Nel nostro intestino si nasconde un pianeta brulicante di vita, il più grande avamposto del sistema immunitario. È il microbiota intestinale che, con la sua fitta popolazione (oltre 200.000 miliardi di batteri, funghi e virus per circa due chili di peso), svolge delle importantissime funzioni. Basti pensare che il 70 per cento dei linfociti, le cellule-sentinella del nostro sistema immunitario, risiedono nell’intestino.
La sua composizione varia in base alla dieta, all’età, allo stile di vita (fumo, alcol, sedentarietà), all’assunzione di farmaci, agli ormoni, allo stress e persino agli stati d’animo, visto che l’intestino ha meritato l’appellativo di “secondo cervello”, in costante dialogo con il sistema nervoso centrale.
Le tre funzioni dell'intestino
«È di vitale importanza che il microbiota sia in equilibrio per consentire all’intestino di svolgere al meglio le principali funzioni», premette la dottoressa Federica Almondo, specialista in scienza dell’alimentazione, cofondatrice del centro di nutrizione e medicina antiaging Cerva 16 di Milano.
- «La prima funzione è quella di metabolizzare gli alimenti per consentire la corretta assimilazione di macro e micronutrienti.
- La seconda è quella di fungere da barriera che filtra le sostanze nocive.
- La terza è quella di svolgere un’azione immumodulante, grazie al potenziamento della risposta immunitaria come, ad esempio, la sintesi di anticorpi.
Se le varie popolazioni del microbiota intestinale convivono in armonia, l’intestino lavora bene e svolge in modo corretto queste tre funzioni. Viceversa, se si registra una crescita incontrollata di alcuni ceppi microbici a svantaggio di altri, l’equilibrio si rompe e si manifesta, tra le altre cose, la sindrome del colon irritabile».
Come funziona il test del microbiota
Analizzando un campione di feci, il test del microbiota scatta una specie di “fotografia” di tutta la flora microbica, rilevando la concentrazione di quella patogena (come Clostridi e Coliformi), di quella saprofita (come Stafilococchi e Streptococchi), di quella che ha una funzione protettiva (come Lattobacilli e Bifidobatteri) e infine di quella immunomodulante (come Prevotella e Bacteroides fragilis).
Grazie al test del microbiota viene inoltre rilevata la presenza di parassiti intestinali. Un quadro completo, insomma, importante per capire quali sono le specie dominanti o invadenti e quali deficitarie, al fine di restituire all’intestino una condizione di benessere».
Per riportare in equilibrio il microbiota intestinale, i germi patogeni vengono contrastati non tanto con gli antibiotici, farmaci con effetti collaterali, ma con oli essenziali per bocca, prescritti su misura dopo aver testato la loro efficacia con un’aromatogramma. Ovvero l’esame utile a verificare a quale olio essenziale il germe da limitare è più sensibile.
«La cura con gli oli essenziali dura 25 giorni», prosegua la dottoressa Almondo. «Dopodiché si prosegue per due mesi con l’assunzione di probiotici, diversi da persona a persona in base alla carenze dei ceppi “buoni” rilevati. Per favorire il loro sviluppo, e permettere loro di insediarsi il più a lungo possibile nell’intestino, dopo i due mesi occorre seguire una cura di mantenimento: i probiotici indicati vanno assunti ancora 7-10 giorni al mese, per almeno otto mesi».
gennaio 2021
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