Non conosce stagioni e affligge, in misura minore o maggiore, due milioni e mezzo di italiani. È la sinusite, l’infiammazione acuta, ricorrente o cronica dei seni paranasali, le cavità scavate nel massiccio facciale che comunicano, attraverso un labirinto di lamelle osse, con le fosse nasali.
Anche in estate, basta un colpo d’aria, un tuffo nell’acqua fredda o un repentino cambio di pressione atmosferica legato a un viaggio aereo per causare la comparsa o la riacutizzazione dei sintomi: congestione nasale, produzione di muco viscoso o giallo, dolore al viso (soprattutto sopra e sotto gli occhi, alla fronte, agli zigomi e in mezzo alle sopracciglia) e riduzione della sensibilità olfattiva.
Se non si interviene per tempo, l’infezione può aggravarsi causando anche febbre, tosse e difficoltà respiratorie. «Più che di sinusite, sarebbe corretto parlare di rinosinusite poiché naso e seni paranasali sono strettamente connessi fra loro», spiega il dottor Luca Malvezzi, specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia maxillo-facciale presso l’Humanitas Research Hospital di Rozzano (Milano).
«E anche se il dolore si localizza in una zona del volto, l’infezione può interessare tutti i seni. Per questo è importante rivolgersi subito all’otorinolaringoiatra per una diagnosi precisa e una cura adeguata».
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