Sono la BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e l'asma bronchiale le malattie respiratorie più frequenti. La prima colpisce per lo più a partire dai 60 anni, mentre la seconda è più giovanile, con un'età media di circa 38-40 anni.
Le stime sono emerse dal Congresso Nazionale sulle Malattie Respiratorie, la cui XIX edizione si è svolta nei giorni scorsi a Verona. L'evento è stato anche l'occasione per parlare di tosse e inquinamento atmosferico, il grande pericolo che soffoca le nostre città.
BPCO E ASMA BRONCHIALE
La BPCO è un'affezione cronica polmonare caratterizzata da un'ostruzione bronchiale. Il fumo è la sua causa più ricorrente. L'asma bronchiale è caratterizzata invece da un'aumentata irritabilità e reattività della trachea e dei bronchi a vari stimoli, che può determinare dei broncospasmi.
La BPCO ha un costo medio annuo di 3290 euro a paziente, con un aumento del 15% rispetto ai precedenti dati del 2008. L'asma invece, rispetto al precedente studio del 2007, ha costi stabili, con una media di poco superiore ai 1500 euro all'anno per paziente. La malattia è diventata più "morbida": mentre è aumentato il costo farmaceutico per la terapia appropriata, si spende meno in ricoveri ospedalieri, accessi al pronto soccorso e visite mediche programmate.
L'IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE
La prevenzione è ancora una volta fondamentale. "La lotta al fumo è importantissima ma, dopo una diminuzione importante grazie alla legge Sirchia, l'abitudine tabagica è purtroppo tornata ad aumentare, soprattutto nei giovani e di sesso femminile", ha detto il Prof. Roberto Dal Negro, referente scientifico e fondatore del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria con sede a Verona. "In presenza di malattia conclamata, la diagnosi precoce e la terapia regolare e continuativa rappresentano le uniche armi efficaci. Oggi le armi terapeutiche sono molte ed efficaci: l'importante è il riconoscimento precoce di tali malattie e la tempestività dell'intervento".
ADESIONE ALLE TERAPIE SBAGLIATA
In occasione di malattie respiratorie solo il 13% dei pazienti aderisce alla terapia prescritta dal medico. "Sembra paradossale sottolinearlo, ma è dimostrato che il rispetto del trattamento provoca benessere", ha spiegato Giorgio Lorenzo Colombo, economista al Dipartimento di Scienze del Farmaco per l'Università di Pavia. "Stiamo usando male i nostri farmaci, perché i pazienti li prendono in maniera discontinua e i medici cambiano terapie attribuendo farmaci più potenti e generalmente più costosi. Non è né colpa né del medico né del paziente, ma di una mancanza di comunicazione tra i due gruppi. Dei pazienti ricoverati per la BPCO, infatti, solo il 57% prende farmaci appositi, mentre il 40% li utilizza occasionalmente. Essendo però la BPCO una patologia cronica, questo dato fa capire che sono tutte terapie non andate a buon fine: eliminando questi 'errori', si abbasserebbe la spesa pubblica. Basti pensare che un punto percentuale di terapie occasionali permetterebbe di risparmiare un milione di euro di spesa pubblica".
GLI ITALIANI E LA TOSSE
Sul fronte tosse, il 53% degli italiani soffre di due episodi all'anno, mentre un 20% viene colpito dalle 3 alle 5 volte. La maggioranza di questi episodi di tosse dura meno di 10 giorni, ma per un 30% dura più di un mese.
Circa il 50% degli italiani afferma che la tosse è una malattia e non soltanto un sintomo. E quando sopraggiunge, un terzo degli intervistati si rivolge al medico nei primi 3 giorni: la maggioranza sceglie di "curarsi" con rimedi domestici, mentre solo uno su cinque si rivolge al farmacista. Dopo una settimana di tosse persistente, metà del campione interpellato inizia a preoccuparsi, mentre si preoccupa "moltissimo" se la tosse dura due settimane.
"Durante questa fase il 61% degli italiani pensa che questa sia la spia di una diversa malattia", ha affermato il Prof. Dal Negro. "A destare la maggiore preoccupazione è la paura che la tosse nasconda un male incurabile. La paura aumenta, anzi raddoppia, quando la tosse persiste (e quindi raggiunge le 3 settimane) nei bambini".
SMOG E PM10, LE SOLUZIONI
Il ricorso al traffico con targhe alterne può essere la soluzione all'inquinamento atmosferico che sta attanagliando le nostre città? No, secondo gli specialisti del Congresso. Si tratterebbe di uno sforzo inutile, soprattutto se attuato con troppe deroghe e solo un paio di giorni l'anno, durata che non consente alcun tipo di abbassamento delle soglie richieste. L'appuntamento dovrebbe diventare almeno mensile.
"Migliorare la situazione è possibile, ma queste politiche devono essere attuate con fermezza per scendere sotto la soglia di sforamento", ha dichiarato il Prof. Dal Negro. "Purtroppo il modello non può essere mantenuto a lungo: pena il blocco del nostro consolidato modello di vita, di trasporti e di sviluppo economico. Le reali soluzioni al problema dell'inquinamento nelle piccole e grandi città sono la riorganizzazione seria dei trasporti pubblici, il controllo e la verifica seria delle emissioni domestiche da riscaldamento, la riduzione dei trasporti su gomma. Tutti questi, però, sono interventi strutturali che prevedono grandi cambiamenti del nostro modello economico".
19 gennaio 2016