di Valentino Maimone
Articolo pubblicato sul n. 8 di Starbene in edicola dal 09/02/2016
di Valentino Maimone
Prendi il nervo più lungo e grande del corpo, mettilo in una condizione per cui è costretto a funzionare male. Aggiungi una cattiva postura e stili di vita sbagliati: otterrai la sciatica, un disturbo che, dopo i quarant’anni, colpisce quattro persone su 10.
Vuoi tenere alla larga questa dolorosa infiammazione, senza “imbottirti” di medicine? Starbene ha raccolto per te le migliori strategie di cura e prevenzione, con l’aiuto di tre esperti: il dottor Filippo Camerota, fisiatra e dirigente medico del Policlinico Universitario Umberto I di Roma; il dottor Luca Bertini, ortopedico esperto di medicina naturale a Pisa e il dottor Fabio Conti, fisioterapista a Roma.
Un solo dolore, tante cause
«Quando il nervo sciatico si infiamma, avverti un dolore bruciante e penetrante che si irradia quasi sempre da un solo lato del corpo», spiega il dottor Camerota. «A partire dalla zona lombare, procede verso il basso includendo il gluteo e la coscia, fino alla punta dei piedi».
Accanto al dolore, ci sono altri sintomi: «Non riesci a sollevare bene il piede e hai una sensazione di formicolio e intorpidimento della gamba». Il problema dipende da una compressione delle radici dei nervi lombari, originata da cause diverse. «L’ernia del disco è in assoluto la più comune. Però, può anche essere colpa delle alterazioni delle vertebre provocate dall’artrosi, da microtraumi ripetuti o da gravi forme di scoliosi», precisa Camerota.
Quando la sciatalgia non è di origine spinale, può dipendere da un piccolo muscolo del bacino chiamato piriforme: «In caso di una contrattura prolungata, il nervo sciatico che passa attraverso le sue fibre viene compresso ». Ma a far scattare il problema, spesso, è un evento preciso: «Tra i principali imputati ci sono gli sforzi fisici eccessivi come sollevare bruscamente o spingere qualcosa di molto pesante, ma anche esagerare con lo sport senza fare il giusto riscaldamento. Sono a rischio sciatica anche i lunghi viaggi in auto senza soste, perché la postura ne risente».
Largo alla fisioterapia
I farmaci sono utili per combattere il dolore nella prima fase, quella più acuta, ma per risolvere il problema serve altro: «Nei primi 2-3 giorni, se il medico sospetta solo un’irritazione del nervo, prescrive di solito un antinfiammatorio e un miorilassante.
Quando poi l’infiammazione è molto diminuita e il dolore scomparso, è fondamentale un ciclo di 2-6 settimane di fisioterapia», sottolinea l’esperto. «Consiglio, per esempio una decina di sedute due volte alla settimana, seguita da un altro ciclo da 10, un paio di volte al mese».
No al riposo forzato
Se vuoi guarire prima, cambia abitudini: «Durante la convalescenza, l’errore tipico è quello di ripetere gli stessi errori che hanno causato il problema», spiega l’esperto. «Bisogna muoversi, anche se con molta cautela. Meglio non sollevare pesi ma, se proprio devi, piega sempre le gambe e non curvare la schiena. Inoltre, non restare seduta troppo a lungo, ma alzati e fai qualche passo ogni mezz’ora anche solo per un paio di minuti», continua Camerota.
«Poi, dopo circa un mese dall’attacco di sciatica, se il medico lo ritiene opportuno, puoi tornare a fare sport. È ideale il nuoto, da praticare un paio di volte la settimana, gradualmente e senza forzare », conclude il fisiatra.
Sì al corsetto, ma con regole precise
Dopo la fase di dolore acuto, il corsetto può dare una mano a trovare sollievo: «Detto anche lombostato, è una protezione della colonna che può essere molto efficace», spiega Camerota, «a patto di seguire regole precise: va indossato per una settimana al massimo, non quando vai a letto, ma soprattutto se ne vedi gli effetti positivi sia dal punto di vista fisico sia psicologico», continua l’esperto.
TECNICHE SOFT
1 AGOPUNTURA - «La sua efficacia è ormai riconosciuta», spiega il dottor Luca Bertini specialista in ortopedia ed esperto in medicina naturale a Pisa. «Si comincia con tre sedute per valutare al meglio il modo in cui l’organismo risponde a questa terapia, quindi ne servono circa altre 10 per ottenere effetti stabili nel tempo e prevenire recidive». Ogni sessione può durare 20-30 minuti, va fatta con frequenza settimanale e costa circa 50-100 €.
2 MOXATERAPIA - Spesso associata all’agopuntura, ha una buona efficacia miorilassante: «Consiste nell’avvicinare e allontanare ripetutamente la punta di una moxa (un particolare sigaro di artemisia acceso) alla zona dove fa male. È più efficace se praticata ai primi sintomi e non quando il problema è in fase acuta. Va eseguita tutti i giorni, per circa tre minuti e i primi benefici si notano già dopo quattro sedute». CostI: in genere, rientra nel prezzo della seduta di agopuntura, altrimenti si aggira attorno ai 10 € per singolo trattamento.
3 CHIMIOPUNTURA - L’esperto inietta un prodotto omotossicologico (cioè di origine animale, di solito suina, trattato in modo da renderlo omeopatico) negli stessi punti previsti dall’agopuntura, con una differenza: «L’ago non resta infilato a lungo nel corpo, ma viene estratto dopo circa un minuto». Per ottenere i massimi effetti miorilassanti, antinfiammatori e antidolorifici servono circa otto sedute con cadenza settimanale. Costi: 70-90 € ciascuna.
4 MESOTERAPIA OMOTOSSICOLOGICA - Questa tecnica prevede l’iniezione nella zona della schiena che fa male di un cocktail di rimedi omeopatici e omotossicologici, tramite più aghi contemporaneamente. Il mix viene preparato dal medico omeopata, che valuta caso per caso la lunghezza dei cicli del trattamento sulla base di due sedute a settimana. Costi: da 50 € l’una.
5 TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA ORALE - È una cura omotossicologica in gocce in diluizione alcolica o in compresse di lattosio. Dosi e tempi variano a seconda della gravità della situazione, ma la terapia può durare fino a tre mesi, secondo la prescrizione del medico omeopata. Costi: 40 € per un ciclo di 15 giorni.
Artrosi
Ci sono situazioni che portano le vertebre a essere instabili o a deformarsi, creando i cosiddetti becchi di pappagallo. Di conseguenza, le radici del nervo sciatico vengono compresse a livello del loro foro
di uscita dalla colonna spinale. A questo punto si scatena la sciatalgia: «Si parla di stenosi foraminale e si verifica in genere in presenza di artrosi o in seguito a microtraumi ripetuti e gravi scoliosi», spiega Camerota.
Ernia del disco
La radice del nervo sciatico viene compressa o irritata per colpa dell’ernia di un disco intervertebrale lombare. In pratica, il nucleo polposo contenuto all’interno del disco fuoriesce dalla sua sede naturale, spingendosi verso la parte interna del canale spinale. Riducendo quindi lo “spazio vitale” del nervo sciatico.
Sforzi eccessivi e postura scorretta
«Tutti gli sforzi troppo impegnativi espongono al rischio di compressione il nervo sciatico», sottolinea Camerota. «Sollevare in modo brusco, spingere qualcosa di molto pesante, o anche esagerare con lo sport senza riscaldamento, può scatenare una sciatalgia», precisa l’esperto. Stesso discorso per chi mantiene a lungo una postura scorretta: «Restare nella stessa posizione per ore, in piedi o seduti,
come accade in molte attività lavorative può essere dannoso».
Sindrome del piriforme
In alcuni casi la sciatalgia può dipendere da un piccolo muscolo di forma triangolare che si trova nella zona del gluteo: si chiama piriforme ha tra i suoi compiti fondamentali quello di mantenere l’equilibrio e la postura eretta. «Attraverso le sue fibre passa il nervo sciatico. Questo comporta che, in caso di contratture prolungate o di un trauma al gluteo, il nervo può esserne irritato oppure compresso», precisa Camerota.
Articolo pubblicato sul n. 8 di Starbene in edicola dal 09/02/2016
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