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Medici e specialisti: facciamo chiarezza sulle qualifiche strane

Capita sempre più spesso di incappare in dottori che vantano specializzazioni mai sentite prima. Ecco una miniguida per non perdersi tra i titoli

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“Piacere, dottore in Pnei”. Sempre più spesso i medici presentano qualifiche a volte incomprensibili, che figurano sui biglietti da visita, sulla targa o sulla carta intestata. Non si tratta di specializzazioni universitarie, come l’ortopedico o il cardiologo, ma di titoli acquisiti dopo corsi di formazione o master post-laurea in medicina. Ecco le “expertise” più in voga.


Il chirurgo oculoplastico
L’oculoplastica è una nuova branca dell’oftalmologia che raggruppa le procedure chirurgiche eseguite sull’occhio e le strutture circostanti: palpebre, orbite oculari, condotti lacrimali, sopracciglia, tempie e zona malare (compresa tra la palpebra inferiore e lo zigomo).

Come si diventa chirurgo oculoplastico? «Grazie a una fellowship (un medical training ultraspecialistico) in Usa o Inghilterra», risponde il dottor Francesco Bernardini, docente di oculoplastica alla Scuola di specializzazione in oculistica dell’Università di Genova. «In Italia è materia di insegnamento all’interno della specializzazione in oculistica o in chirurgia plastica presso diversi atenei».



L’ossigeno-ozono terapeuta
Da qualche anno esiste un master di secondo livello in ossigeno-ozonoterapia all’Università di Pavia. Ed è appena stato inaugurato un master internazionale all’Università Unicamillus di Roma. «Prevede 20 ore di teoria e 500 ore di pratica, secondo i protocolli stabiliti dalla Sioot (Società Scientifica di ossigeno-ozonoterapia)», spiega il professor Marianno Franzini, presidente Sioot.

«Chi si diploma in questa specialità medica, in voga a Cuba e in Germania, può esercitarla in tutti i campi di applicazione: dalla cura della fibromialgia a quella dell’ernia e della stanchezza cronica, dall’emicrania alle infezioni batteriche, micotiche e virali. Ricordiamo che l’ossigeno-ozonoterapia è già adottata dagli ospedali pubblici, come il Sacco di Milano, per le malattie infettive antibiotico-resistenti, e dal Sant’Andrea e il Fatebenefratelli di Roma per la terapia del dolore».


L’esperto in Pnei

Un tempo l’iter formativo del medico esperto in Pnei (psiconeuroendocrinoimmunologia) avveniva all’estero, in Spagna o in Usa. Oggi sono stati istituiti master all’Università dell’Aquila e di Torino.

Di cosa si occupa? «Studia la rete di connessioni tra il sistema psichico e neurologico, endocrinologico e immunitario», spiega Anna Giulia Bottaccioli, medico internista e agopuntore, coordinatrice Sipnei (Società italiana di psiconeuroendocrinoimmunologia) del Lazio. «Cervello, ormoni e sistema immunitario dialogono tra loro e l’esperto in Pnei non si limita a un approccio sintomatico ma cerca di sciogliere i nodi profondi e di correggere gli errori all’origine della malattia. Il bagaglio terapeutico è ampio: dallo stile di vita (in primis l’attività fisica) alla dieta antinfiammatoria, dalla prescrizione di nutraceutici e fitoterapici a preparati galenici formulati ad hoc, dalla tecniche di gestione dello stress (come la meditazione e la mindfulness) all’agopuntura.


Il micoterapeuta
Il ricorso ai funghi medicinali, nella medicina tradizionale cinese, risale a 4000 anni fa. Che specializzazione è richiesta al micoterapeuta? «In Italia non esistono master post-laurea ma corsi brevi, articolati in giornate o weekend, tenuti per lo più dalle aziende che rilasciano un attestato di partecipazione», spiega il dottor Walter Ardigò, psichiatra e psicoterapeuta, esperto in omeopatia, agopuntura e autore di libri sulla micoterapia.

«Personalmente tengo corsi presso varie scuole di naturopatia o il mio studio di Borgonato di Corte Franca (Brescia) insegnando a usare i “mushrooms wellness”, sia di tradizione orientale come il Reishi, lo Shitake e il Maitake, sia occidentale come il Coprinus e l’Hericium. Servono a curare diversi disturbi: infezioni urinarie, problemi cardiaci, colesterolo e glicemia alti, insonnia, mancanza di energia, disturbi del tono dell’umore».


Il medico quantistico
Ha seguito corsi di formazione istituiti da aziende o da società specializzate nella comunicazione medico-scientifica, come il Sapore del Sapere di Milano e Epinutracell di Bologna, che organizza convegni incentrati sull’epigenetica.

La novità? Sta per partire un master di secondo livello all’Università di Bari, destinata a diventare la coordinatrice di master analoghi nella Comunità europea. Ma che cos’è la medicina quantistica? «È basata sui principi della fisica esposti da Einstein, secondo cui ogni massa è energia», spiega il professor Piergiorgio Spaggiari, fisico e medico dello sport, con laurea honoris causa in medicina quantistica conferita dall’Università di Odessa.

«Anche le nostre cellule, che sono immerse nell’acqua extracellulare e sono composte soprattutto di acqua, producono vibrazioni all’interno di uno spettro di frequenze elettromagnetiche. In presenza di un organo alterato i segnali emessi sono “disturbati”. Attraverso un’apparecchiatura chiamata biorisonanza, il medico quantistico intercetta queste informazioni vibrazionali e cerca di riportarle in equilibrio inviando le frequenze giuste a degli elettrodi applicati sulla pelle del corpo».


Gli “specialisti della bellezza”

Chi è il medico estetico, figura ambita da chi vuole correggere gli inestetismi del viso e del corpo? «Non esiste una specializzazione universitaria», spiega il professor Alberto Massirone, presidente dell’Agorà di Milano, società italiana di medicina a indirizzo estetico.

«A Milano c’è la scuola post-laurea di medicina estetica dell’Agora, fondata 34 anni fa, mentre a Roma c’è quella della Sime (Società italiana di medicina estetica). Entrambe rilasciano un diploma dopo 4 anni di formazione e sono una garanzia per i pazienti». Qualsiasi medico fresco di laurea può fare filler o trattare le panniculopatie, essendo laureato in medicina e chirurgia.


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Articolo pubblicato sul n. 11 di Starbene in edicola dal 25 febbraio 2020



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