La sigaretta elettronica è nociva: con il suo report sul fumo nel mondo, l’Organizzazione mondiale della sanità ha appena bocciato lo svapo.
«In realtà la bocciatura va ridimensionata, perché il documento riconosce che l’e-cig “evita l’assunzione di catrame e gas tossici”, abbattendo le sostanze tossiche presenti in sigarette, sigari e pipa, quindi riduce il rischio dei danni da tabagismo», sottolinea il professor Fabio Beatrice, direttore del Centro antifumo dell’ospedale S. Giovanni Bosco di Torino.
«Giustamente, però, chiede che ne sia proibita la pubblicità (divieto già in vigore nel nostro Paese), e che ci sia una normativa più ferrea riguardo l’aggiunta di aromi, per evitare che le e-cig siano appetibili per i giovani e che lo svapo diventi il primo passo per intraprendere forme più dannose di fumo. Anche in questo caso, non andrebbe però dimenticato che, ancora oggi, il reclutamento al fumo avviene soprattutto attraverso le sigarette tradizionali.
Sempre secondo l’Oms è poco chiaro quale sia il ruolo della sigaretta elettronica nel percorso verso la disassuefazione: si avanza il sospetto che possa addirittura minare gli sforzi per smettere.
Alcuni recenti studi, però, dimostrano il contrario: uno, pubblicato sul New England Journal of Medicine, afferma che l’e-cig è più efficace di altri metodi con nicotina, come i cerotti. Un secondo, dell’Università di San Diego, la ritiene addirittura quattro volte più valida per dire addio al fumo.
Inoltre, l’Oms non dice che anche i normali farmaci per smettere, come i cerotti o la vareniclina, presentano profili di tossicità, tanto che devono essere usati sotto controllo medico», commenta il professor Beatrice.
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Articolo pubblicato nel n. 36 di Starbene in edicola dal 20 agosto 2019