Gonfia le guance, sputa forte in una provetta e il gioco è fatto. Matteo, 5 anni, tra una settimana saprà se soffre di celiachia, l’intolleranza al glutine che colpisce un bambino su 80. È il test sulla saliva, finora sperimentato in alcune scuole elementari di Roma, Brescia e Palermo, e ora proposto nell’ambito di una campagna di screening dal Policlinico Umberto I di Roma per diagnosticare sul nascere questa diffusa e misconosciuta malattia che non sempre si manifesta con sintomi espliciti.
«Nel 30% dei casi, la celiachia provoca disturbi che passano quasi inosservati: pancino gonfio, pallore, astenia e inappetenza», spiega Salvatore Cucchiara, direttore della gastroenterologia ed epatologia pediatrica del Policlinico Umberto I che, in collaborazione con Mariposa per celiaci (onlus formata da pazienti e operatori socio-sanitari), ha dato il via alla campagna.
«Nel 70% dei casi, invece, il bimbo manifesta perdita di peso, diarrea, vomito, dolori e gonfiori addominali. Tutti sintomi che fanno sospettare l’intolleranza al glutine. Trascurarli, può portare a problemi seri: deficit nell’accrescimento, diabete giovanile, artrite reumatoide, tiroidite autoimmune e fratture da osteoporosi precoce».
Particolarmente indicato per i bambini, che mal sopportano un prelievo di sangue (ma possono eseguirlo anche gli adulti), il test sulla saliva è attendibile al 90%, come dimostrano gli screening fatti nelle scuole.
«Consiste nel rilevare la presenza degli anticorpi anti-transglutaminasi, che si alzano in presenza di questa intolleranza», prosegue il professor Cucchiara. «Ma attenzione! Se il bambino risulta positivo agli anticorpi, non significa automaticamente che è celiaco.
In caso di positività, occorre confermare l’esito con un test sul sangue, utile a dosare tre “marcatori biologici”: gli anticorpi anti-transglutaminasi (di cui viene dosata l’esatta concentrazione), gli anticorpi anti-endomisio e i geni dq2 e dq8, associati alla malattia. Quello della saliva è quindi un test di screening, rapido e per nulla invasivo, che permette di fare una prima selezione dei bambini potenzialmente celiaci».
Viene caldamente raccomandato a tutti quelli che manifestano disturbi gastrointestinali, a chi cresce poco e a chi ha parenti di primo grado celiaci. Se la mamma, il papà, il fratello o una sorellina sono intolleranti al glutine, infatti, in un caso su quattro lo sarà anche il piccolo.
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➔«Nella saliva le “spie” della celiachia sono 40 volte inferiori rispetto al sangue», dice Margherita Bonamico, già docente di pediatria all’università La Sapienza di Roma e presidente dell’associazione Mariposa per celiaci onlus. «Per questo utilizziamo un metodo che, marcando gli anticorpi con isotopo radioattivo, fa salire la sensibilità del test al 90%».
➔Previo appuntamento, la mamma si presenta con il bimbo alla nostra sede del Policlinico Umberto I, meglio se al mattino (non è necessario che sia a digiuno). Fa il test e dopo 7-10 giorni ha l’esito. In cambio, si può fare una donazione volontaria di 10 €.
➔Prossime date? 29 settembre, 24 e 27 ottobre e 22 dicembre. Per appuntamento, tel: 06-49970612 o inviare un mail a Mariposa. L’iniziativa è aperta anche agli adulti.
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Articolo pubblicato sul n. 39 di Starbene in edicola dal 13/09/2016