaci anti-infiammatori per controllare le fasi iniziali del dolore e dell’infiammazione, oggi sono disponibili farmaci biologici quali anti-TNFα (come etanercept, adalimumab, infliximab, golimumab, certolizumab), anti-IL17 (secukinumab, ixekizumab) oppure JAK inibitori (upadacitinib, tofacitinib), in grado di controllare il processo infiammatorio sia a livello osseo (colonna vertebrale, articolazioni periferiche) che di cute (in caso di psoriasi).
Inoltre, alcuni di questi farmaci funzionano anche sull’occhio (in caso di uveite) e sull’intestino (in caso di malattie infiammatorie intestinali). «Questo consente di trattare i pazienti in maniera personalizzata, a seconda delle manifestazioni cliniche prevalenti della malattia, delle co-morbilità e dell’età del paziente», riferisce il dottor Leccese. «Ovviamente, i risultati migliori si ottengono con una diagnosi precoce. Quando il danno strutturale si è già instaurato, invece, possiamo cercare di bloccarne l’ulteriore evoluzione, ma non è possibile recuperarlo».
Eventualmente, sulle vertebre “fuse” tra loro, si può valutare una chirurgia correttiva, ma si tratta spesso di interventi delicati, complicati, gravati da rischi e possibili solo in casi selezionati.
L’importanza dello stile di vita
Per i pazienti con spondiloartrite assiale è fondamentale curare lo stile di vita, facendo regolare esercizio fisico, evitando il fumo di sigaretta e l’abuso di alcol, curando l’alimentazione e mantenendo un corretto peso corporeo per contrastare sovrappeso e obesità.
Proprio per accrescere la conoscenza circa gli impatti della spondiloartrite assiale sulla qualità della vita, l’APMARR - Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare promuove e organizza per venerdì 17 maggio 2024, alle 18.30, in diretta streaming sul profilo Facebook, il webinar online “Conoscere la spondiloartrite assiale: incontro con gli specialisti”. L’evento vedrà la partecipazione del dottor Pietro Leccese, che illustrerà e risponderà in diretta alle domande degli utenti in merito ai principali sintomi ai quali è necessario prestare attenzione.
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