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Scompenso cardiaco: la nuova mitraclip

Oggi è possibile riparare la valvola mitrale con una speciale “graffetta” senza ricorrere al bisturi. Ecco come funziona

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La valvola mitrale è un importante check point della circolazione cardiaca: grazie ai suoi due lembi che si aprono e sichiudono, permette al sangue ben ossigenato di passare dall’atrio al ventricolo sinistro, da cui viene poi pompato in tutto l’organismo. A volte però il suo lavoro va in tilt.

Un problema che si verifica nell’80% delle persone che soffrono di scompenso cardiaco: il loro cuore fa fatica a lavorare, aumenta di volume e questo fa sì che i lembi della valvola si sfianchino e perdano la loro capacità di serrarsi alla perfezione.

Risultato: il sangue torna indietro, variando il suo naturale percorso di marcia, con tutti gli effetti negativi che ne derivano. «La mancata tenuta della mitrale aumenta il rischio di fibrillazione atriale e altera gli scambi gassosi tra alveoli e sangue innescando affanno e mancanza di fiato.

Nei casi più gravi può portare all’edema polmonare acuto, un pericoloso accumulo di acqua negli organi della respirazione», spiega il dottor Giuseppe Musumeci, presidente della Società italiana di cardiologia interventistica (Gise) e direttore della cardiologia dell’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo.


Il nuovo intervento  

Oggi è possibile riparare la mitrale con una speciale “graffetta”: la mitraclip. La procedura per posizionarla, effettuata nei centri di cardiologia interventistica (una branca della cardiologia in netta espansione), è mininvasiva perché avviene per via percutanea, senza ricorrere al bisturi.

«Per far arrivare la mitraclip sino alla valvola malata si utilizza una speciale sonda», spiega il dottor Musumeci. «Viene inserita nella vena femorale (e quindi all’altezza dell’inguine) e fatta risalire fino all’atrio destro.

Poi, attraverso una microincisione, è fatta passare nell’atrio sinistro e pinzata sui due lembi della valvola malata, sotto stretto controllo ecocardiografico.

Quando si ha la certezza che la riparazione sia perfetta, si rilascia la graffetta nella sua nuova sede, dove il dispositivo provvederà a evitare “inversioni di marcia” a rischio. L’intervento, in anestesia totale, dura circa due ore e nei centri all’avanguardia viene effettuato in una sala ibrida (dedicata a interventi mini-invasivi ma se necessario, “convertibile” in tempi brevi in una sala operatoria).

La degenza post operatoria, in assenza di complicanze, è di 4-5 giorni: avviene spesso in unità coronarica e il paziente non deve effettuare nessun ciclo di riabilitazione cardiologica. L’indice di successo è superiore al 95%».


Dove si applica 

La valvola mitrale regola il passaggio del sangue dall’atrio al ventricolo sinistro del cuore. Con la “graffetta” si  riavvicinano i suoi due lembi in modo da ripristinarne la tenuta. 


Si effettua con il Servizio sanitario

Il trattamento con la mitraclip è coperto dal Servizio sanitario, ma a causa degli alti costi, nelle Regioni italiane si assiste a una disparità nell’erogazione di questa procedura: Lombardia, Campania e Sicilia sono tra le più attive nel fornirla, mentre in altre non viene praticata del tutto.

Ed è un peccato perché l’intervento con la “graffetta” ha un rapporto costo/efficacia vantaggioso,  migliore di quello offerto dall’attuale chirurgia, o dalle terapie mediche.

Per sapere quali sono i centri più avanzati e attivi c’è il sito della Gise (Società italiana di cardiologia interventistica) che, con dati statistici sulle procedure effettuate e molte altre  informazioni, offre una fotografia di questa pratica nel nostro Paese.


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Articolo pubblicato sul n° 35 di Starbene in edicola dal 17/8/2017

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