Abbiamo chiesto al chirurgo plastico Paolo Santanchè, uno dei padri fondatori della chirurgia estetica moderna italiana di aiutarci a fare charezza sulla rinoplastica, l'intervento estetico più richiesto in assoluto. Ecco che cosa ci ha risposto.
Professor Santanchè, neanche il Covid ha fermato la rinoplastica...
Anzi, la gente ha approfittato per pianificarla con calma, visto che ha avuto più tempo per sé. Inoltre, non si trattava di andare in un ospedale esponendosi a un eventuale contagio: il tutto viene fatto, se a regola d’arte, in strutture protette e dedicate. E poi la convalescenza: nessun problema ad andare al lavoro (grazie allo smart working) e coprire gli eventuali lividi post-intervento. Senza contare la gratificazione del fare finalmente, di nuovo, qualcosa di bello per se stessi.
È vero che è il ritocco preferito dagli uomini?
La rinoplastica ha avvicinato gli uomini alla chirurgia estetica. Dal naso hanno iniziato a fare poi gli occhi, la pancia, fino al lifting.
Ci sono limiti di età?
Le prime richieste partono già dalla pubertà, quando il naso cresce in modo veloce, anticipato e disarmonico rispetto al resto del viso, creando anche grossi complessi. Si stabilizza dopo i 16 anni, quindi si può intervenire. È un intervento psicologicamente molto importante. Willy Pasini una volta mi ha detto: chi ha il complesso del naso con qualche anno di psicoterapia lo supera, se va dal chirurgo ciò succede in un giorno.
La tecnica è migliorata?
Sì, è meno invasiva e rispetta molto di più l’anatomia del naso. Anche quando si modellano ossa e cartilagini il bisturi è più delicato, con risultati più naturali. E raffinati: una volta c’era la tendenza a fare nasi tutti uguali, come quello all’insù, detto alla francese, oggi sono molto più personalizzati e adatti alla fisionomia.
Che difetti risolve?
La rinoplastica modifica la forma del naso. Il setto nasale è invece una struttura interna, la parete che separa le due narici. Se è deviato e crea problemi di respirazione può essere corretto con la settoplastica senza modificare l’aspetto esterno, ma di solito si fa due in uno.
È un intervento doloroso?
È praticamente indolore: fa molto più male prendere un pugno sul naso. La maggior parte delle persone, dopo l’operazione, non deve prendere neanche l’analgesico. Il post-intervento può dare il fastidio di un raffreddore.
Quanto dura? E l’anestesia?
Di solito 90 minuti e non necessita di nessuna preparazione. Non devi rimanere a dormire in clinica e quindi dopo poche ore torni a casa. Una volta l’anestesia generale era “pesante” e lunga da smaltire e quindi quando si poteva si optava per quella “locale”, la neuroleptoanalgesia (anestetico più calmanti). Oggi la generale è estremamente soft e più sicura della locale.
A casa che cosa succede?
Un po’ di gonfiore e qualche piccolo livido sotto gli occhi. Dopo una settimana si tolgono i cerotti dal naso e gli eventuali “segni” stanno già sparendo. Si può mangiare normalmente e fare la doccia. Per un mese non ci si può soffiare il naso, ma possono essere usati degli spray detergenti.
E il famigerato tampone?
Se è di qualità e lo metti nel modo giusto il paziente non se ne accorge neanche quando glielo togli. Le storie di sofferenza nascono da tamponi non idonei e inseriti non correttamente.
Quando si torna a essere presentabili?
Volendo da subito, portando il cerotto sul naso, non c’è bisogno di speciali protezioni. I lividi eventuali con il correttore si nascondono bene. Certo occorre evitare pratiche potenzialmente traumatiche per il naso (come lo sport o i tuffi) finché non si è consolidato, cioè per un mese e mezzo.
Basta rifare il naso per avere un volto più bello?
Non sempre. Il naso deve andare d’accordo con il mento e con gli zigomi per migliorare totalmente l’aspetto estetico. Bastano piccoli ritocchi a queste parti nella stessa seduta e si hanno risultati davvero eccezionali.
Sono utili le simulazioni al computer sul prima e dopo?
Sono contrario perché creano false aspettative e non tengono conto della individualità del viso: mi sembra di più una tecnica per vendere. Io faccio vedere i “miei nasi”, il prima e dopo di casi risolti che servono per capire se chirurgo e paziente hanno gli stessi gusti. Il gusto deve coincidere fra chi fa e chi riceve. C’è molta arte e gusto personale nella chirurgia estetica.
No anestesista no ritocco
Il nostro esperto è il portavoce di una campagna sulla sicurezza in chirurgia estetica. «Da anni segnalo e denuncio le situazioni che sono fuori norma e pericolose per i pazienti», spiega Santanchè. «Chi pratica prezzi troppo bassi per risultare concorrenziale deve tagliare sulle spese. Ma se fa tutto da solo e spesso senza anestesista qualsiasi intervento può diventare rischioso. Mai accettare l’assenza dell’anestesista, anche se il chirurgo praticherà l’anestesia locale, più rischiosa di quella totale. E poi la struttura: no agli ambulatori chirurgici dove non c’è la rianimazione, sì alla clinica o day-surgery, strutture con sale operatorie a norma».
Voglio il naso di Brad!
La mania di volere “il naso di” con il recondito sogno di assomigliare almeno un po’ all’attore del momento è una moda che per fortuna sta tramontando. «Ho avuto tantissime richieste sul naso di Brad Pitt», racconta Santanchè. «Con delle simulazioni abbiamo provato a spostare il suo naso sui visi di vari pazienti. Risultato: somiglianza zero e, in certi casi, persino peggioramento dell’armonia del volto».
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