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Rinite, non sempre è allergica

Nel 25% dei casi è provocata dagli sbalzi di temperatura. La cura? Lavaggi e cortisone spray

credits: iStock



di Valentino Maimone

Starnutisci a raffica. Respiri a fatica per colpa del naso chiuso o gocciolante, percepisci male gli odori. Infine, senti come un velo di muco che ti chiude la gola. È la rinite: «Ma anche se siamo in pieno periodo di allergie, nel 25% dei casi il problema non sono né i pollini né la polvere o altri allergeni ma gli sbalzi di temperatura»,spiega Paolo Castelnuovo, direttore della Clinica otorinolaringoiatrica all’Università dell’Insubria.

Come riconoscere la forma non allergica? Visto che i sintomi sono gli stessi per tutti i tipi di rinite, diventano fondamentali la durata del disturbo e la frequenza
degli episodi. «Se dura fino a 4-8 settimane e si ripete 3-4 volte l’anno, è molto probabile che si tratti di una rinite non allergica», precisa l’esperto. All’origine di tutto ci sono gli eosinofili: «Sono un particolare tipo di globuli bianchi capaci di individuare elementi nocivi che penetrano nell’organismo insieme con l’aria che respiri», spiega Castelnuovo.

«In certe persone questi “guardiani” reagiscono in modo eccessivo a certe sollecitazioni: basta uno sbalzo di temperatura e di umidità un po’ più brusco del solito, come succede spesso nei cambi di stagione, e gli eosinofili fanno scattare l’infiammazione che porta alla rinite». In questi casi occorre fare due test: «Anzitutto l’endoscopia nasale, un esame veloce e indolore che permette, tramite una minuscola sonda inserita nelle narici, di verificare le
caratteristiche dell’infiammazione.


Quindi la citologia nasale, un’analisi che consiste nel raccogliere con un bastoncino una striscia di muco e di cellule superficiali per analizzarle», dice Castelnuovo. «La rinite non allergica si cura innanzitutto con i lavaggi nasali a base di soluzione fisiologica, da ripetere 3-4 volte al giorno per facilitare l’eliminazione del muco.

Poi con i farmaci corticosteroidi in spray: presi alla mattina e alla sera, hanno effetto antinfiammatorio locale e si possono usare
anche per 2-3 mesi», dice l’esperto. «La terapia, però, serve solo a spegnere i sintomi. Se hai una predisposizione, il disturbo può ripresentarsi in qualunque momento, quando ti esponi a sbalzi di temperatura durante l’anno. Però basta riprendere la terapia per eliminare il problema».


QUANDO SERVE L'INTERVENTO

Se i sintomi della rinite persistono per più di 3 mesi e non rispondi più alle terapie, forse serve l’intervento chirurgico. «Una Tac maxillofacciale e un’eventuale risonanza magnetica possono evidenziare la chiusura di uno o più seni paranasali, le cavità che comunicano con il naso», spiega Paolo Castelnuovo.

«Se l’occlusione riguarda un solo seno, per liberarlo basta un intervento ambulatoriale in anestesia locale. Se invece risultano chiusi più seni, l’operazione sarà in anestesia generale. Una volta riaperte le porte della respirazione, le terapie antirinite tornano a essere efficaci», conclude l’esperto. 


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Articolo pubblicato sul n. 20 di Starbene in edicola dal 03/05/2016

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