di Laura Della Pasqua
1. Avverto un bruciore insopportabile ai piedi, soprattutto di notte
2. Quanto sono probabili le fratture ossee dopo una diagnosi di osteoporosi?
3. Ho raffreddore e tosse da due mesi. Perché non guarisco velocemente come una volta?
1. Avverto un bruciore insopportabile ai piedi, soprattutto di notte
Numerose donne in menopausa o in perimenopausa (il periodo antecedente la scomparsa definitiva delle mestruazioni) avvertono episodi di bruciore insopportabile ai piedi, soprattutto di notte.
Basta coricarsi e i piedi si surriscaldano, con una sensazione di fiamme che avvolgono le estremità al punto che per trovare refrigerio occorre scoprirsi. Questo fenomeno può rischiare di interrompere il sonno, impedendo poi l’addormentamento e rendendo il riposo frammentario e disturbato.
Una delle cause di tali "fiammate" ai piedi potrebbe essere una circolazione sanguigna più difficoltosa, dovuta alla menopausa.
Ma anche un accumulo di acido urico, un sovraccarico ai nervi, per mancanza di esercizio fisico, o il diabete.
Infatti, a causa dei cambiamenti ormonali, la ricerca ha dimostrato che la menopausa può causare l’insorgere o l’aggravamento del diabete, se già presente come patologia. Il calo degli ormoni estrogeni condiziona la produzione di collagene, proteina fibrosa che favorisce anche una corretta ammortizzazione del peso sui piedi. La sua scarsa presenza potrebbe tradursi in borsiti e duroni, con una conseguente sensazione di fastidio. Se, inoltre, c’è un aumento di peso, ecco che si può avvertire pesantezza ai piedi.
Alcuni consigli possono aiutare a contrastare queste problematiche. L’assunzione di vitamine del gruppo B contribuisce a gestire il fastidio del bruciore ai piedi. Anche l’ortica è indicata per le sue proprietà drenanti, quindi per combattere l’accumulo di acido urico. Si può provare una tintura di ortica in loco o a bere un paio di tazze di infuso di ortica al giorno. Per stimolare la produzione di collagene, che favorisce l’ammonizzazione del peso sui piedi, è indicato inserire nelle proprie abitudini alimentari cibi ricchi di vitamina C, zinco e rame. Una passeggiata e un po’ di esercizi fisico migliorano la circolazione che si può stimolare anche alternando getti di acqua calda e fredda dalla caviglia in giù o immergendo i piedi prima in un catino pieno di acqua calda per un minuto e poi in quella fredda. La circolazione si ripristinerà all’istante, sgonfiando le estremità e rilassandole.
2. Quanto sono probabili le fratture ossee dopo una diagnosi di osteoporosi?
L’osteoporosi colpisce circa 5 milioni di persone, di cui l’80% è costituito da donne in post menopausa. La principale complicanza dell’osteoporosi è rappresentata dalle fratture, che possono interessare tutti i segmenti scheletrici. Come prevenire queste problematiche e contrastare l’effetto sulle ossa della menopausa? Secondo Fabio Vescini, segretario generale della SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro) e direttore della struttura operativa complessa di endocrinologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Udine, per diagnosticare l’osteoporosi e accertare il rischio di frattura, non è sufficiente sottoporsi alla MOC (mineralometria ossea computerizzata), ma è necessario analizzare elementi predisponenti e intercettare i fattori di rischio. “Dobbiamo superare il paradigma che individua nella densità ossea il solo parametro in grado di restituirci la capacità dell’osso di resistere alla frattura: la bassa densità, infatti, non spiega tutto l’evento fratturativo” sottolinea il dottor Vescini. “Sebbene sia comunque importante fare una MOC, vi sono altri fattori da prendere in considerazione, come la qualità e l’elasticità dell’osso, nonché la familiarità per le fratture, l’età, la presenza di comorbilità, l’assunzione di cortisone protratta nel tempo, uno stile di vita poco sano o l’eccessiva magrezza. La valutazione non si esaurisce alla densitometria, né alla diagnosi densitometrica di osteoporosi; lo specialista deve domandarsi se quel valore di densità minerale ossea, dato il profilo personale della paziente, genererà un rischio aumentato in virtù delle condizioni fragilizzanti presenti”. L’esperto spiega che non tutte le osteoporosi portano a frattura: pur in presenza dello stesso grado di osteoporosi, infatti, solo una donna su tre si fratturerà. È, dunque, importante sottoporsi all’analisi del rischio. Se ci sono fattori di rischio non bisogna aspettare che si verifichi una frattura ma bisogna sottoporsi alla MOC e all’analisi di rischio anche prima dei 65 anni che è la soglia indicata dalle linee guida per sottoporsi al test in una condizione di basso rischio.
3. Ho raffreddore e tosse da due mesi. Perché non guarisco velocemente come una volta?
Dopo i 50 anni si ha la sensazione di ammalarsi più spesso. Anche una banale influenza sembra durare più a lungo che in passato. Come mai?
La ricerca scientifica ha dimostrato che gli estrogeni, i principali ormoni femminili, svolgono un ruolo importante nella regolazione del sistema immunitario e, per esempio, sono in grado di stimolare maggiormente la risposta contro i virus, rispetto a quanto avviene nell’organismo maschile. In menopausa, quindi, c’è il rischio di risentire delle conseguenze di un’influenza, anche banale, più a lungo. Questo perché il corpo impiega di più a ristabilire equilibri e forze. Ecco perché bisognerebbe stare più attenti a non ammalarsi. Con il passare del tempo il sistema immunitario va incontro in modo fisiologico a una perdita di efficacia della sua attività come accade per il metabolismo che rallenta. Per rafforzare il sistema immunitario, è utile aumentare le porzioni di frutta e verdura che facilitano una buona regolarità intestinale e apportano vitamine e minerali. L'attività fisica regolare contribuisce stimola la produzione di immunoglobuline e quindi rinforza il sistema immunitario. Fatta all’aperto, aiuta non solo ad avere un umore migliore ma anche protegge dalle più comuni influenze di stagione.