di Ida Macchi
Trent’anni fa, in Europa, era miope una persona su 5, oggi una su 3. «Anche se è la predisposizione genetica a giocare un ruolo fondamentale, di tale incremento sono accusate le nuove tecnologie. “Smartphone, tablet e pc mettono a repentaglio i fatidici 10 decimi e a rischiare di più sono gli occhi di bambini e teenager, incollati per ore e ore agli schermi dei device elettronici», conferma il professor Luigi Marino, docente di chirurgia refrattiva all’Università di Milano. «Ciò comporta un continuo sforzo della messa fuoco e un incessante accomodamento. Risultato: i muscoli orbicolari che regolano la visione entro i 40 cm si rafforzano, mentre quelli che controllano l’abilità nel focalizzare gli oggetti lontani si indeboliscono. L’occhio diventa un campione nel vedere ciò che ha davanti al naso, ma a distanza percepisce tutto sfocato».
Articolo pubblicato sul n° 20 di Starbene, in edicola dal 5 maggio 2015