Menopausa: retinolo, tunnel carpale, denti più forti

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di Laura Della PasquaLaura Della Pasqua


1. Retinolo sì o no per pelli mature?


2. Sono spesso soggetta alla sindrome del tunnel carpale. Come mai?


3. È possibile rinforzare i denti dopo i 50 anni?


Creme viso naturali: pelli grasse e secche

1. Retinolo sì o no per pelli mature?

La pelle del viso di una donna over 50, a causa della menopausa, tende ad assottigliarsi, a essere più fragile e più soggetta alle rughe. Il retinolo è sempre più presente nelle formule di tanti prodotti di skincare per le sue varie azioni. Riduce le rughe, stimola il rinnovamento cellulare e migliora la luminosità. Proprio quello che richiede una pelle matura. È un derivato della vitamina A appartenente alla famiglia dei retinoidi. Anche se le promesse degli effetti possono essere entusiasmanti, è un trattamento da eseguire con attenzione.

Il retinolo ha un’azione cheratolitica, cioè esfoliante, accelera il ricambio cellulare favorendo l’eliminazione delle cellule morte e affina lo strato superficiale della pelle rendendola più sensibile. Agisce inoltre sui fibroblasti (le cellule prodotte dal tessuto connettivo) stimolando la produzione di collagene, una proteina essenziale a mantenere la pelle compatta ed elastica.

Una pelle matura però è già sottile e ipersensibile, pertanto richiede un intervento graduale di questa sostanza, seguito da creme idratanti per evitare irritazioni. Meglio, quindi, iniziare con concentrazioni basse e farsi seguire da un professionista. Inoltre, se usato la sera, bisogna ricordarsi al mattino di applicare una crema ad ampio spettro solare, perché la pelle, più sensibile dopo il trattamento, rischia di macchiarsi. Se la pelle appare più secca bisogna aumentare l’idratazione magari con un prodotto all’acido ialuronico per ripristinare il film idrolipidico. Quindi, soprattutto dopo i 60 anni, quando la pelle è ancora più secca, bisogna valutarne con attenzione (solo un dermatologo lo può fare) se procedere e in quali percentuali. La Commissione europea ha varato un nuovo regolamento ad aprile 2024 che limita l’uso della vitamina A nei prodotti cosmetici, in particolare per quanto riguarda il reticolo, il retinil acetato e il retinil palpitato.

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2. Sono spesso soggetta alla sindrome del tunnel carpale. Come mai?

Le donne a causa della menopausa sono più esposte alla sindrome del tunnel carpale, con una incidenza nove volte superiore rispetto agli uomini. Il caro degli estrogeni espone al rischio dell’artrosi che può colpire anche le mani. Il tunnel carpale è situato tra la parte interna del polso e il palmo della mano, viene chiamato tunnel poiché forma un passaggio per ben 9 tendini e un nervo sensitivo e motorio, il nervo mediano. Tra i sintomi più diffusi ci sono i formicolii (soprattutto notturni ma che possono diventare anche diurni nei casi più avanzati), la perdita di forza e di sensibilità delle dita della mano coinvolta e dolore nei casi più severi.

La diagnosi avviene tramite l’elettromiografia, che verifica lo stato di salute del nervo mediano. L’esame viene eseguito ambulatorialmente da specialisti neurofisiologi: attraverso stimoli elettrici si registrano e si valutano le risposte nervose e la corretta funzionalità delle fibre motorie e sensitive. I sintomi, allo stato iniziale, possono essere risolti cambiando la gestualità lavorativa particolare, con l’utilizzo di un tutore rigido o di una polsiera armata, con cui mantenere il polso in una posizione di riposo durante l’attività lavorativa. Fisioterapia ed esercizi, in particolare stretching e movimenti rotatori del polso, possono aiutare nella gestione della sindrome del tunnel carpale. Permettono, infatti, di allentare la tensione a carico dei tendini flessori che attraversano il canale, in modo tale da decomprimere il nervo mediano.

Si può fare prevenzione? Alcuni esercizi possono rivelarsi utili. Mano tesa in avanti, piegare le falangi verso il palmo e ripetere il movimento per 5 volte. Prendere una pallina di spugna delle dimensioni di una palla da tennis e strizzarla per qualche secondo tra le dita con una leggera pressione, senza esagerare, ripetendo il movimento per 5 volte. Braccio teso e gomito dritto, piegare il polso con le dita verso il basso, spingendo delicatamente con l’altra mano sul dorso della mano che svolge l’esercizio. Mantenere la posizione per 3 respiri. Poi, sempre nella stessa posizione, piegare il polso con le dita verso l’alto, tirando delicatamente le dita con l’altra mano. Avambraccio fermo e afferrare un oggetto (ad esempio una tazza) con il palmo rivolto verso il basso, per poi portare il polso prima verso il basso e poi verso l’alto. Ripetere l’esercizio per 5 volte.

L’intervento chirurgico quando la sindrome è in stato avanzato può essere quello mini invasivo di decompressione del nervo mediano al polso, per via endoscopica. Si esegue in anestesia locale, in day hospital e dura di fatto meno di 5 minuti. Il paziente può muovere da subito la mano e riprendere le abituali attività quotidiane con l’unica accortezza di non bagnare la medicazione per circa 10-15 giorni. Il decorso post-operatorio varia in base allo stadio della malattia: il formicolio scompare praticamente da subito e progressivamente si assiste alla ripresa della sensibilità e della forza.

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3. È possibile rinforzare i denti dopo i 50 anni?

La salute dei denti comincia a tavola. Ciò che si mangia, infatti, può incidere in maniera positiva o negativa sulla salute orale. Tra i cibi capaci di rinforzare i denti ci sono sicuramente quelli ricchi di fosforo (pesce e formaggi) e di calcio (sempre i formaggi e ovviamente il latte). Molto indicate anche le uova, perché ricche di vitamina D, e tutte le tipologie di verdure, cariche di Sali minerali e vitamine. Ci sono poi alcuni alimenti, come sedano, carote e finocchi, che favoriscono la masticazione e la pulizia meccanica dei denti, aiutando a mantenere pulita la bocca e ad evitare gli accumuli di placca e tartaro.

Alcuni cibi andrebbero mangiati con parsimonia come le bibite gassate, gli agrumi e i pomodori, che sono piuttosto aggressivi verso lo smalto. Meglio evitare anche gli zuccheri e il vino rosso. Quando non si riesce ad assumere la giusta dose di vitamine e minerali dal cibo, si può ricorrere agli integratori. La vitamina A, nello specifico, aiuta a mantenere in buono stato il flusso salivare, che a sua volta è uno degli strumenti più potenti di cui il corpo è dotato per pulire la bocca. La vitamina B, invece, previene le infiammazioni della lingua. Va poi sottolineato il ruolo fondamentale della vitamina C, che sostiene le gengive favorendo la produzione di collagene. Infine, è fondamentale tenere sotto controllo la vitamina D, che è direttamente responsabile dell’assorbimento del calcio, componente indispensabile della dentatura e che con la menopausa tende a diminuire. Fondamentale è una corretta igiene orale, lavando con frequenza e correttamente i denti, evitando dentifrici aggressivi. Un nemico della salute dello smalto è il bruxismo, cioè l’involontaria abitudine di digrignare i denti. È  un disturbo che può scaturire da diverse cause e che ha come conseguenza di rendere la dentatura più fragile e di usurarla precocemente. Può essere efficacemente prevenuto e trattato attraverso l’utilizzo di un bite personalizzato.

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