SE È SPONTANEA
Da cosa può dipendere
Le sue origini non sono ancora ben chiare. Non è un’allergia, probabilmente è scatenata da un meccanismo autoimmune che induce l’organismo a produrre per errore autoanticorpi. Può comparire all’improvviso, senza stimoli apparenti.
Quanto dura
Purtroppo dovrai abituarti a convivere a lungo con questa forma cronica (da 6 settimane a, mediamente, circa un anno), che finisce per debilitare l’organismo, favorendo disturbi emotivi come ansia e depressione. Per fortuna pomfi e prurito non aggrediscono permanentemente la pelle: compaiono in numero variabile e scompaiono dopo qualche ora, per poi ricomparire in altre zone del corpo la notte successiva o il giorno dopo, o ancora più avanti, concedendoti così un po’ di tregua.
Come si cura
«Il primo approccio terapeutico è con gli antistaminici di seconda generazione (come bilastina, rupatadina, desloratadina, ebastina) i quali, rispetto a quelli che si usano per la forma episodica, hanno il vantaggio di non provocare sonnolenza, e quindi possono essere usati anche per lunghi periodi», assicura il professor Nettis. «Si prende una compressa al giorno, per tutta la durata della malattia. Purtroppo, nel 40-50% dei casi di orticaria spontanea questa cura non è sufficiente, ma oggi esiste un’importante novità che ha già dimostrato la sua grande efficacia proprio quando l’antistaminico non basta. Si tratta di un nuovo farmaco, approvato di recente in Italia: l’omalizumab, un anticorpo monoclonale capace di sopprimere le reazioni cutanee indotte dall’istamina». Bisogna fare 2 iniezioni per via sottocutanea ogni 4 settimane, per un totale di 6 somministrazioni, dopodiché l’orticaria è vinta.