di Oscar Puntel
Nuove terapie per la sclerosi multipla. All’ultimo European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis, congresso internazionale tenuto a Londra, dove si è fatto il punto sulla malattia, sono state riportate importanti novità sulle cure: ogni paziente è un caso a sé e necessità di un protocollo terapeutico personalizzato. Fra le novità che si sono presentate, la sperimentazione con la cladribina, un farmaco chemioterapico usato per la leucemia.
CHE COS’È LA SCLEROSI MULTIPLA
La sclerosi multipla è una patologia che interessa il sistema nervoso centrale. «Questo viene aggredito dal sistema immunitario del paziente, che quindi va ad attaccare il cervello, il cervelletto o il midollo spinale. Lo stato infiammatorio colpisce la mielina (cioè la guaina di rivestimento dei neuroni) e la corteccia cerebrale stessa», precisa Antonio Bertolotto, responsabile del Centro regionale sclerosi multipla per il Piemonte, presso l’Azienda ospedaliero-universitaria San Luigi Gonzaga.
«Vi è una sintomatologia, caratterizzata da deficit motori o sensoriali, che compare e poi tende a regredire. Con il tempo, però, il miglioramento dopo l’infiammazione è sempre minore e si accumulano dei deficit neurologici che nel corso degli anni possono portare a un’invalidità di diverse funzioni del sistema nervoso. Questa è la forma più classica della sclerosi multipla, che si chiama “riacutizzazione-remissione”. Nel 15% dei pazienti, invece, si evidenza un lento peggioramento delle abilità motorie o sensoriali, senza l’evidenza di attacchi e di infiammazione», aggiunge il professore.
I SINTOMI DELLA SCLEROSI MULTIPLA
I sintomi della sclerosi multipla sono molto variabili. «L’infiammazione, infatti, può colpire parti diverse del sistema nervoso e sappiamo bene che ogni parte ha una sua funzione. Si può rilevare, per esempio, un appannamento della vista oppure disturbi della sensibilità e dei movimenti. Se c’è una sintomatologia di questo tipo, che dura per più di un giorno ed è conforme a un quadro di peggioramento generale delle condizioni di salute della persona, è opportuno rivolgersi al medico curante, ma senza eccedere nelle preoccupazioni (non è detto, infatti, che se si rilevano questi disturbi, si tratti automaticamente di sclerosi multipla)», aggiunge il professor Bertolotto.
QUANTE PERSONE NE SOFFRONO
In Italia si contano 70mila malati, ma vi è un incremento della frequenza in tutti i paesi del mondo. La ricerca ha dimostrato che c’è una “predisposizione” genetica ad ammalarsi di sclerosi multipla. E che ci sono dei fattori ambientali scatenanti che ne determinano lo sviluppo. Fra questi: il fumo, la mancanza di vitamina D, una poca esposizione al sole o una dieta troppo ricca di sale.
«In passato questa patologia conduceva a disabilità anche molto gravi ma ora, con nuove terapie, il numero di pazienti che hanno disabilità è in diminuzione. Siamo ottimisti, anche se ci sono casi di pazienti che non rispondono alle cure o non abbiamo ancora terapie per alcune tipologie di sclerosi multipla», dice l’esperto.
QUALI TERAPIE ABBIAMO A DISPOSIZIONE
Oggi possiamo contare su un’ampia gamma di farmaci che, in modo più o meno efficace, intervengono sugli stati infiammatori della malattia, i peggioramenti rapidi e l’accumulo di disabilità del tempo. Al congresso di Londra, si è discusso della cladribina, un farmaco usato per alcune forme di leucemie e che è stato sperimentato anche in compresse per la sclerosi multipla.
«L’utilizzo della cladribina riduce il numero di attacchi del sistema immunitario al sistema nervoso centrale ed è in grado di rallentare la progressione della malattia. È interessante perché viene somministrato a cicli, distanti un anno dall’altro, e dà buoni risultati», conclude il professor Bertolotto.
settembre 2016
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