Obesità sarcopenica: cos’è, cause, soluzioni

Eccesso di grasso corporeo e scarsa qualità muscolare possono accompagnarsi a una condizione patologica che ha un impatto significativo sulla salute e sulla qualità di vita



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I chili di troppo possono accompagnarsi a una riduzione di massa, forza e qualità della muscolatura. Questa condizione, definita obesità sarcopenica, interessa soprattutto la popolazione anziana, ma può riguardare anche le donne in pre e post menopausa, soprattutto se non hanno praticato un regolare esercizio fisico nel corso della vita.

«Questa accoppiata è particolarmente insidiosa per la salute, perché innesca un circolo vizioso», commenta il dottor Matteo Manuelli, specialista in Scienza dell’alimentazione presso IRCCS Maugeri di Pavia. «A causa della facile affaticabilità, il paziente si muove sempre meno: questo riduce ulteriormente la sua massa muscolare e favorisce l’aumento di peso».

Inoltre, l’obesità è associata a un basso ma persistente livello di infiammazione cronica del tessuto adiposo, che produce delle sostanze (citochine pro-infiammatorie) che deteriorano tutto l’organismo, ossa comprese: «Il danno osseo si riflette sui muscoli, che si depauperano sempre di più e via di seguito».


Quali sono i sintomi dell'obesità sarcopenica

Oltre all’eccesso di grasso corporeo, l’obesità sarcopenica è caratterizzata da debolezza, riduzione della forza fisica e instabilità posturale: chi ne soffre fatica a salire le scale, a portare pesi e lamenta un facile affaticamento anche per percorrere tragitti di breve durata.

Quali sono le cause dell'obesità sarcopenica

Tra i principali fattori di rischio per l’obesità sarcopenica c’è il fisiologico invecchiamento, visto che con il passare degli anni il muscolo subisce una serie di cambiamenti che portano a una riduzione della sua massa e delle performance.

Pesano anche la sedentarietà, i regimi dietetici sbilanciati (soprattutto in caso di rapide e ripetute perdite di peso, seguite da un incremento ponderale con inadeguato recupero della massa magra) e le malattie del metabolismo, come il diabete mellito di tipo 2.


Come si fa la diagnosi

«Per arrivare a una diagnosi di obesità sarcopenica, è necessario che lo specialista ne consideri le due diverse componenti, ovvero il grasso corporeo e la massa muscolare», descrive il dottor Manuelli.

L’obesità si può valutare con l’indice di massa corporea, un valore numerico che si calcola dividendo il peso (in chilogrammi) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri). Per esempio, se un soggetto pesa 80 chili ed è alto 175 centimetri, il suo indice di massa corporea sarà pari a 80 : (1,75x1,75) = 26,12. A quel punto, il risultato va confrontato con una tabella di riferimento (la più nota è quella stilata dall’Organizzazione mondiale della sanità) che suddivide la popolazione adulta in sette categorie: obesità di classe III (indice di massa corporea maggiore o uguale a 40), obesità di classe II (tra 35 e 39,99), obesità di classe I (tra 30 e 34,99), sovrappeso (tra 25 e 29,99), normopeso (tra 18,50 e 24,99), sottopeso (inferiore a 18,49).

«Un’altra valutazione utile è quella della circonferenza vita, che va misurata posizionando un metro da sarto nel punto medio tra l’ultima costola e la cresta iliaca, cioè l’osso dell’anca», aggiunge il dottor Manuelli. «Gli uomini non devono superare i 94 centimetri, mentre le donne devono stare sotto gli 80 centimetri».

Come si valuta il muscolo

Per quanto riguarda la sarcopenia, invece, il medico ricorre principalmente all’esame obiettivo, a un’anamnesi accurata e talvolta ad alcuni esami specifici, come la densitometria ossea eseguita mediante la tecnica a doppio raggio X (Dexa) e la bioimpedenziometria.

«La valutazione della forza muscolare può essere fatta invece con il test dell’hand grip, in grado di misurare il vigore di presa della mano: si tratta di stringere una maniglia al massimo delle proprie possibilità e mantenendo la contrazione per qualche secondo prima di rilassare i muscoli», descrive il dottor Manuelli. «Oppure si possono sfruttare il Chair Stand Test, che consiste nel calcolare il numero di volte in cui ci si riesce a sedere e rialzare da una sedia in 30 secondi, oppure il test del cammino, che misura il tempo impiegato per percorrere una certa distanza».


Come si tratta l'obesità sarcopenica

L’obesità sarcopenica richiede un approccio multidisciplinare: dietologo, endocrinologo, fisiatra, fisioterapista e altri specialisti che trattino le eventuali co-morbilità già instaurate, come il diabetologo o il cardiologo ad esempio.

«Tra l’altro, sono oggetto di studio nuovi farmaci contro l’obesità che tengono conto anche della sarcopenia, perché non punteranno a un generico dimagrimento, ma a un calo di peso che non coinvolga la muscolatura», annuncia il dottor Mandelli. «Lo stesso vale per le diete, che sono sempre più attente a mantenere intatto il muscolo».

Per arrivare alla giusta soluzione, il primo referente deve sempre essere il medico di base, in grado di riconoscere il problema e indirizzare verso le strutture del territorio specializzate in obesità che possano offrire uno sguardo di insieme.

Come si previene l'obesità sarcopenica

L’obesità sarcopenica si previene attraverso uno stile di vita sano. Cominciare da giovani a praticare una regolare attività fisica e seguire un regime alimentare equilibrato permettono di mantenere un’adeguata riserva muscolare e ossea, a garanzia non solo di una migliore qualità di vita (più resistenza, più forza e maggiore benessere fisico), ma anche di una marcia in più nella risposta alle malattie: «È stato ampiamente dimostrato che il muscolo è coinvolto in numerose funzioni dell’organismo e rappresenta la riserva energetica da cui il corpo può attingere in caso di malattie acute, traducendosi in una maggiore resistenza di fronte agli eventi stressanti», conclude l’esperto.


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