È declinato soprattutto al femminile, sia tra le donne over 80, quando le vittime sono il 20% più dei maschi, sia tra quelle più giovani: «Ogni 100 mila donne in età fertile, si registrano ben 4,4 casi l’anno, pari all’85% di tutti gli ictus cerebrali», sottolinea la dottoressa Francesca Romana Pezzella, neurologa della Stroke unit dell’ospedale San Camillo Forlanini di Roma.
«Proprio tra il gentil sesso, questo problema ha le conseguenze più devastanti, al punto che uccide il doppio del tumore al seno. È però possibile passare al contrattacco: stando a un recente articolo pubblicato sul British Medical Journal, con uno stile di vita corretto le donne possono evitare 8-9 ictus su 10» spiega l’esperta.
Come riconoscere i primi sintomi
Le 3-4 ore successive ad un ictus sono cruciali perché iniziare subito le cure significa ridurre i danni al cervello. Subito al pronto soccorso se si fa fatica a parlare, non si è in grado di sorridere, si percepisce in modo diverso (per riduzione di forza o presenza di formicoli) un braccio e/o una gamba rispetto all’altro lato del corpo.
Attenzione anche se non si riesce a vedere una metà di quel che si ha davanti, o se si prova un mal di testa fortissimo.
Le regole per evitarlo
Il primo step: «Abolire il fumo, perché i veleni del tabacco facilitano il deposito di placche anche all’interno delle arterie cerebrali, riducendo o azzerando il passaggio d’ossigeno a cui i neuroni sono molto sensibili», spiega la dottoressa Pezzella. «Per di più, il genere fa la differenza perché nella donna i danni provocati da una sola sigaretta sono uguali a quelli che un uomo corre fumandone 5. E occorre proteggersi anche dal fumo passivo».
«Attenzione, poi, a quel che si mette in tavola: non più di un cucchiaino da caffè di sale al giorno (facilita l’ipertensione), una sola porzione di carne rossa e 2 di uova, latticini e salumi (tassativamente magri) la settimana, perché fonte di grassi saturi. Dolci e soft drink sono uno strappo alla regola: sono alleati del diabete di tipo 2 che aumenta il rischio di ictus con un andamento regolare del 3% per ogni anno di “convivenza” con la malattia glicemica. Ok a pesce, pasta riso e altri cereali integrali, pollame e frutta e verdura».
«Sì all’attività fisica, fondamentale per mantenere in salute le arterie cerebrali. Le dosi: 20 minuti al giorno di attività aerobica moderata (camminata, bici). E occhio alla pressione arteriosa: va misurata una volta al mese e tenuta sotto la soglia dei 90-140 mm/hg (millimetri di mercurio)».
La pillola non è vietata
Guardata con sospetto, in realtà la pillola anticoncezionale aumenta di pochissimo il rischio ictus (dell’1,9%) e non vale la pena di rinunciarvi.
«Nonostante ciò, le donne che soffrono di emicrania (con o senza aura) devono essere più caute perché, complice il loro tipo di mal di testa, il rischio di ictus aumenta di 6-8 volte e sale ancor di più se sono anche ipertese e fumano», mette in guardia la dottoressa Pezzella.
«Devono dunque consultarsi con il ginecologo che, oltre a valutare l’entità del rischio tromboembolico, può suggerire la contraccezione ideale. La pillola tradizionale a base di estrogeni e progestinico è loro vietata, ma possono optare per la minipillola che contiene solo un progestinico o per la spirale medicata che rilascia in utero piccole quantità di progesterone».
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Articolo pubblicato sul n. 8 di Starbene in edicola dal 06/02/2018