Lo zucchero è importante per l'organismo e serve ad aiutare la memoria e a combattere lo stress. Come è ben noto, tuttavia, fa ingrassare. Inoltre, se consumato in quantità eccessiva, può dare, oltre al già conosciuto squilibrio nella produzione di insulina che porta al diabete, anche danni al fegato e ipertensione, proprio come il sale. Lo prova uno studio pubblicato su Nature dai ricercatori dell’Università di San Francisco, in California, che mettono in guardia da un pericolo potenzialmente temibile tanto quanto l'alcool e il fumo.
Lo zucchero, in quanto sostanza economica, viene aggiunta a numerosi alimenti industriali anche nelle sue numerose varianti come il fruttosio o l'aspartame. Ma la quantità di assunzione quotidiana va tenuta d'occhio. Il fruttosio, per esempio, può attivare processi tossici per il fegato e favorire molte malattie croniche. La più comune ed evidente è la sindrome metabolica, che si manifesta con l'obesità, e che uccide 35 milioni di persone l'anno. Per non parlare di malattie cardiache e cancro.
Secondo i ricercatori dello studio, Robert Lustig, Laura Schmidt e Claire Brindis, lo zucchero è una sostanza tossica e la sua vendita dovrebbe essere strettamente regolata e tassata, perché "nuoce gravemente alla salute".
Ovviamente, però, come spesso accade, ad essere nocivo è l'eccesso di consumo di questo alimento che piace a tutti, molto gratificante e al quale non è giusto rinunciare. Basta solo fare un po' di attenzione. Sul banco degli imputati non c'è il cucchiaino che mettiamo nel caffè, ma i cibi e le bevande industriali che hanno fatto sì che negli ultimi 50 anni il consumo di zucchero sia triplicato.
Mai più di 8 cucchiaini al giorno
Qualche buona regola per evitare chili di troppo e danni collaterali, tuttavia, esiste. Per gli esperti della Società italiana di diabetologia (Sid), riuniti al 47mo Congresso Europeo Easd a Lisbona, il limite massimo del consumo di zucchero è di 8 cucchiaini al giorno (circa 50 grammi per gli uomini, e 40 per le donne). In questo calcolo bisogna tenere presente anche la quantità di zucchero contenuta in cibi e bevande industriali, succhi di frutta inclusi.
Ecco qualche esempio di contenuti di zucchero in alimenti confezionati: In un vasetto da 125 g di yogurt magro in genere viene aggiunto un cucchiaio di zucchero per renderlo più gradevole. A parità di peso, una merendina al latte contiene 10 volte di più di zucchero. Questo alimento viene aggiunto per esempio anche ai cerali per la prima colazione e al pane bianco. Per 100 g di alimento i cracker a basso contenuto di grassi contengono 15 g di zucchero, il ketchup 22-24 g, il pomodoro in barattolo 12,18 g, la passata di pomodoro: 4,83 g., i pistacchi salati 7,74 g., la zuppa di piselli 6,52 g.
Occhio ai soft drink
Bisogna fare attenzione soprattutto ai soft drink (bevande a base di cola, aranciata, limonata, ecc.) che possono far oltrepassare enormemente il fabbisogno giornaliero. Una lattina da 33 cl contiene mediamente dai 27 ai 33 grammi di zucchero. Alcune bibite a base di succo di arancia contengono 125 g/l di zuccheri semplici, altre la metà. Per il té si va da 41 a 89 g/litro ovvero da 7 a 15 cucchiaini. Per le bevande a base di cola da 92 a 113 g/l.
Leggere le etichette
Per evitare l’eccesso di zuccheri nella nostra alimentazione occorre leggere le etichette e controllare tra gli ingredienti se, oltre alla dicitura «zucchero», compaiono voci come «sciroppo di glucosio», «sciroppo di fruttosio», «destrosio», «zucchero invertito», «destrine», «maltosio», «miele», «succo di frutta», «purea di frutta». Tutte sostanze a base di zuccheri, le cui quantità vanno moderate.