Sei zero zero. La sveglia suona e a casa di Stefania e Marco si ripete sempre la stessa scena, come ne Il giorno della marmotta. Lei si alza con il suo solito mal di testa, che laverà via sotto la doccia, lui continua a rotolarsi nelle coperte, in preda a una sonnolenza che non lo abbandonerà per tutto il giorno.
Stesso letto, stessi orari, eppure problemi diversi per lui e per lei. «Esistono importanti differenze tra i due sessi, sia per quanto riguarda il sonno notturno sia i disturbi che lo alterano: lo ha dimostrato recentemente anche un’analisi condotta dagli esperti dell’Università di Sydney che, sulla rivista Sleep Medical Review, hanno passato in rassegna le più importanti ricerche scientifiche sull’argomento», spiega Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di medicina del sonno dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano.
«Per decenni uomini e donne sono stati trattati allo stesso modo, ma oggi lo scenario sta cambiando grazie alla medicina di genere. Ora sappiamo che i diversi meccanismi biologici che agiscono nei due sessi devono essere debitamente considerati, se vogliamo mettere a punto adeguate strategie terapeutiche che permettano di ripristinare un buon sonno ristoratore per entrambi».
E allora cosa può dirci la medicina di genere su ciò che è andato storto durante la notte di Marco e Stefania? Riavvogliamo il nastro e cerchiamo di capirlo con l’aiuto dell’esperto.
Ore 23: lui russa, lei pensa
Dopo una giornata frenetica, è arrivata l’ora di andare a letto. Marco si infila sotto le coperte, accende la tv e fa un po’ di zapping. Quando arriva anche Stefania spegne tutto: un bacio, la testa sul cuscino e subito comincia a russare. Lei invece passa ancora mezz’ora con gli occhi puntati allo smartphone: l’ultima sbirciatina a Facebook e poi un occhio all’agenda piena di impegni per l’indomani: sarà una giornata campale.
Posa il telefono sul comodino e si corica, senza riuscire a prendere sonno. «Le donne hanno una probabilità di soffrire di insonnia che è 1,25 volte maggiore rispetto agli uomini», afferma Ferini Strambi.
«Questo vale soprattutto per la difficoltà di addormentamento, un problema spesso legato a disturbi d’ansia e depressione che sono più frequenti nel sesso femminile. Inoltre, un recente studio norvegese, pubblicato sulla rivista Sleep Health, ha evidenziato che le donne a letto sono più propense a leggere e a usare device elettronici prima di coricarsi: queste abitudini rendono difficile spegnere il cervello perché mantengono attivi i centri di veglia; inoltre, la luce blu emessa dai dispositivi elettronici inibisce il rilascio dell’ormone del sonno, la melatonina».
Ore 1: lui dorme, lei agita le gambe
Stefania guarda ancora il soffitto: impossibile chiudere occhio con Marco che russa così sonoramente. L’unico che sembra non accorgersene è il gatto, che si intrufola sotto le coperte e si acciambella tra i cuscini per ronfare in stereo con lui. A Stefania non resta che voltarsi dall’altra parte: difficile però restare ferma, con quel fastidio alle gambe che la costringe a muoversi ogni due minuti.
«La sindrome delle gambe senza riposo è 1,5 volte più frequente nel sesso femminile. Caratterizzata da spiacevoli sensazioni come intorpidimento e crampi, può essere legata a una carenza di ferro ma anche alla gravidanza, tanto che nell’ultimo trimestre della gestazione ne soffre una donna su quattro», ricorda l’esperto del San Raffaele.
«Questo disturbo si può associare anche al mioclono notturno, ovvero a fastidiosi scatti che le gambe fanno in modo automatico ogni 20-30 secondi, frammentando il sonno che spesso è già di cattiva qualità per colpa di rumori, come il russamento del partner, il pianto dei bambini e la presenza un po’ invadente degli animali domestici».
Ore 3:30: lui ha le apnee, lei riposa
Stefania finalmente ce l’ha fatta, è nelle braccia di Morfeo. Il micio invece sgattaiola via, infastidito dalle apnee di Marco che boccheggia e sbofonchia, muovendosi rumorosamente alla disperata ricerca di una boccata d’aria.
«La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osa) è un disturbo caratterizzato da ripetuti episodi di occlusione delle vie aeree superiori, che provocano un calo di ossigeno nel sangue e una frammentazione del riposo», sottolinea il medico.
«Nel sesso maschile il problema è più frequente, mentre nelle donne si presenta quasi esclusivamente dopo la menopausa. La riduzione degli ormoni femminili gioca infatti un ruolo essenziale: il grasso tende a localizzarsi non solo a livello dell’addome, ma anche delle prime vie aeree, riducendone il diametro.
Inoltre, si perde l’effetto stimolante sui muscoli respiratori da parte del progesterone. È interessante notare che l’intensità dell’Osa è generalmente inferiore nelle donne, rispetto agli uomini. Questo potrebbe spiegare perché l’aumentato rischio di ipertensione è più evidente nel sesso maschile».
Ore 5: lui si agita, lei parla
Anche Stefania inizia a russare: le capita saltuariamente, quando dorme in posizione supina. Il respiro si fa un po’ affannoso e per qualche secondo si interrompe: una piccola apnea. Le basta girarsi per tornare a respirare bene. Quando tutto sembra tornato nella normalità, però, ecco che inizia a confabulare qualcosa. La voce cambia tono e alza il volume.
Marco si sveglia e si volta, per cercare di capire cosa succede. Niente di che: Stefania sta litigando nel sonno con sua madre per quell’invito a cena rifiutato. Normale amministrazione, meglio tornare a dormire.
«Il soliloquio nella fase di sonno non Rem, cioè quelle in cui non si sogna, è un fenomeno abbastanza frequente soprattutto nelle donne, ma non deve preoccupare», rassicura Ferini Strambi.
«Un discorso a parte, invece, meritano i disturbi comportamentali nella fase di sonno Rem (Rbd), quella in cui sogniamo. Normalmente in questa fase, che si colloca nelle ultime due-tre ore prima del risveglio, abbiamo una sorta di paralisi muscolare che ci impedisce di fare movimenti inconsulti rischiando di farci male. Alcuni pazienti, però, perdono questa fisiologica atonia muscolare e si agitano nel letto: vivono un sogno in cui cercano di difendersi da qualcuno. Il disturbo è prevalente nei maschi, colpiti secondo un rapporto di 2:1 rispetto alle donne.
Negli uomini, poi, si osserva un comportamento più violento e aggressivo, che peraltro rispecchia un contenuto onirico diverso; le donne con gli Rbd, infatti, sognano più spesso persone amiche e scene di vita quotidiana. Negli ultimi anni gli studi su questo disturbo del sonno si sono molto intensificati, perché può essere la spia di malattie neurodegenerative come il Parkinson, che possono manifestarsi a distanza di 5-10 anni: il rischio sembra essere identico nei due sessi».
Ore 6: lui è stanco, lei ha la cefalea
Suona la sveglia. Stefania ha la cefalea da risveglio: «È dovuta al sonno frammentato e alle apnee che causano un aumento della pressione arteriosa notturna e una carenza di ossigeno», spiega l’esperto.
«Il problema però si risolve spontaneamente dopo 30-45 minuti». Marco fatica ad alzarsi dal letto e rimarrà frastornato tutto il giorno. «La sonnolenza diurna è più frequente negli uomini che nelle donne, non solo per colpa delle apnee. Nel sesso femminile in genere sono maggiori la durata e l’efficienza (è il rapporto tra ore trascorse a letto e ore dormite) del riposo e la percentuale di sonno profondo non Rem, che è quello più ristoratore».
GLI AIUTI HI-TECH
- Le sveglie con l’alba
Favoriscono un risveglio più dolce e naturale, grazie a una luce che aumenta gradualmente (simulando l’alba), a volte accompagnata da un debole stimolo sonoro. Wake-up Light di Philips (164,99 €) è l’unico dispositivo di questo genere testato clinicamente.
Il 92% degli utenti ha dichiarato che con questa sveglia è più semplice alzarsi dal letto.
- I cuscini anti russamento
I cuscini “intelligenti” (comandati da app sullo smartphone) permettono di ascoltare musica senza disturbare il partner e interrompono il russamento inducendo una leggera vibrazione che invita a cambiare posizione (ZEEQ Smart Pillow costa 149.99 dollari, circa 132 €, e si trova anche su Amazon).
- Il prototipo: il letto anti sconfinamento
Sviluppato dalla casa automobilistica Ford, impedisce di occupare lo spazio del partner grazie alla stessa tecnologia montata sulle auto per evitare cambi di corsia involontari. È un prototipo che usa sensori per identificare quando la persona si allontana dalla propria parte, per poi riportarla al suo posto.
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Articolo pubblicato sul n° 14 di Starbene in edicolca dal 19 marzo 2019