“Certe macchie si possono grattare ma non togliere”, recita un noto proverbio popolare, che fa riferimento alle situazioni a cui, nella vita, è difficile porre rimedio. La descrizione sembra calzare a pennello anche per la leuconichia, le classiche macchioline bianche che possono comparire sulle unghie, impossibili da eliminare con solventi o altri rimedi casalinghi.
«Le unghie sono annessi cutanei che nascono dalla cosiddetta matrice, la parte vivente di queste strutture costituite principalmente da cheratina», spiega il dottor Simone Ribero, professore di Dermatologia presso la Clinica Dermatologica dell’Università degli Studi di Torino. «Tutto ciò che accade a livello della matrice, in termini patologici o traumatici, si ripercuote sull’unghia a una certa distanza di tempo, tenendo conto che questi annessi cutanei crescono di circa 1 millimetro al mese». Così può accadere che compaiano macchie di vari colori: gialle, rosa salmone, rosse o bianche.
Cos’è la leuconichia
Nella maggior parte dei casi, le macchie bianche indicano una leuconichia, che può essere punctata o striata. «Nel primo caso, sull’unghia compaiono dei pois bianchi di piccole dimensioni, mentre nel secondo caso appaiono dei segni lineari, come bande bianche trasversali», descrive il dottor Ribero.
Di solito, la leuconichia punctata è tipica dell’infanzia e indica un danno nella produzione di cheratina, normalmente indotto sulla matrice dell’unghia da un piccolo trauma, che spesso i bambini si procurano giocando. «Anche la leuconichia striata è legata a un trauma, ma solitamente compare nella popolazione adulta, soprattutto quella femminile, per esempio in caso di una manicure mal eseguita oppure troppo aggressiva».
Esiste, poi, una forma di leuconichia totale, dove le unghie appaiono completamente decolorate e assumono un aspetto simile al gesso: «Si tratta di una condizione rara, dalla forte componente genetica, che può apparire già alla nascita oppure può essere acquisita successivamente», evidenzia l’esperto.
Come si arriva alla diagnosi di leuconichia
La leuconichia viene confermata attraverso un accurato esame obiettivo da parte del dermatologo, che può porre una diagnosi differenziale.
«Va esclusa la cosiddetta leuconichia apparente, dove il letto ungueale, quel tessuto molle presente sotto la lamina ungueale che “fissa” l’unghia al dito, presenta delle alterazioni che si manifestano attraverso la lamina, pressoché trasparente», racconta il dottor Ribero. «È il caso dell’onicomicosi subungueale prossimale, un’infezione fungina che colpisce la parte prossimale dell’unghia; dell’onicomicosi bianca superficiale, tipica dei piedi, dove l’unghia sembra rivestita da una patina biancastra, causata generalmente da Candida albicans; della fragilità superficiale dell’unghia, che può manifestarsi con uno sbiancamento della lamina ungueale».
Quando la leuconichia indica una malattia organica
È opinione comune che la leuconichia possa indicare una carenza alimentare, in particolare di zinco o di calcio. «In realtà, eventuali carenze si manifestano sotto forma di una fragilità ungueale, più che di macchie», spiega l’esperto. «E comunque queste ultime coinvolgerebbero tutta l’unghia, non si limiterebbero a una localizzazione specifica».
Lo stesso vale per le macchie provocate come effetto collaterale di alcuni farmaci, come molti chemioterapici e antibiotici, assunti per periodi prolungati. «Anche in questo caso, non si tratta delle macchie bianche tipiche della vera leuconichia, ma di un’alterazione generale della colorazione di tutte le unghie».
Come si tratta la leuconichia
La leuconichia regredisce spontaneamente, per cui non necessita di alcun trattamento. «In quella punctata, normalmente le chiazze scompaiono prima che l’unghia sia ricresciuta completamente», conclude il dottor Ribero, «mentre in quella striata la macchia si sposta man mano verso l’alto, per cui verrà eliminata con il periodico taglio dell’unghia».
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