Menopausa: pelle svuotata, prugne e osteoporosi, pancia
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di Laura Della Pasqua
1. Ho perso diversi chili e a 50 anni mi ritrovo con la pelle svuotata...
2. Ma è vero che le prugne sono utili contro l’osteoporosi?
3. Pancia da menopausa
1. Ho perso diversi chili e a 50 anni mi ritrovo con la pelle svuotata...
Dopo i 50 anni, con il calo degli estrogeni dovuto alla menopausa, la pelle perde turgore e si manifesta la flaccidità cutanea caratterizzata dalla diminuzione della tensione e dell’elasticità della pelle. Il risultato è un aspetto estremamente rilassato. Questo fenomeno è spesso evidente in aree come il viso, il collo, le braccia e l’addome. La lassità cutanea, d’altra parte, si riferisce anche alla mancanza di compattezza del tessuto, dove la pelle appare allungata e meno elastica. Entrambe le condizioni sono causate da una riduzione delle fibre di collagene ed elastina, che sono fondamentali per mantenere la struttura e la resilienza della pelle.
Al calo del collagene e dell’elastina, che prima della menopausa sono stimolati dagli estrogeni, contribuiscono una serie di altri fattori come la perdita di peso repentina che molte donne introno a 50 anni perseguono per timore dei chili di troppo in menaopausa. La pelle, infatti, non riesce a riadattarsi rapidamente ai nuovi contorni del corpo. Influiscono anche l’esposizione prolungata ai raggi UV senza adeguata protezione (può accelerare il processo di invecchiamento cutaneo) e abitudini di vita come il fumo, una dieta povera di nutrienti essenziali e l’idratazione inadeguata.
Per contrastare la perdita di tono della pelle oltre a evitare le abitudini di cui abbiamo parlato, esistono diverse terapie innovative e trattamenti avanzati. La carbossiterapia è un trattamento che utilizza microiniezioni di anidride carbonica medicale (CO2) direttamente nei tessuti sottocutanei interessati dalla lassità cutanea, per migliorare la circolazione sanguigna locale e stimolare il metabolismo cellulare. Migliora l’ossigenazione dei tessuti, fornendo una maggiore quantità di ossigeno alle cellule della pelle che, a sua volta, contribuisce a favorire la rigenerazione cellulare e la produzione di collagene ed elastina. C’è poi la biostimolazione cutanea, che prevede microiniezioni di una soluzione contenente principi attivi quali acido ialuronico, vitamine, amminoacidi e antiossidanti direttamente nei tessuti cutanei, per favorire la rigenerazione cellulare.
2. Ma è vero che le prugne sono utili contro l’osteoporosi?
La prevenzione dell’osteoporosi passa anche dalla tavola. Il consumo quotidiano di 50 g di prugne (4-5 prugne) ha un effetto benefico sulla densità ossea nelle donne dopo la menopausa. In particolare è stato dimostrato che le più efficaci sono quelle secche. Questo frutto ha anche altre proprietà, utili durante la menopausa. Le prugne, infatti, favoriscono la buona funzionalità intestinale e proteggono l’organismo grazie alle proprietà antiossidanti dei loro fitonutrienti e della vitamina C. Quest’ultima, inoltre, aiuta l’organismo ad assorbire il ferro e supporta il buon funzionamento delle difese immunitarie. Le fibre delle prugne aiutano, poi, aiutano a tenere sotto controllo gli zuccheri e il colesterolo nel sangue e possono essere utili per mantenere il peso nella norma. Occhio perchè sono fonte di ossalati, molecole che possono promuovere la formazione di calcoli.
3. Pancia da menopausa
Tra 45 e 55 anni, l'aumento di peso nella parte bassa del ventre è un fenomeno così comune da essersi guadagnato il soprannome di “meno-belly”, “pancia da menopausa”, dove il prefisso “meno” si riferisce al fatto che questo incremento si verifica con l'ingresso nella perimenopausa o nella menopausa. La fine dell’età fertile non provoca necessariamente un aumento di peso, ma altera la distribuzione del grasso e il rapporto tra muscoli e grasso. “La diminuzione degli estrogeni e l'aumento dell'ormone follicolo-stimolante, o FSH, portano a una crescita del grasso corporeo totale, alla deposizione di adipe nell'area del tronco e all'aumento della circonferenza della vita”, dice Somi Javaid, medico, ginecologa e fondatrice di HerMD Health, un centro dedicato alla salute delle donne con sedi in varie città degli Stati Uniti.
Gli estrogeni favoriscono i depositi di grasso intorno ai fianchi, ma durante la menopausa, quando gli estrogeni diminuiscono, il grasso si ridistribuisce sull'addome, senza necessariamente alterare il peso. Allo stesso tempo, la massa muscolare diminuisce con l'età, venendo spesso sostituita dal grasso. Il grasso sulla pancia non è solo un problema estetico ma è associato a un maggior rischio di diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione, ictus e problemi respiratori. Inoltre, una pressione supplementare sulle articolazioni inferiori, porta problemi di mobilità e artrite.
L'aumento di grasso addominale è quasi inevitabile. Esistono due tipi di cellule grasse, alfa e beta: le beta rispondono meglio ai processi di combustione dei grassi, mentre le alfa sono più difficili da eliminare e sono quelle che caratterizzano la pancia. Nonostante questi fattori non si deve considerare persa la battaglia contro il grasso addominale. Si può agire sullo stile di vita, che non è solo cura dell’alimentazione e attività fisica. Il sonno insufficiente può impattare sulla zona mediana a causa del suo legame con gli ormoni che regolano l’appetito. La privazione di sonno è associata a una crescita dei livelli di grelina, che aumenta il senso di fame, e a una diminuzione di quelli di leptina, che aiuta la sensazione di sazietà. Per quanto riguarda l’alimentazione valgono i consigli consueti, ovvero ridurre carboidrati, grassi e zuccheri e aumentare il consumo di verdure, frutta e pesce. Qualsiasi attività motoria praticata con costanza può rivelarsi utile, ma un allenamento di resistenza e forza, con esercizi che comportano un carico di peso, è irrinunciabile poiché favorisce il miglioramento della densità ossea, dell'equilibrio ormonale e di quello generale.