Tumori al polmone, microcitoma: cos’è, sintomi, cause, trattamenti

Tipico dei fumatori di lungo corso, questo tumore è caratterizzato da un’elevata malignità e da una grande capacità metastatica. Si è scoperto che attivare cure palliative precoci per migliorare la sintomatologia aiuta a tollerare meglio le terapie disponibili



296202

È considerato uno dei tumori più aggressivi e difficili da trattare, perché è in grado di replicarsi e diffondersi molto velocemente nell’organismo. Il microcitoma (o carcinoma polmonare a piccole cellule) colpisce quasi esclusivamente i fumatori di lungo corso, in genere dai 70 anni in poi.

«Il continuo insulto del fumo di sigaretta induce una serie di mutazioni nelle cellule del polmone, da cui si può innescare una cascata di danni genetici dal potenziale cancerogeno», spiega il dottor Mario Rosario D’Andrea, responsabile della Rete Oncologica e della Rete Cure Palliative dell’Asl Roma 4. «Fra i tumori polmonari, il microcitoma è quello meno frequente, perché rappresenta il 10-15 per cento dei casi, ma è caratterizzato da un’elevata malignità e da una precoce capacità metastatica».


Cos’è il microcitoma

In base all’aspetto che le cellule tumorali assumono al microscopio, si possono distinguere due grandi categorie di tumore del polmone: il carcinoma polmonare a piccole cellule (detto anche microcitoma) e il carcinoma polmonare non a piccole cellule (in cui rientrano l’adenocarcinoma e il carcinoma squamoso).

«Nel microcitoma, le cellule cancerogene sono di piccole dimensioni e assumono l’aspetto tipico di un chicco d’avena, ma le differenze riguardano anche la sede di origine nei polmoni e la modalità di risposta ai trattamenti», evidenzia il dottor D’Andrea.

«La prognosi spesso infausta del microcitoma è dovuta anche al fatto che, sovente, le condizioni generali dei pazienti sono compromesse dal punto di vista respiratorio e cardiocircolatorio: ad esempio, il fumo di sigaretta può aver già determinato una broncopneumopatia cronica ostruttiva o una cardiopatia sclero-ipertensiva. E ovviamente questa fragilità di fondo rende più difficile fronteggiare una malattia a rapida crescita».


Quali sono i sintomi del microcitoma

La difficoltà di respiro e la tosse persistente sono i principali sintomi del microcitoma, a cui si possono aggiungere quelli legati agli organi compromessi.

«Questo tumore tende a diffondersi in fretta, soprattutto a livello del cervello, ma anche di ossa e fegato, per cui possono comparire mal di testa, dolore osseo, ingiallimento della pelle o della sclera, la parte bianca dell’occhio», descrive il dottor D’Andrea. «Nel 70-75 per cento dei casi, il microcitoma è già disseminato nell’organismo al momento della diagnosi, per cui sin dall’esordio si manifesta con sintomi invalidanti», commenta l’esperto.


Come si diagnostica il microcitoma

Alla pari degli altri tumori al polmone, la radiografia del torace rappresenta uno dei primi esami eseguiti nell’inquadramento del problema, a cui seguono la tomografia computerizzata (che permette di definire la sede, le dimensioni e i rapporti del tumore con le strutture adiacenti) e solitamente la tomografia ad emissione di positroni, o Pet, utile nell’individuazione precoce del tumore, delle sue dimensioni e della precisa localizzazione.


Come si tratta il microcitoma

Il microcitoma risponde molto bene alla chemioterapia: le cellule tumorali muoiono nell’arco di poco tempo, per cui la qualità di vita del paziente migliora in poche settimane. «Purtroppo il successo è di breve durata, perché la malattia riprende rapidamente e segue il suo percorso», ammette il dottor D’Andrea.

Negli ultimi anni si è aggiunta un’ulteriore arma, l’immunoterapia, rappresentata da farmaci innovativi che attivano il sistema immunitario per aggredire le cellule tumorali e che nel microcitoma vengono somministrati contemporaneamente alla chemioterapia: «Nella malattia avanzata, questa associazione ha aumentato l’aspettativa mediana di vita da dieci mesi a circa un anno: un dato che può sembrare esiguo, ma che in realtà crea ottimismo», aggiunge l’esperto.

«Analizzando meglio i numeri, aggiungere l’immunoterapia offre al paziente una probabilità del 50 per cento di vivere almeno un anno dalla diagnosi contro meno del 40 per cento della sola chemioterapia. Per di più, se prima la sopravvivenza a cinque anni rappresentava un dato aneddotico, limitato al 2-3 per cento dei casi, adesso quel numero è salito al 10 per cento».

Nel frattempo, la ricerca sta continuando a studiare nuovi farmaci che irrobustiscono la risposta immunitaria contro il microcitoma. E i primi risultati sono incoraggianti.


Microcitoma, quando preoccuparsi

Ai primi segni di difficoltà respiratoria o di tosse persistente, è sempre bene richiedere un consulto medico.

«Qualora fosse confermata la diagnosi di microcitoma, bisogna rivolgersi a strutture dalla consolidata esperienza, che siano in grado di garantire anche l’attivazione delle cure palliative precoci per poter affrontare al meglio la patologia», consiglia l’esperto.


Un progetto mirato

Proprio al microcitoma è dedicato un particolare progetto, realizzato con il contributo non condizionante di Roche e il supporto tecnico-organizzativo di OPT Spa, frutto di un percorso durato un anno e mezzo che ha visto il coinvolgimento di un’equipe multidisciplinare composta da 12 professionisti tra oncologi, radioterapisti, palliativisti e psicologi, attivi presso quindici tra i principali centri oncologici del Lazio.

Otto strutture sono state coinvolte fin dal 2023, anno di avvio del progetto, mentre le altre sette sono salite a bordo in un secondo momento, all’inizio del 2024.

«L’idea è stata quella di sviluppare una sorta di “sistema di protezione” intorno al paziente, offrendogli cure palliative precoci, cioè introdotte già nelle prime fasi della diagnosi e durante l’attivazione delle terapie», conclude il dottor D’Andrea. «Questo può aiutare il paziente a tollerare meglio i trattamenti, che spesso non sono possibili proprio a causa delle co-morbilità. Al contrario, gestire la sintomatologia con le cure palliative permette di curare quei pazienti che altrimenti perderebbero un’opportunità terapeutica».


Fai la tua domanda ai nostri esperti


Leggi anche

Polmoni: 3 consigli efficaci per proteggerli

Come curare polmoni e sistema respiratorio alle terme

Tosse e starnuti, i guardiani dei polmoni: cause e curiosità