Menopausa: dolore al seno, stitichezza, tiroide

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di Laura Della PasquaLaura Della Pasqua


1. Avverto dolore al seno e pelle più sensibile. Sono in premenopausa?


2. È normale in questo momento avere problemi di stitichezza?


3. Il passare degli anni incide sul lavoro della tiroide?


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1. Avverto dolore al seno e pelle più sensibile. Sono in premenopausa?

Il dolore al seno spesso è la conseguenza di squilibri ormonali che compaiono quando le ovaie iniziano a smettere di funzionare e di produrre ormoni. Ma il disturbo si avverte anche durante la terapia ormonale sostitutiva. I termini medici utilizzati per indicare questo fastidio sono mastodinia e mastalgia. La mastodinia può dipendere anche dalla presenza di lesioni benigne o di ectasia duttale, una patologia abbastanza frequente che si manifesta principalmente in prossimità della menopausa. È una dilatazione dei grossi dotti retro-areolari che secernono, se spremuti, una piccola quantità di liquido giallastro. La mastodinia può comportare bruciore e prurito intorno all’areola, sebbene inizialmente sia una patologia asintomatica.

Questo fastidio si presenta sotto forma di senso di pesantezza, dolore intenso, sensazione di bruciore, ingrossamento dei linfonodi sotto le ascelle o sul collo; non sempre è bilaterale e in alcuni casi il dolore è localizzato in punti precisi in un solo seno. Il dolore al seno non va mai ignorato. Dopo i 50 anni, infatti, il rischio di tumore alla mammella aumenta; per questo motivo, anche se la mastodinia è quasi sempre benigna, è meglio rivolgersi al proprio medico. Nella maggioranza dei casi, si risolve spontaneamente, ma può durare diverse settimane. Può essere utile assumere antinfiammatori, fare impacchi di ghiaccio, e utilizzare un reggiseno adatto alle proprie misure e confortevole.

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2. È normale in questo momento avere problemi di stitichezza?

Un basso livello di estrogeni e progesterone, tipico della menopausa, può portare a difficoltà di digestione, gonfiore e costipazione. Il problema aumenta se si conduce una vita sedentaria. Una causa della stitichezza, oltre agli ormoni, è l’indebolimento dei muscoli pelvici che rendono difficile la defecazione, in particolare quando le feci sono dure e secche.

Se si assumono farmaci contro l’ipertensione, per le malattie della tiroide, preparati con il ferro, antacidi con calcio e alluminio e antidepressivi, è facile avere problemi di stitichezza. Una dieta equilibrata, ricca di fitoestrogeni, ovvero sostanze vegetali che imitano l’azione degli ormoni femminili e l’attività fisica costante, possono alleviare questi disturbi.

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3. Il passare degli anni incide sul lavoro della tiroide?

Il calo degli estrogeni in menopausa può rendere vulnerabile questa ghiandola e possono emergere disfunzioni fino a quel momento compensate dall’organismo.

Il 2% delle donne in menopausa è costretta a confrontarsi con malattie della tiroide: nel 74% si tratta di forme di ipotiroidismo e nel 26% di ipertiroidismo, dovute perciò a un’eccessiva accelerazione delle funzioni. Siccome la tiroide, venendo meno lo scudo degli estrogeni, è più esposta a malattie autoimmuni, sono necessari controlli periodici.

In caso di ipertiroidismo, il cuore viene sovraccaricato e le coronarie corrono qualche rischio in più, mentre nell’ipotiroidismo sale il rischio del deposito di colesterolo nelle arterie e l’aterosclerosi può peggiorare. Inoltre, in menopausa, la ghiandola tiroide accelera il metabolismo scheletrico e quindi favorisce la perdita di massa ossea. Le donne in menopausa con ipotiroidismo sono infatti più soggette a osteoporosi e malattie cardiache.

Gli esami del sangue per verificare il cattivo funzionamento di questa ghiandola sono il TSH o tireotropina che permette di valutare la concentrazione di TSH nel sangue. Questo ormone, che stimola l’attività tiroidea, viene prodotto dall’organismo soprattutto quando la tiroide è meno attiva. Di conseguenza, livelli elevati di TSH indicano una condizione di ipotiroidismo. Il T3 e T4 sono i due ormoni tiroidei prodotti in risposta all’ormone TSH e ne sono direttamente influenzati. Se l’ormone TSH è alto, generalmente i valori di T3 e T4 sono bassi, arrecando i disturbi. In caso di sospetto ipotiroidismo, è possibile sottoporsi anche ad una ecografia tiroidea, per valutare l’eventuale presenza di noduli e il quadro clinico generale della ghiandola.

Le terapie non mancano. La cura standard per l’ipotiroidismo è, di solito, semplice, sicura ed efficace e comporta l’assunzione quotidiana, per bocca, dell'ormone tiroideo T4 (levotiroxina) in modo da riportare alla norma il livello dell'ormone, invertendo i segni e i sintomi dell'ipotiroidismo.

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