Cosa nascondono le intolleranze?

La difficoltà a digerire un cibo e il bisogno di una dieta speciale possono segnalare il desiderio di fuggire dalla “normalità”



di Simona Acquistapace

«Le intolleranze alimentari esistono e sono un problema, per chi ne soffre. Ma esistono anche le intolleranze solo ipotizzate, che possono a loro volta diventare un problema, per chi pensa di soffrirne». La psicoterapeuta Daniela Bavestrello, esperta di psicologia dell’alimentazione, distingue tra le intolleranze diagnosticate dal medico e certificate mediante test specifici, come la celiachia, da quelle presunte. Qualche esempio? Colleghi la sensazione di gonfiore dopo pasto ai formaggi e decidi, senza alcuna evidenza medica, di eliminare dalla tua alimentazione l’intera categoria dei latticini. Oppure, ti sembra di non tollerare il lievito perché quando mangi la pizza dormi male e allora metti al bando tutti i prodotti lievitati.

All’inizio stai meglio

«Quando elimini un tipo di alimento dalla tua dieta, nel breve periodo hai effetti positivi: questo accade perché rivedi la tua alimentazione, la alleggerisci, anche di calorie, magari senza rendertene conto mangi di meno. Anche nel medio termine la tua scelta sembra vincente: fare la spesa e cucinare stando concentrata sulle alternative all’alimento incriminato porta l’argomento cibo alla tua attenzione. Questo induce un effetto dimagrante: ti senti più leggera perché ti prendi cura di te stessa e rifletti sul ruolo che il cibo ha nella tua vita». A lungo termine, invece, gli effetti benefici possono svanire e può subentrare la reazione opposta: «Non si tratta più di fare attenzione a ciò che mangi, di prenderti cura di te stessa, ma di un obbligo, imposto da regole di cui, magari, non sei neppure così sicura. Ti senti prigioniera di una dieta che non ti rispecchia più, e tutto diventa più pesante, anche il tuo corpo», sottolinea l’esperta.

La tua scelta è un messaggio

Quando metti al bando certi alimenti che hanno caratterizzato le tue precedenti abitudini alimentari, non puoi ignorare che questo ha influenza anche sulle tue relazioni.  Come la prendono i tuoi familiari, il tuo partner, i tuoi figli? Spesso sono disorientati e difendono il loro stile, mentre tu insisti a cucinare in modo differenziato per te. «Rifletti sul fatto che il tuo mangiare diverso, quasi medicalizzato, può rappresentare una via per allontanarti dalla normalità, dalla quotidianità. Chiediti se le tue nuove regole rappresentano un modo di prendere le distanze anche dalle regole di casa», consiglia l’esperta.

Impara ad ascoltarti

Ma allora, cosa fare con i cibi che ci sembra ci facciano male? «Se un alimento non ti va giù, ti è sgradito, è legato a brutti ricordi, rispetta la tua avversione. La mente, esattamente come il corpo, ha una sorta di sistema immunitario che ti protegge da ciò che senti negativo. Fidati di te. Però cerca sempre di capire cosa ci sta dietro. Impara ad avere rispetto della tua salute e a non privarti di un alimento prezioso, solo perché lo hai immaginato come pericoloso. La vita, e con lei le nostre scelte alimentari, sono un’evoluzione continua: non cristallizzarti in un comportamento ma fai spesso il punto della situazione».

Prova a fare ordine nella tua dieta

La dietologa Carla Lertola mette subito in chiaro le cose: «In caso di celiachia, sancita da esami del sangue fino alla biopsia intestinale, il glutine va abolito dalla dieta. E anche se c’è un’intolleranza al lattosio, confermata con il breath test, il medico ti consiglierà di eliminare il latte o sostituirlo con la variante senza lattosio. No invece a criminalizzare intere categorie di cibi quando magari non digerisci un microelemento presente in un solo cibo di quel gruppo, oppure soltanto in un determinato periodo. Se ti sembra di avere dei disagi come gonfiore o pesantezza o anche sintomi intestinali e li colleghi a certi alimenti, prima di tutto rifletti se semplicemente non ne mangi quantità eccessive. E poi riordina la tua alimentazione quotidiana, mangiando poco e di tutto come propongo nella Dieta Libera».

Articolo pubblicato sul n.24 di Starbene in edicola dal 02/06/2015

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